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Macomer. Miti, leggende e rituali della Sardegna: la Mostra ARCANOS DESVELOS

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La Società Cooperativa Esedra in collaborazione con la Pro loco di Macomer propone presso il Centro Culturale di Casa Attene la Mostra ARCANOS DESVELOS, mostra sui miti, leggende e rituali della Sardegna, segreti e tradizioni di un’isola millenaria,  che  con le loro antichissime fogge antropomorfe e zoomorfe, rievocano soprattutto arcani misteri e riti leggendari.
La Sardegna, isola di sogno, isola dei misteri, terra del silenzio [..] avvolta nel misterioso manto del passato, continua attraverso "s'ammentu de sos mannos" a tramandare la sua cultura millenaria. [..]
I miti, le leggende e i riti che riguardano la Sardegna, sono tanti, anche se molti restano celati sotto il nebuloso manto della preistoria.
Ma poi in ogni paese, storie misteriose mettono in evidenza il carattere rude, selvaggio e melanconico della nostra gente, storie di figure straordinarie, spiriti malvagi, demoni ambasciatori di eventi nefasti. [...] sono proprio queste leggende, che possono farci cogliere la vera natura della nostra antica civiltà, con i culti arcaici, i riti iniziatici del mondo agro-pastorale e tanti altri miti e ricordi.
I racconti sardi di solito non hanno un lieto fine, sono racconti di magia, di fantasmi, di uomini o donne condannati ad assumere sembianze animalesche durante la notte.
Nella notte sarda si muovono essere tenebrosi, portatori di sciagura e di morte. È durante la notte che appare su “Boe muliache” o “S’Erchittu” uomini che si trasformavano in buoi e, muggendo per tre volte, si accostavano alla casa delle persone che da lì a poco dovevano morire.
Al calar del sole, anche “Su Traigolzu” girava per le vie del paese tirandosi dietro le sue catene, in cerca di anime (e corpi) da trascinare con sè.
E’ sempre durante la notte che gli spiriti delle donne malvage si trasformavano in “Sùrbiles” o “Cogas” e andavano a succhiare il sangue dei neonati non ancora battezzati e secondo le leggende si manifestavano sotto varie forme sia animalesche che umane.
Un’altra figura lugubre portatrice di sventure è “Sa Filonzana” da tanto tempo la gente non sa più cosa rappresenta, ma reputa un cattivo augurio se la trama che lei fila si spezza.
La filonzana è l’antica Parca che tesse il filo della vita ed appare piegata in due per la sua grande età, perché i suoi anni non si contano. Tesse e trama il destino degli uomini. Se il filo si assottiglia la vita è in pericolo, se si spezza è la fine.
Le credenze popolari pongono la figura della donna, come colei che oltre ad avere il dono della vita abbia anche il compito di toglierla.
Vi erano dei peccati che difficilmente venivano perdonati, secondo la concezione degli antichi sardi. La punizione di questi consisteva in un trapasso difficile e doloroso che durava giorni e giorni in cui si stava tra la vita e la morte, e per questo era necessario l’intervento de “S’accabadora”. La donna pronunciando misteriose formule magiche, mettendo sul collo del malato un giogo di aratro o di carro e battendogli il petto con “sa matzoca”, una pesante mazza di legno, poneva fine alle sue agonie.
A conseguenza della morte arrivano “Sas Attitadoras”, le prefiche, che ricevendo a volte un compenso piangono e, improvvisando dei versi, cantano la vita e i meriti del defunto.
Vestite col costume del villaggio, col viso semicoperto dall’ampio scialle nero, sedute in cerchio accanto al morto, piangono, urlano e recitano i loro versi battendosi i pugni sul petto.
S’Attitu era una lamentazione eseguita in forma poetica, cioè secondo un ritmo personale che dava all’orecchio di chi ascoltava l’impressione di una certa musicalità.

Con la mostra Arcanos Desvelos alcuni dei miti, delle leggende e dei riti che riguardano la Sardegna, prendono forma. Questa mostra, non ha la pretesa di raccontare, o di far rivivere gli esseri o le creature della fantasia popolare sarda, ma di mettere a disposizione un po' del tantissimo materiale che studiosi, cultori o semplici appassionati hanno in tutti questi anni raccolto. Ognuno dei visitatori può aggiungere ciò che vuole, ciò che sa senza porre freno al proprio immaginario o sapere leggendario e fantastico.

La Mostra sarà aperta al pubblico dal 7 febbraio al 8 marzo 2015 e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 09:30 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:00..
E’ inoltre possibile concordare la visita guidata alla Mostra in orari diversi da quelli indicati o avere maggiori informazioni telefonando ai numeri 0785 743044  e 347 9481337.
 

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