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Il Deposito di Scorie Radioattive e la Piana di Ottana/Bolotana: il peso di 1.500 posti di lavoro (per 4 anni) nel Deserto che avanza

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Siamo a meno 2 giorni all'alba: Mercoledì 13 Settembre si chiudono i termini per la presentazione delle osservazioni alla Commissione Via/Vas del Ministero dell'Ambiente per il Programma Nazionale per la costruzione del Deposito di Rifiuti Radioattivi.

Cosa significa? Significa che si chiude la fase di consultazione pubblica per il Piano e che, presumibilmente in tempi brevi, si arriverà alla pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), tenuta fino ad ora segretissima ma in realtà consegnata all'ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ambiente) già da 2 anni e mezzo, esattamente il 2 Gennaio del 2015.

LA CNAPI è ovviamente un documento sensibile, perché la sua diffusione farà con tutta probabilità insorgere i territori individuati come potenzialmente adatti ad ospitare le Scorie Radioattive.

Ad elaborare la Carta e a consegnarla all'ISPRA è stata la SOGIN, la Società di Stato che ha il compito di localizzare, realizzare e gestire il Parco Tecnologico e il Deposito Nazionale.

L'investimento preventivato per Deposito e Parco Tecnologico è di circa 1 Miliardo e mezzo di Euro, così suddivisi : 650 milioni di euro (43%) verranno investiti nella localizzazione, progettazione e costruzione del Deposito Nazionale, 700 milioni di euro (47%) in infrastrutture interne ed esterne, mentre 150 milioni di euro (10%) nella realizzazione del Parco Tecnologico.

A questi, si legge nel sito ufficiale, va aggiunto fino a 1 miliardo di euro per progetti di ricerca del Parco Tecnologico, attraverso finanziamenti pubblici e privati.

Un pacchetto finanziario decisamente corposo, che andrà a riempire un piatto sostanzioso che verrà posto sulla tavola degli eventuali candidati, al quale vanno sommati i 1.500 posti di lavoro per 4 anni di cantiere (questo il tempo individuato per la realizzazione dell'opera) e 700 per l'esercizio dell'infrastruttura.

Per individuare il Sito che ospiterà il Deposito Nazionale sono stati fissati una serie di criteri: tra i Criteri di Esclusione, per esempio, troviamo le aree “vulcaniche attive o quiescenti”, quelle contrassegnate da “sismicità elevata e da fenomeni di fagliazione”, quelle a “rischio geomorfologico e idraulico”, quelle ubicate al di sopra dei 700 metri sul livello del mare e quelle a distanza minore di 5 Km dalla costa.

In Sardegna si inizia ad aver paura: l'Isola sembrerebbe infatti avere le caratteristiche adeguate per ospitare le Scorie Nucleari.

La seconda fase del processo di localizzazione “è finalizzata ad individuare, nelle aree potenzialmente idonee, i siti da sottoporre ad indagini di dettaglio” e la selezione verrà effettuata “sulla base di valutazioni con dati a scala regionale, di eventuali verifiche in campo e tenendo conto di fattori socioeconomici”.

I fattori socio-economici : su questo specifico punto possiamo focalizzare l'attenzione per tornare così in uno dei luoghi dei quali ci occupiamo spesso come sito d'informazione e che, secondo alcuni, potrebbe essere il sito sardo individuato, cioè la Piana ex Industriale di Ottana-Bolotana.

Come sappiamo, quest'area industriale è stata trasformata in un vero e proprio Deserto, nonostante i fiumi di denaro che per decenni la hanno attraversata.

Se escludiamo un paio di aziende che resistono dalle parti del contratto d'area di Bolotana, il resto è un cimitero industriale in piena regola e con l'ufficializzazione del licenziamento dei 58 lavoratori di Ottana Polimeri ( già in cassa integrazione da 3 anni) lo scorso 8 Agosto, la produzione nel sito è ormai solo un antico ricordo: l'area industriale è un non-luogo vuoto che sembra solo attendere di essere riempito.

In un quadro simile, farà un certo stupore sapere che INVITALIA, Società del Ministero dello Sviluppo Economico, ha finanziato con circa 3 Milioni di Euro una serie di interventi per la “reindustrializzazione e la competitività” di quest'area (sostituzione impianto di illuminazione pubblica, nuova cabina di trasformazione MT/bt, impianto di videosorveglianza TVCC, completamento rete fibra-ottica, by-pass generale impianto di depurazione per la segregazione dei reflui fuori specifica, sistema monitoraggio ambientale controllo reflui, completamento rete antincendio): interventi realizzati lo scorso anno (2016) con un bando di gara pubblicato a metà del 2014.

Se lo spopolamento la fa da padrone nell'intera area (condizione anch'essa favorevole per un possibile Deposito), c'è da dire che chi è restato in questo centro Sardegna depauperato ha fame di lavoro e di occupazione e certi numeri roboanti ( 1.500 posti di lavoro per 4 anni di cantiere e 700 sostanzialmente fissi) potrebbero essere anche interpretati e rilanciati come la nuova rinascita – dopo il fallimento del Sogno Industriale - della Media Valle del Tirso.

Al quadro va aggiunto un segnale poco confortante: il Governo Italiano non ha mai smentito quanto denunciato nel Gennaio del 2016, anche presso la Camera dei Deputati, da Mauro Pili, secondo il quale proprio il sito di Ottana sarebbe stato visitato da “tecnici di società terze, collegate alla Sogin” per valutare la Piana di Ottana come deposito delle Scorie Nucleari.

Lo stesso Pili, nella serata di oggi, Lunedì 11 Settembre, alle ore 18.30 chiuderà la sua marcia contro il possibile arrivo delle Scorie Nucleari con un sit-in presso il Nuraghe Succuronis, nella strada Macomer-Bosa.

Se la Sardegna, ed in particolare la Piana di Ottana-Bolotana, è davvero nella lista dei siti potenzialmente idonei, lo scopriremo solo quando lo Stato Italiano calerà le sue carte segrete: ad oggi possiamo solo dire che l'Isola, e nello specifico l'area ex industriale del suo centro svuotato, sembrerebbe avere caratteristiche generali che potrebbero calzare a pennello per il Programma Nazionale.   

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