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Bolotana. Le tensioni sulle vie del carbone

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BOLOTANA. Una presentazione particolare quella che si è tenuta ieri nell'affollata Aula Consiliare di Bolotana. L'evento, organizzato dall'Amministrazione Comunale, con al centro l'ultimo libro del professor Vincenzo Pepe, “Non nel mio giardino. Ambiente ed energia oltre la paura”, ha portato nel paese del Marghine gli amministratori di tutta la zona, oltre che molti cittadini preoccupati per il futuro del territorio.
Il libro in questione infatti, così come il suo autore, non poteva certamente passare inosservato in questa fase di acceso dibattito attorno al piano di riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Ottana Energia presentato da Paolo Clivati, non a caso presente in sala.
Le posizioni del professor Pepe, ribadite anche durante la presentazione, sono quelle di chi si definisce “ambientalista” ma con un approccio “realista”, favorevole tra l'altro alla produzione di energia nucleare, teso a scardinare quelli che vengono definiti atteggiamenti fondamentalisti, ideologici, che mancano di ragionevolezza e che bloccano lo sviluppo del Paese.
E pare essere questo l'approccio scelto dell'Amministrazione, che non ha ancora espresso ufficialmente un parere sulla questione del carbone, ma che apre per la prima volta un dibattito pubblico tracciando la linea che intende seguire: quella del rigettare i NO a priori per ragionare sulla possibilità del carbone pulito, compatibile con l'ambiente, previsto, sostiene l'Assessora alla Cultura Mariaelena Motzo, già nel Piano Bersani del 2007.
Un percorso dettato dalla drammaticità della situazione, in quanto “è lo spopolamento il vero tumore maligno che affligge il nostro territorio, - afferma il Sindaco Francesco Manconi nella sua introduzione – sappiamo che dove muore l'industria aumenta la disoccupazione.”
“Ogni attività umana comporta un rischio - afferma il professor Pepe – ed è necessario calcolarlo. Certo esso dev'essere sostenibile, accettabile. Ma senza rischio non c'è sviluppo. Bisogna abbandonare i fondamentalismi.”
Forse il professor Pepe non sa di avere di fronte una platea particolare, e appare stupito quando il gruppo Cittadini Liberi, presente in sala, esibisce platealmente lo striscione contro la centrale a carbone di Ottana, facendo esplodere parte della sala in un applauso di consenso.
Forse il professor Pepe non sa che quella folla radunatasi per ascoltare il suo colloquiare disteso vive quella stessa paura etichettata forse con troppa leggerezza come “provincialismo”; perché in un territorio depauperato da una industrializzazione dissennata e fallimentare che ha lasciato in eredità gli scarti del “progresso” e la desertificazione economica e sociale, affermare che la tutela e la salvaguardia del proprio territorio equivale ad avere un atteggiamento fondamentalista potrebbe apparire come oltraggioso.
Anche l'intervento del professor Viola ruota attorno al “rischio sostenibile”, concetto fondante del libro di Pepe.
Ma il pubblico in sala sente come priorità riportare la discussione alla concretezza, alla possibilità di accettare o meno la proposta avanzata da Paolo Clivati.
Nella domanda a bruciapelo rivolta da una donna all'Assessore all'Ambiente Ivan Pinna, per l'occasione in veste di moderatore, si condensano tutti i dubbi e la necessità di chiarezza dei cittadini presenti:
“Possiamo sapere qual è la sua posizione riguardo al carbone?”
“Non ha importanza adesso la mia posizione” risponde l'assessore “siamo qui per la presentazione di un libro”. E scoppia il caos. In sala si alza un vociare confuso, perché quando la politica si rifiuta di esprimere le proprie posizioni, specie su questi temi, i dubbi si alimentano e la diffidenza cresce inevitabilmente.
L'intervento del Sindaco Manconi, visibilmente innervosito, non pare placare gli animi.
“Questa amministrazione non ha paura di dire come la pensa sulle centrali. Abbiamo fatto questa iniziativa per informare meglio le persone. L' amministrazione non si è espressa in merito perché prima vuole capire di cosa si sta parlando. Abbiamo portato qua dei tecnici per farci capire. Ragioniamo soltanto su dati tecnico-scientifici.”
Una posizione di attesa dunque, quasi una sospensione, aspettando dati certi, che ci si augura arrivino al più presto e vengano resi noti alla popolazione nella tanto attesa assemblea aperta, nella quale poter trattare senza infingimenti una questione fondamentale e decisiva per il futuro di tutto il centro Sardegna.
 

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