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Il primo impianto al mondo per il riciclo dei pannolini è nato a Treviso: in Sardegna poteva nascere nel 2011, ma ci risero in faccia

di Carlo Piana

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La lettura di questoarticolo: www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/riciclo-dei-pannolini-treviso-impianto, mi ha ricordato un episodio del Novembre 2011.

Ricordo una riunione, un tavolo tecnico, almeno così ce lo vendettero, presente Carla Poli che veniva da Treviso, che strano vero? Con l'ex sindaco e l'assessore all'ambiente erano presenti i rappresentanti provinciali di tutti i sindacati e dei lavoratori della Tossilo Spa.

Fu consegnata una ipotesi di progetto a tutti i partecipanti al tavolo, di fronte alle domande dei sindacalisti Carla Poli rispose dando le spiegazioni tecniche sugli impianti ipotizzati e la forza lavoro necessaria, poi per chiarezza spiegò ai sindacalisti sospettosi che non era al tavolo come imprenditore privato ma come referente per il ciclo dei rifiuti dell’Unione Europea, rimborsata per sole spese di viaggio dalle Istituzioni pubbliche.  

La sua azienda non avrebbe partecipato alle gare per l’assegnazione degli appalti, con obbligo di procedura europea e garanzie di trasparenza. Si proponeva la realizzazione di questo impianto con un impegno finanziario quasi totalmente a carico di fondi europei e della Fater Spa. Mutismo e fastidio da parte di sindaco e assessore, non vedevano l’ora che la riunione inutile terminasse, ora sappiamo chi stava perdendo il proprio tempo, Voi cittadini di questa comunità.

L’idea proposta prevedeva la realizzazione di un impianto unico per la Sardegna per il trattamento dei pannolini/pannoloni provenienti dalla raccolta differenziata di tutta l’isola, ci spiegarono l’interesse dei produttori per la realizzazione di questo impianto: trasformare il ciclo post consumo di questi materiali consente un enorme risparmio fiscale in tutta l’Unione Europea per i produttori e distributori e si tratta del materiale più difficile da trattare nel ciclo virtuoso dei rifiuti, spesso finisce in discarica tal quale per la felicità di operatori e cittadini dei paraggi.

Per gli altri impianti si prevedeva un bacino di utenza ipotizzato per i quantitativi stimati in circa 147.000 ton delle Province di NUORO, OLBIA TEMPIO e ORISTANO. Lo ricordo perché un pezzetto di quel progetto é stato realizzato ad Arborea da un operatore privato per la provincia di Oristano, in quella piattaforma per il recupero di plastica e imballaggi lavorano il doppio delle persone che sono impiegate a Tossilo, ma qui siamo più furbi. Ci risero dietro, come risero quando li portammo a Tergu per vedere la piattaforma per il recupero degli imballaggi, adesso anche là ci sono quasi 80 dipendenti.

Il primo impianto al mondo per il recupero dei pannolini é nato a Lovadina di Spresiano, in provincia di Treviso, fa parte del sistema virtuoso dei comuni veneti, il Consorzio Priula, che allora ci veniva proposto come modello. Un ultima cosa,questa non è una rivendicazione rancorosa, il modello di business per la gestione dei materiali post consumo proposto allora é ancora realizzabile in Sardegna, se non lo faremo a Tossilo lo faranno da altre parti in Sardegna, così quando il nostro magnifico e economico inceneritore sarà finito i suoi 20 fortunati addetti potranno guardare tutti i materiali che prendono altre strade e danno lavoro ai loro colleghi lontano da qui.

Nessuna vergogna?


 


 


 


 


 


 


 

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