Partecipa a IlMarghine.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Restituire il potere di scelta alle Donne: a Macomer apre il Centro Antiviolenza

Condividi su:

MACOMER. Restituire il potere di scelta alle donne, esattamente quel potere che la violenza annulla o cerca di annullare: è questo il messaggio ribadito a gran voce da Luisanna Porcu, appassionata e combattiva Presidente di Onda Rosa, l'associazione che dallo scorso mese di dicembre gestisce il servizio offerto dalla neonata Casa delle Donne del Marghine aperta a Macomer.

Ieri sera, in una gremita sala della biblioteca comunale cittadina, è stato presentato il Centro Antiviolenza del Marghine, pensato e fortemente voluto dalle donne delle istituzioni del territorio e realizzato attraverso l'Unione dei Comuni, che ha stanziato i fondi per trasformare in realtà quello che in tante hanno definito “un sogno”.

Per combattere la violenza di genere e per supportare le vittime di violenza sessuale, fisica o psicologica, finalmente anche il Marghine si dota di uno strumento basilare messo a disposizione di tutte le donne e che garantirà anzitutto i requisiti fondamentali per essere efficace, che sono l'anonimato e la riservatezza dei luoghi.

Uno strumento importante per contrastare una piaga atroce come la violenza di genere, che troppo spesso emerge con l'atto finale, il femminicidio, ma la cui diffusione è segnata nei numeri, terrificanti, snocciolati anche ieri sera durante la manifestazione: il primo, divenuto in questi ultimi anni costante, di 125/130 donne uccise ogni anno in Italia, paese in cui, secondo l'Istat, 1 donna su 3 subisce violenza. E poi quel dato che focalizza la situazione nel nostro territorio, con una media di 330 donne all'anno si rivolgono al Centro Onda Rosa di Nuoro.

E ancora, quel dato di fatto incontrovertibile: la violenza è spesso, in gran parte dei casi, domestica: nasce e si consuma tra i muri di quelle case che dovrebbero proteggere le donne e che invece si trasformano in prigioni, ed è esercitata da quei compagni e da quei mariti che avrebbero dovuto amarle.

Condizioni delicate, troppo di frequente negate dalle stesse vittime, a volte denunciate alle autorità senza ottenere però in cambio una adeguata tutela.

Per tutte queste ragioni e per l'urgenza di “presidiare” i territori con centri specifici gestiti da personale altamente competente in materia, l'apertura della Casa delle Donne di Macomer è una notizia importantissima per tutto il territorio del Marghine e per le sue donne, che avranno in loco un luogo al quale rivolgersi in caso di necessità. Per accedere ai servizi offerti dal Centro Antiviolenza basterà chiamare il numero 347.5221831, attivo 24 ore su 24. Gli appuntamenti saranno presi in base alle esigenze delle donne e rispettando i loro tempi. La sede del Centro, ovviamente, resta assolutamente riservata.

«Accoglienza, ascolto, assistenza psicologica, assistenza legale, eventuale supporto ai minori vittime di violenza assistita, politiche di orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa: questo troveranno le donne nella Casa» - ha sottolineato Rossana Ledda, vicesindaca di Macomer e promotrice, insieme alle colleghe dei servizi sociali dei 10 comuni del Marghine degli ultimi 5 anni, del progetto che giunge oggi a compimento.

«Da oggi si apre una nuova era per il territorio del Marghine – è invece il commento di Silvia Fadda, ex assessora al sociale del Comune di Bolotana e prima coordinatrice del gruppo ideatore del centro – perché con l'apertura della Casa delle Donne rimettiamo in primo piano la cultura e la valorizzazione della parità di genere e il rispetto imprescindibile per la donna».

A sottolineare la complessità del progetto è stata invece la sindaca di Lei Marcella Chirra, che ha aggiunto: «oggi che è una realtà, il centro deve diventare la voce di tutte le donne in difficoltà», seguita dalla sindaca di Birori Silvia Cadeddu che ha fatto un appello ai presenti, chiedendo loro di farsi portavoce all'esterno dell'esistenza di questo nuovo strumento in grado di dare un aiuto concreto a tutte quelle donne che si sentono perdute.

Rita Morittu, assessora e vicesindaca di Silanus, si è soffermata invece sulla percezione sociale e culturale del problema della violenza esercitata sulle donne: «dobbiamo assolutamente investire in formazione e lavorare con attenzione per superare le resistenze che si riscontrano nella società».

All'incontro hanno partecipato gli amministratori del territorio e i rappresentanti delle forze dell'ordine e della Asl: una rappresentazione plastica della rete necessaria per affrontare e combattere il problema della violenza di genere.  

Condividi su:

Seguici su Facebook