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Il Marghine e le sue Istituzioni si schierano con i Pastori: l'Unione dei Comuni stila un documento in vista dell'assemblea di Tramatza

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MACOMER. Ha voluto che fosse l'Assemblea dei Sindaci a sviscerare la tematica della crisi del settore agricolo, raccogliendo la richiesta di attenzione avanzata dagli operatori del comparto con la restituzione delle schede elettorali e cercando il modo più incisivo per dar loro un appoggio utile in grado di andare oltre la semplice solidarietà: il Presidente dell'Unione del Marghine Antonio Succu ha per questo convocato in seduta straordinaria la riunione dei rappresentanti dei 10 comuni, compresi gli assessori all'agricoltura, con un unico punto all'ordine del giorno.
Il risultato è un articolato documento condiviso che verrà portato all'attenzione dell'assemblea che si terrà questo Sabato a Tramatza alle ore 10.30 e alla quale i Sindaci del Marghine parteciperanno.

Così la politica locale risponde al grido di dolore che arriva dalle campagne e lo fa offrendo, oltre che sostegno e vicinanza, anche un supporto di analisi e di proposte da condividere
I pastori del Marghine e la loro protesta entrano dunque d'imperio al centro dell'attenzione anche dell'ente sovracomunale: un passaggio non scontato in un territorio che per decenni si è concentrato, almeno politicamente, su una narrazione legata alla centralità dell'industria e che oggi si risveglia 
dal torpore consapevole di non potersi permettere di perdere i pezzi di quella economia reale, fortemente radicata, che ha retto al crollo del sogno industriale confermandosi come base solida delle comunità
Ad una crisi strutturale come quella che attraversa oggi il comparto agro-pastorale, deve però corrispondere una analisi dettagliata, approfondita e senza sconti ed è questa la priorità emersa della riunione svoltasi a Macomer, perché l'obiettivo è quello di rafforzare la protesta delle campagne portando all'attenzione della politica regionale le istanze declinate in maniera propositiva. 
«Stiamo parlando dell'ossatura della nostra economia – dice il Sindaco Antonio Succu - ed è urgente trovare delle soluzioni per uscire da questa gravissima crisi. Noi amministratori dobbiamo fare la nostra parte».
«Oltre la contestazione, che è assolutamente comprensibile, occorre fare il passo della proposizione – chiarisce la sindaca di Bolotana Annalisa Motzo – Questo non è stato fatto dal mondo agricolo, ma ancora meno da chi li rappresenta, ossia le associazioni di categoria, né dalla politica regionale e nazionale. Tutti quanti dobbiamo chiederci perché siamo di fronte a questo cortocircuito tra chi lavora e chi rappresenta quei lavoratori. Qual è – incalza - l'azienda agricola che può reggere se per 3 anni non gli viene riconosciuta l'indennità compensativa, che ovviamente gli spetta, se quei fondi dovuti vengono spostati ed usati per pagare la siccità e se, infine, ci si ritrova a fronteggiare il crollo del prezzo del latte, sceso talmente in basso da determinare una produttività pari a zero?» 
Una domanda retorica ovviamente, che marca i contorni di quel peso insostenibile caricato sulle spalle di chi lavora in agricoltura. 
«Dalla siccità gravissima alla contingenza negativa del prezzo del latte – insiste Antonio Succu - dal ritardo nei pagamenti dei premi comunitari all'esclusione degli allevamenti dei bovini dagli aiuti. Una situazione gravissima alla quale si sommano i problemi dovuti ai ritardi nei pagamenti del PSR, pratica istruita dalla Regione tramite ARGEA e della Pac, in carico ad AGEA. Credo – argomenta il Sindaco di Macomer – che sia sempre più impellente la necessità di avere un'agenzia sarda che si occupi di tutto questo».
Agenzia sarda alla quale si dice favorevole anche la Sindaca di Bolotana, che sottolinea le lentezze insostenibili dei grovigli dovuti ai passaggi burocratici tra livello regionale e nazionale.
I sindaci riuniti in assemblea hanno discusso a lungo e sono entrati nel merito della complessità dei problemi, preferendo però non prendere una posizione definita rispetto alla modalità di lotta intrapresa dai pastori: «in qualità di amministratore non me la sento di restituire la scheda elettorale – dice il sindaco di Silanus Gian Pietro Arca – non biasimo però chi ha scelto di farlo e sostengo la protesta perché ne capisco le ragioni profonde che la muovono. Rinunciare ad un diritto politico per ragioni economiche fa emergere tutta la gravità della situazione in cui versa il comparto. Nel mio comune le aziende agricole sono un centinaio e rappresentano una parte essenziale della nostra economia. Dobbiamo spenderci per trovare delle soluzioni attraverso il dialogo ed il confronto».  
Una posizione diversa rispetto, per esempio, a quella espressa ed assunta dal collega di Dualchi Ignazio Piras che, insieme a tutta la sua Giunta, ha deciso di unirsi al non voto dei suoi concittadini riconsegnando le schede elettorali
Approcci e modalità di sostegno con sfumature diverse anche all'interno della stessa Unione dei Comuni del Marghine, ma un unico obiettivo da raggiungere: richiamare la politica alle sue responsabilità e rimettere seriamente al centro dell'attenzione e dell'impegno un settore strategico come quello agricolo. 

 

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