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Commissione d'Inchiesta su Ottana, l'Assessorato all'Ambiente: “contaminazione limitata all'acqua di falda, assente nei terreni insaturi”

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Area Industriale di Ottana. Continuano a Cagliari le audizioni della Commissione d'Inchiesta su Ottana, costituita di recente, legata alla legislatura in via di esaurimento e presieduta da Luigi Crisponi.

Mentre le luci dei media sembrano essersi affievolite dopo la grande attenzione riservata all'annuncio che “a Ottana è disastro ambientale”, i lavori della Commissione proseguono e, dopo l'audizione dell'Assessore Raffaele Paci, oggi è stata la volta dell'Assessora all'Ambiente Donatella Spano.

Un'audizione importante, proprio a fronte dell'allarme inquinamento lanciato dalla stessa Commissione solo pochi giorni fa, e alla quale hanno partecipato anche la Direttrice Generale dell’Assessorato Paola Zinzula e il Presidente dell’Arpas Alessandro Sanna.

Cosa è emerso?

I tecnici dell’assessorato dell’Ambiente – si legge nel resoconto ufficiale pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio Regionale - hanno spiegato che i dati in loro possesso, alcuni risalenti al 2009 e altri al 2017, hanno evidenziato una situazione molto meno rischiosa rispetto ad altri siti industriali, ma che richiede, come ha sottolineato il presidente dell’Arpas, comunque un approfondimento e un continuo monitoraggio”.

Allarme inquinamento rientrato dunque? E chi può saperlo, è il caso di dire.

La Direttrice Zinzula ha spiegato che dal 2009 è attiva nella Regione Sardegna la rete di monitoraggio delle acque sotterranee predisposte nell’ambito della programmazione POR Sardegna 2000-2006 e che sul territorio di Ottana sono presenti 22 punti d'indagine.
Le indagini, realizzate dalla Regione sulle aree pubbliche nel 2009 – è stato chiarito entrando nel dettaglio - hanno evidenziato che “non c’era contaminazione nei terreni insaturi (ossia quelli non acquiferi), mentre nella falda c’era contaminazione di arsenico, manganese e presenza puntuale di cobalto, nichel, piombo, vanadio, triclorometano solfati, fluoruri, cloruro di vinile, 1, 2 dicloroetano, tricloroetilene, PCB eccedenti le Concentrazioni soglia di concentrazione (Csc), anche se di lieve entità. Soltanto nell’area ex Montefibre è stata rilevata la presenza di amianto nel top soil in tre punti dell’Isola 5, già rimossi nel 2010”.

I tecnici dell’assessorato hanno evidenziato quanto già scritto nero su bianco nel Dossier su Ottana pubblicato dalla Regione nell'Aprile del 2018: “un’assenza di contaminazione sui terreni insaturi e sul top soil (i primi dieci centimetri di terreno) e una contaminazione limitata all’acqua di falda con eccedenze per lo più puntuali e di non elevata entità”.

Insomma, i terreni non sarebbero inquinati e qualche sostanza tossica si registrerebbe nelle acque di falda.
Il presidente della Commissione Luigi Crisponi ha chiesto un approfondimento chiaro, dettagliato e aggiornato, che specifichi in che modo e in quali punti siano stati fatti i rilievi, con i relativi dati, chiedendo anche una relazione sull’analisi delle acque del Tirso nella zona che insiste sull’ex area industriale di Ottana.
L’Assessora Spano inoltre – sempre secondo il resoconto – ha riferito alla Commissione di aver chiesto, nell'ambito di un tavolo a Roma, che il sito di Ottana venga riconosciuto come Area Speciale e ha spiegato perché questa strada è preferibile al riconoscimento come area SIN: l'area Speciale servirebbe ad ottenere maggiore supporto da parte dello Stato, in termini di risorse e di agevolazioni, lasciando però la cabina di regia alla Regione Sardegna, mentre come Sito d'Interesse Nazionale vi sarebbe un passaggio di competenze dalla Regione al Ministero dell’Ambiente e, quindi, ogni singola autorizzazione richiesta per Ottana dovrebbe essere rilasciata da Roma.

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