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Macomer. Le domande “sconsigliate”, le polemiche, la diplomazia e la massima onorificenza mai programmata: domani l'incontro con l'Ambasciatore d'Egitto

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MACOMER. Alla fine è stato lo stesso Ambasciatore egiziano Hisham Badr ad intervenire – con spiccato piglio diplomatico - per smorzare le feroci polemiche divampate nei giorni scorsi e che hanno trasformato l'incontro tra l'esponente egiziano e gli studenti del Liceo G. Galilei di Macomer in un caso nazionale.

Dichiarando la disponibilità a rispondere a tutte le domande, comprese quelle sul caso Giulio Regeni, il rappresentante della Repubblica Araba d'Egitto ha stemperato le tensioni, ed una crescente attenzione da parte del media nazionali, che hanno trascinato il progetto Embassy Adoption Program dentro una bufera perfetta che ha di fatto svuotato di senso il percorso fatto degli studenti e che li aveva portati a cimentarsi in una simulazione dei lavori dell'Onu insieme a 1.500 studenti di tutta Italia, nella quale avevano rappresentato proprio l'Egitto.

A far scoppiare le polemiche è stata la denuncia, da parte di uno studente, di una sorta di divieto imposto dalla Dirigente scolastica Gavina Cappai, la quale avrebbe chiesto agli studenti di non sottoporre al diplomatico quesiti inerenti il sequestro, le torture e la barbara uccisione di Giulio Regeni, ricercatore italiano morto al Cairo nel 2016.

Ad alimentarla, la polemica, è stata poi la scelta della stessa Dirigente di non smentire la notizia: la professoressa Cappai ha preferito infatti trincerarsi dietro un imbarazzante silenzio ed è stato quindi impossibile porre le domande del caso per cercare di comprendere i contorni di una “indicazione” che parrebbe essere stata data ai ragazzi durante la preparazione dell'incontro che si svolgerà domani mattina, Mercoledì 30 Ottobre, a partire dalle ore 11, presso l'aula magna del Liceo G. Galilei.

Una presunta censura che, se confermata, finirebbe per gettare un'ombra sulla scuola macomerese. Il rischio, palese, è quello di vedere intaccata l'immagine dell'istituto, ove esposto alla possibilità di derogare su un principio costituzionalmente garantito come la libertà di espressione e, più in generale, di mortificare il senso e il ruolo educativo di un'istituzione, quella scolastica, che sempre dovrebbe tendere allo sviluppo della capacità di analisi ed alla valorizzazione dello spirito e del pensiero critico.

Dall'interno, qualche studente impegnato nel progetto “Adotta un'Ambasciata” – palesando una lettura differente dei fatti rispetto a colui che ha denunciato l'accaduto scatenando le polemiche - ha cercato di ridimensionare la vicenda, confrontandosi sui social e spiegando che l'argomento Regeni in realtà “non è stato impedito, ma semplicemente sconsigliato perché non pertinente con il tema dell'incontro, ossia il partenariato economico tra Italia ed Egitto”.

Se è evidentemente difficile immaginare un confronto con un diplomatico organizzato e definito a compartimenti stagni, quasi si presumesse che lo siano nella realtà anche le relazioni tra gli Stati, alla fine la tappa macomerese - ma anche sarda, visto l'incontro dell'ambasciatore con il Presidente della Regione Solinas - del rappresentante egiziano potrebbe aprire un ulteriore spazio di riflessione ed approfondimento, andando molto oltre la dimensione specifica del progetto con la scuola ed inserendosi in un quadro decisamente più complesso. Quello che, appunto, chiama in causa proprio i rapporti bilaterali tra Italia e Egitto e quella “Ragion di Stato”, intrisa di interessi geopolitici, economici ed energetici (basti pensare alla recente scoperta, da parte dell'italiana Eni, di Noor, il più grande giacimento di gas naturale della regione, talmente massiccio da incidere pesantemente sugli equilibri nel Mediterraneo), che sul difficile cammino per ricostruire la verità sull'omicidio del ricercatore italiano e rendere giustizia al giovane Giulio Regeni sembrerebbe aver avuto più di un peso e di una ripercussione.

Sul fronte politico macomerese la visita di Hisham Badr – già prima delle polemiche sulle domande non consentite - aveva registrato la presa di posizione dell'ex Sindaco Riccardo Uda: “non riesco a comprendere perché una piccola comunità come la nostra conferisca onori e dignità da aula consiliare e da aula magna al rappresentante di un governo antidemocratico che pratica la tortura. Declino l’invito rivoltomi dall’amministrazione comunale e dall’istituto scolastico a partecipare ad un tale evento” - ha scritto il Consigliere della minoranza sui social prendendo chiaramente le distanze dall'iniziativa.

Con l'interessamento dei media nazionale a seguito della denuncia della censura preventiva sui quesiti scomodi da porre all'ambasciatore, ad emergere è stato anche un'altra notizia: quella secondo cui il diplomatico egiziano avrebbe dovuto ricevere la massima onorificenza con il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Macomer. Secondo le ricostruzioni, il programma sarebbe poi saltato a seguito degli effetti dell'inchiesta oristanese che ha portato il Sindaco Antonio Onorato Succu agli arresti domiciliari. Abbiamo verificato la veridicità di questa informazione, risultata infondata: non vi è mai stata l'intenzione di conferire la cittadinanza all'ambasciatore e, di conseguenza, non vi è stato nessun cambio di programma. A confermarlo sono la vice, facente funzioni di Sindaco, Rossana Ledda e Vanessa Boi, Presidente della Global Action, l'associazione che ha curato l'organizzazione della tappa sarda del diplomatico egiziano.

Il passaggio di Hisham Badr presso l'aula consiliare del Comune di Macomer – previsto per le ore 10 – si svolgerà così come concordato dal principio per i saluti di rito da parte dell'Amministrazione che, a seguito della sospensione di Succu dalle funzioni, è rappresentata da Rossana Ledda.

Macomer accoglie l’ambasciatore con il garbo istituzionale e la cortesia e attenzione che Lui ha rivolto ai nostri ragazzi” - aveva dichiarato la vice Sindaca intervenendo nel dibattito sui social ed esprimendosi anche sulle presunte domande pilotate: “non v’è dubbio che, a mio parere, i ragazzi abbiano tutti i diritti di fare domande spontanee e di chiedere giustizia e chiarezza a tutti i livelli e non credo che l’Ambasciatore si sottrarrà dal dare le risposte. Macomer non censura nessuno e non alza muri!”.

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