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Ottana. Gli operai di Clivati dichiarano lo stato di agitazione

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OTTANA. Disillusi, stanchi dei rinvii, delle promesse disattese, di una situazione dai tratti poco chiari che si delinea solo nell'incertezza del proprio futuro, legato ad un posto di lavoro più che mai instabile, appeso ad un filo sottile esposto alle intemperie.
Gli operai di Ottana Polimeri non ci stanno ad abbassare la testa e a farsi travolgere dagli eventi: lo hanno ribadito in modo forte e chiaro ai loro rappresentanti sindacali che nella giornata di Venerdì li hanno convocati per informarli della risposte rese da Paolo Clivati, amministratore unico di Ottana Polimeri, sul futuro della produzione del Pet, la plastica utilizzata per le bottiglie.  
“Non siamo in grado di dare una risposta sul futuro della produzione – avrebbe detto l'imprenditore secondo quanto riportato da Sergio Zara – il mercato è in crisi e noi non riusciamo ad essere competitivi. L'assenza di dazi che tutelino i produttori locali e il valore troppo alto dell'Euro non ci consentono di esserlo”.
Una risposta e una posizione inaccettabile per i lavoratori: da 1 anno il reparto PACT fa Cassa Integrazione in maniera alternata così come, da Febbraio di quest'anno, il reparto POLY.

Fino al 2009  la produzione era nelle mani della multinazionale americo-kuwaitiana Equipolymers, che lasciò in quell'anno gli stabilimenti di Ottana dopo una snervante trattativa con la centrale di Ottana Energia, dello stesso Clivati, che imponeva un costo dell'energia insostenibile e fuori dalle regole del mercato (170 Euro/MW).
Agli americani subentra nel 2010 Ottana Polimeri, appartenente a UAB Polimeri Europe, società mista costituita nello stesso anno e detenuta da IVL Belgium, holding europea del gruppo thailandese  Indorama,  e PC Holding International, controllata da PCH Srl, facente capo allo stesso Paolo Clivati.

Fino al 2012 gli impianti producevano al massimo e proprio nel 2012 si è registrato il record di produzione, anche se il premio spettante ai lavoratori, come sottolineano gli operai, non è mai stato pagato.
L'unico spiraglio prospettato è quello del riavvio del reparto Poly per la produzione di 4.000 tonnellate di prodotto in 20 giorni di lavoro, poi di nuovo lo stop.
La rabbia dei lavoratori  è difficile da contenere e l'assemblea si scalda:
Cosa succede a Gennaio? Clivati ha chiesto altre 13 settimane di cassa. Non vuole riaprire! Ciò che vuole è ottenere l'Essenzialità!”.
Il Regime di Essenzialità, ecco il punto.
Nelle prossime settimane si terranno importanti incontri nazionali per ottenere la proroga del regime di essenzialità per la centrale elettrica di Ottana Energia.
Se la chimica è ferma, se quel polo industriale è un deserto sconsolato, il regime di essenzialità non ha però alcun senso, perché l'energia prodotta dovrebbe essere “essenziale” proprio al polo industriale di Ottana.
Un fronte praticamente unanime, da Clivati alle parti sociali agli enti locali, ritiene indispensabile ottenere la proroga del regime di essenzialità.
L'intenzione dei sindacati è quella, ribadita anche in questa sede, di condurre una battaglia per ottenere finanziamenti pubblici e salvare la chimica nel Centro Sardegna.
Gli operai, probabilmente stanchi di sentirsi propinare buone intenzioni e fiumi di parole, avanzano molti dubbi sull'operazione in corso ed è chiaro a chi assiste all'incontro lo scollamento totale tra loro, ultimo pezzo di una ormai dimenticata classe operaia, e i rappresentanti sindacali che dovrebbero tutelare i loro diritti e il loro lavoro:
da 1 anno e mezzo dite sempre le stesse cose e non si arriva mai da nessuna parte. Clivati ci prende in giro proponendo 20 giorni di produzione. Butta fumo negli occhi per dire che a Ottana la chimica c'è ancora e ottenere l'essenzialità. Non ha speso 1 centesimo sull'impianto” interviene un lavoratore, e un altro, ancora, “ basta! Ottana è morta! E voi dite solo cazzate!”, e ancora, in un crescendo d'indignazione “perché non avete convocato Indorama? Dovevate fare quello, siete tornati qua a dirci cosa? Otteniamo l'essenzialità e poi vediamo? L'avete già fatto l'anno scorso questo!”
La difficoltà dei sindacalisti è palese.
L'assenza di un piano industriale, la situazione di stallo priva di una prospettiva a breve e lungo termine, la difficoltà di comprendere le intenzioni della società di Clivati, l'inesistenza di un progetto alternativo, la molteplicità dei ruoli dell'imprenditore milanese, tutto contribuisce a creare una dimensione di incertezza assoluta nella quale orientarsi diventa davvero complicato.
La richiesta dei lavoratori ai propri rappresentanti è quella di chiedere ed ottenere un incontro in Regione per la convocazione di  Indorama, alla presenza di una delegazione di operai.
La speranza è che dai thailandesi possa arrivare qualche risposta più chiara sul futuro della produzione del Pet nel Centro Sardegna.
La lunga assemblea si è conclusa con la proclamazione ufficiale dello stato di agitazione dei lavoratori di Ottana Polimeri. 

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