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Paolo Clivati e la filiera che non c'è: Versalis presenta il piano d'investimento per 1,2 miliardi, ma non include Sarroch. La filiera del paraxilene è sempre più lontana

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Negli ultimi mesi sembrava questa l'unica opzione possibile per il rilancio di Ottana Polimeri: la realizzazione di una filiera sarda dal paraxilene al pet.

Dalla Regione ai Sindacati, da Confindustria alla proprietà, tutti sembravano lavorare per questa soluzione.

Ma le notizie che arrivano dal fronte Versalis (ENI) non sono affatto confortanti: la società ha infatti presentato la scorsa settimana  il piano quadriennale di investimenti per 1,2 miliardi di Euro.

Tra gli interventi indicati, Mantova, Ferrara, Priolo e Porto Marghera: assente Sarroch, sede dello stabilimento che produceva proprio la materia prima necessaria ad Ottana Polimeri per la produzione del PET, la plastica per le bottiglie.

Che qualcosa non tornasse lo si era intuito da molto: nei mesi scorsi infatti il patron Paolo Clivati aveva dichiarato alla stampa che si stava procedendo a firmare un accordo tra Ottana Polimeri e Versalis-Eni per la realizzazione di una filiera sarda dal paraxilene al pet.

Dichiarazioni che avevano però incassato l'immediata smentita da parte sia di ENI che della Saras (gruppo Moratti che ha rilevato una parte degli stabilimenti).

«Non risulta alcuna richiesta o proposta di accordo, né diretta né indiretta tramite canale istituzionale, per rilevare attività o impianti, peraltro già in dismissione e in fase di bonifica, dello stabilimento di Sarroch» aveva infine aggiunto la società, lasciando davvero pochi margini d'azione.

Chiamata in causa direttamente, Versalis aveva tra l'altro ricordato all'imprenditore che era stato proprio lui ad interrompere, nel 2013 (l'ultima fornitura è del Febbraio 2014), il contratto di fornitura del paraxilene prodotto a Sarroch, smontando quindi anche la teoria secondo la quale lo stop della produzione di bottiglie nella piana di Ottana sia direttamente legato allo stop, peraltro successivo, della produzione a Sarroch.

Con la pubblicazione del piano di investimenti per i prossimi 4 anni, sembrerebbe quindi chiudersi definitivamente ogni possibilità di accordo, anche perché, come dichiarato da Eni, quegli stabilimenti sono in fase di bonifica. 

Sull'altro versante, gli operai in cassa integrazione dell'Ottana Polimeri, dal Luglio dell'anno scorso chiedevano di poter conoscere le posizioni della multinazionale Indorama ( proprietaria al 50% della società Ottana Polimeri) sul futuro degli stabilimenti, che già allora, da un anno, facevano cassa alternata.

Indorama non ha mai risposto, ma nel frattempo ha investito ovunque nel mondo tranne che a Ottana.

Nel report 2015 pubblicato sul sito ufficiale, la multinazionale thailandese indicava “Closure Ottana”, lasciando poco spazio all'immaginazione.

Ad oggi, di Indorama ancora nessuna traccia.

Più che l'incertezza assoluta, oggi sembrerebbero rimasti davvero pochi dubbi sul futuro della produzione e, soprattutto, su quello degli 88 operai Polimeri. 

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