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La Pretesa degli Aiuti di Stato ( Essenzialità ) per tenere in vita un Sistema già decomposto: la Politica Sarda e i Vuoti di Memoria

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Cos'è il Regime di Essenzialità?

Se lo chiedono in tanti, visto il bombardamento mediatico di questi giorni e le dichiarazioni allarmistiche di molti politici della sfera regionale sarda.

L'Essenzialità è un Regime che garantisce alle Centrali Elettriche l'acquisto da parte di TERNA (l'operatore che gestisce la Rete di Trasmissione Nazionale) dell'energia prodotta a prezzi fissi, al riparo dalle oscillazioni del Mercato: prezzi fissi che possono risultare addirittura 4 volte superiori rispetto a quelli della borsa elettrica.

In parole semplici, una sorta di Aiuto di Stato, una forma di Assistenzialismo concesso ai produttori di energia.

 

Le grandi Centrali Elettriche in Sardegna sono nate per soddisfare le esigenze dei grandi Siti Industriali: gli stessi che oggi, come si sa, sono miseramente falliti, lasciandosi dietro solo disoccupazione, inquinamento e depauperamento dei luoghi: insomma, il Deserto.

 

Ma chi paga il prezzo di questa forma di Assistenzialismo per la quale i nostri politici sono pronti a fare le barricate?

I Sardi naturalmente, nella loro bolletta.

Forse, anche per questo, si preferisce non spiegare bene di cosa si tratta.

 

Come Marghine.net, di Essenzialità ( per quanto riguarda la Piana di Ottana) ci siamo occupati molte volte negli ultimi 2 anni, cercando di capire la logica misteriosa che assegnava un ruolo “essenziale” alla Centrale Termoelettrica di Ottana Energia, che di questo Regime gode dal 2012 ottenendo di anno in anno le proroghe.

 

Una storia complessa e per certi versi singolare quella della Centrale del Centro Sardegna, di proprietà dell'imprenditore Paolo Clivati.

Che il Regime di Essenzialità fosse giunto al termine lo si sapeva già da tempo.

Facendo un passo indietro, per esempio, il 10 Aprile 2014, un documento del Consorzio Industriale Provinciale Nuoro, firmato da tutti i Sindaci della zona interessata, sentenziava: “La mancata riconversione avrebbe ripercussioni sulla concessione dell'Essenzialità, causando la chiusura della centrale e dell'impianto chimico, con gravi ripercussioni sul Consorzio Industriale Provinciale”.

 

Di che Riconversione si tratta? Proprio quella della Centrale di proprietà di Paolo Clivati, attualmente alimentata ad Olio Combustibile, considerata obsoleta e che, come richiesto più volte dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), andava riconvertita entro il 2014.

Riconversione mai avvenuta, anche perché la proposta avanzata dal patron Clivati era stata quella più conveniente dal punto di vista economico del passaggio al Carbone, rigettata dal territorio in quanto troppo impattante da un punto di vista ambientale.

Ad appoggiare il progetto di riconversione a Carbone della Centrale erano stati i Sindacati e la Confindustria, che vi vedevano il passaggio obbligato in attesa del gas metano per evitare lo smantellamento industriale della piana di Ottana.

 

Uno “smantellamento” difficile però da spiegare e sostenere razionalmente: chiunque viva nella zona conosce benissimo la condizione di desolazione nella quale versa l'area Industriale di Ottana, spremuta fino all'osso dagli avvoltoi, fatta di capannoni vuoti e di aziende fantasma che, dopo essersi accaparrate i finanziamenti pubblici, si sono letteralmente volatilizzate.

 

Di quale impianto Chimico parlavano i Sindacati e la Confindustria?

Di quello di Ottana Polimeri ovviamente, l'azienda che produceva il Pet per le bottiglie di plastica di proprietà, coincidenza, dello stesso Paolo Clivati.

Un impianto fermo da due anni, le cui sorti sono state legate, strumentalmente, proprio alla concessione dell'Essenzialità: peccato però che in questi anni il Regime sia stato concesso, ma l'impianto non sia mai stato rimesso in marcia.

A completare un quadro davvero desolante, sono i fatti di cronaca che farebbero emergere le modalità di gestione della Centrale di Ottana Energia: basti citare il caso delle “Pecore Nere” e quello della Moria di Pesci nel Fiume Tirso, episodi che parrebbero potersi ricondurre alla fuoriuscita di materiali inquinanti dalla centrale e sui quali sono in corso i rispettivi processi.

 

Di fronte ad una situazione di questo tipo, davvero risulta di difficile comprensione la sollevata di scudi della politica sarda.

Per quale oscura ragione si dovrebbe riconoscere un ruolo Essenziale ad una Centrale obsoleta che opera in un Sito Industriale completamente dismesso?

Quali interessi sta difendendo la nostra classe dirigente? Quelli dei sardi? O quelli di altri? 

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