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Bolotana. Del silenzio e dell'assenza

Note dal Consiglio Comunale

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BOLOTANA. La seduta del Consiglio Comunale di Bolotana si è tenuta Lunedì  in un'aula deserta e desolante, priva di uditorio e nel silenzio assordante delle voci delle Opposizioni.
Un'assenza che svilisce il senso e il ruolo del Consiglio Comunale, sede per eccellenza della esplicitazione politica, luogo nel quale si propongono le linee, le si argomenta, le si contesta, le si corregge e le si porta alla conoscenza della comunità. Spazio del dialogo e della crescita, nel quale la interlocuzione dialettica tra la Maggioranza e le Minoranze trova la sua massima espressione e sintesi democratica.
In tempi così complessi e di così bruciante crisi, è più che mai urgente una politica capace di programmare e ridare fiducia e speranza ai suoi cittadini.
La perdurante assenza dei Consiglieri di opposizione alle sedute del Consiglio Comunale, con l'unica eccezione del Consigliere di Forza Italia Mario Bussa, nel ruolo dell'oppositore unico ma in un clima che ha tutta l'aria di essere da grande coalizione, potrebbe far sorgere qualche dubbio nei cittadini più attenti ed ingenerare perplessità negli elettori più critici in ordine ad un contraddittorio politico dinamico e stimolante.
Quale possa essere la chiave di lettura della prolungata assenza del Consigliere Giovanni Cherchi, candidato Sindaco nella lista “Progetto e Sviluppo”, di Armando Saba, della stessa lista, e di Paolo Carta, candidato Sindaco per “Zente Noa”, è curiosità che chi siede in C.C., ciascuno nel proprio ruolo, dovrebbe soddisfare.
Le regole della democrazia impongono una spiegazione sul mancato avvio del procedimento di decadenza, a norma di Statuto, dei Consiglieri assenti e sulla conseguente mancata surroga degli stessi.
Invece nulla si muove, e lo svuotamento democratico pare non essere percepito dagli elettori, che hanno col loro voto delegato completamente, senza avvertire evidentemente la necessità di un controllo anche minimo sull'attività politica dei propri rappresentanti.
Una cittadinanza attivamente partecipe, attenta e guardinga, sarebbe probabilmente uno strumento utile per correggere una prassi consiliare, forse consolidata, ma censurabile sul piano della rappresentatività e in ordine all’impegno assunto con gli elettori al momento del voto. 

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