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Canoni di affitto per gli Uffici del Corpo Forestale: Alberto Manca (M5S) denuncia il ricorso sistematico al privato e l'aumento dei costi

di Alberto Manca, portavoce dei cittadini presso la Camera dei Deputati

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Nel 2014, poco dopo l’insediamento della Giunta regionale, l'Assessore degli Enti locali, Finanza ed Urbanistica Cristiano Erriu promise una drastica razionalizzazione della spesa relativa ai canoni di locazione degli immobili che ospitano vari uffici centrali regionali e le sedi periferiche del Corpo Forestale.

Dopo quasi un’intera legislatura, i costi complessivi dei canoni sono aumentati (seguendo gli indici di adeguamento Istat e l’andamento del mercato) ed al di là dei pochi e doverosi tagli, tra i quali quelli relativi ad alcune delle sedi della Regione a Bruxelles, le promesse non sono state mantenute. Secondo gli ultimi dati pubblicati sul sito della Regione, aggiornati al 31/12/2017, tale spesa, comprensiva di Iva, imposta di registro e oneri condominiali, supera i tre milioni di euro annui, di cui 1.64 milioni per gli uffici centrali regionali e 1.41 per le sedi periferiche del Corpo Forestale.

In riferimento a queste ultime, sono eclatanti i casi della doppia sede di Alghero, terrestre e marittima (per un ammontare di 70.000 € annui), delle sedi di Siniscola (39.500 € annui), Olbia (49.000 € annui), Ittiri (21.000 € annui), ma gli esempi di sedi dai costi decisamente spropositati sono numerosi.

Si consideri che la durata media minima di questo genere di contratti è di sei anni e che gli stessi vengono quasi sempre rinnovati, tanto che in alcuni casi il rapporto di locazione è in essere ininterrottamente dai primi anni ’90: in ragione di tale situazione e di tali cifre, una seria programmazione volta a razionalizzare la spesa dovrebbe presupporre innanzitutto una preventiva ricerca dei locali da adibire ad uffici, garage ecc. tra gli immobili appartenenti agli enti pubblici cui fanno capo le varie sedi.

Il ricorso al mercato privato, ben più oneroso, dovrebbe avvenire solo in seconda battuta e con l'obiettivo di acquistare gli immobili, tramutando così delle mere spese infruttifere in veri e propri investimenti ammortizzabili nel tempo.

Lungi dall’essere la regola, il ricorso alle locazioni dovrebbe rappresentare l’extrema ratio.

Al contrario, le varie Giunte regionali hanno preferito mantenere in piedi questo sistema antieconomico.

Con l’attuale gestione, siamo addirittura arrivati al paradosso: circa un anno fa a Bolotana, nonostante l’offerta di un locale da parte del Comune, è stata condotta un’indagine di mercato (poi risultata vana) per l’individuazione di un immobile da adibire a sede della stazione forestale.

Altrove è andata anche peggio: a marzo 2016 la sede della stazione CFVA di Bortigiadas è stata “momentaneamente” chiusa per gravi carenze del locale in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale situazione sta creando importanti limitazioni al servizio svolto da parte del personale, il quale è stato provvisoriamente trasferito presso la stazione forestale di Tempio Pausania, in locali inadatti all’espletamento dell’attività del CFVA. Il procedimento di ricerca di un locale idoneo ad una riapertura a Bortigiadas, svolto circa un anno fa, non è andato a buon fine: ciononostante la Giunta regionale si rifiuta di accogliere l’offerta fatta dal Sindaco di Perfugas, il quale ha messo a disposizione uno stabile idoneo ad ospitare (gratuitamente) la sede della stazione CFVA.

Si tenga conto che il Comune di Perfugas è ricompreso nella medesima giurisdizione territoriale di Bortigiadas e peraltro risulta in posizione ancora più strategica e baricentrica rispetto a quest'ultimo. Attraverso il trasferimento ipotizzato, per il quale basterebbe una semplice delibera di Giunta regionale, si otterrebbe un risparmio di spesa non indifferente, garantendo al contempo un sensibile miglioramento del servizio sul territorio e quindi una migliore organizzazione geografica e funzionale degli uffici territoriali-periferici della Regione.

L’immobilismo della Giunta in tal senso non trova nessuna giustificazione tecnica o ancor meno economica, sembra piuttosto una scelta eminentemente politica (magari fatta per non scontentare qualche illustre amico del luogo) della quale tuttavia deve essere reso conto ai cittadini sardi. In ultima analisi, per quanto riguarda gli uffici centrali della Regione, i documenti citati evidenziano che alcuni di essi generano spese a titolo di indennità di occupazione, comportando quindi un esborso ben più elevato rispetto a quello di un normale canone di locazione: questa voce di spesa è verosimilmente dovuta alla reiterata occupazione di determinati immobili nonostante la scadenza ed il mancato rinnovo dei contratti di locazione per essi precedentemente in essere.

Tali dati offrono un’ulteriore conferma della totale incapacità di fare una seria ed attenta programmazione da parte di chi ne avrebbe non solo la competenza ma anche il dovere. Non solo, dimostra -ancora una volta- il vezzo degli esponenti di una certa classe politica di non mantenere le promesse fatte.

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