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Lo strappo dentro l'Unione dei Comuni: Bolotana e il “caso politico” sospeso in attesa di definizione

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MACOMER. “Non volevo rifare il presidente, ma i colleghi Sindaci hanno molto insistito perché l'ente sta attraversando una fase particolarmente complessa ed è necessario dare una continuità al percorso avviato. Ho accettato la carica, ma intendo il mandato per un tempo limitato per portare a termine le tante questioni aperte sul tavolo dell'Unione. Dobbiamo lavorare per potenziare la macchina amministrativa che in questo momento è debole e per portare ad ultimazione il piano di sviluppo territoriale, ma sarà necessario intervenire anche in tema di trasporti e di polizia locale e affrontare il problema della sanità, soggetta a troppi tagli e che necessita di essere difesa. Cercherò di riaprire un dialogo anche con il sindaco di Dualchi, che non partecipa da tempo alle riunioni dell'Unione. Ho ringraziato Luigi Daga per la responsabilità che si è assunto e i colleghi Sindaci per la fiducia e l'affetto che mi hanno riservato”. È questa la dichiarazione rilasciata dal rieletto Presidente dell'Unione Antonio Succu all'uscita della riunione tenutasi martedì sera a Macomer.

Una dichiarazione programmatica nella quale non trova spazio la polemica sul colpo di scena che solo un mese fa aveva fatto saltare la sua riconferma. Preferisce glissare dunque il riconfermato Presidente e non commentare la mossa tattica calata a sorpresa sul tavolo dell'ente sovracomunale dalla Sindaca di Bolotana che lo ha riguardato in prima persona.

L'unità del territorio è fondamentale e noi abbiamo sempre lavorato in un clima sereno nel rispetto delle posizioni di tutti” - è l'unica risposta sulla questione.

Se il Sindaco di Macomer scansa la polemica diretta, la distanza siderale ormai acclarata tra i Sindaci e la prima cittadina di Bolotana si evince, oltre che dai fatti, dal tenore di alcune dichiarazioni: anzitutto non è certo passata inosservata l'assenza di Annalisa Motzo alla riunione di martedì nella quale si acquisiva il parere tecnico richiesto dall'ente sulla incompatibilità sollevata dalla stessa Sindaca, ma soprattutto, sgomberando il campo dalle perifrasi, si criticano apertamente le modalità e i tempi dell'intervento e si parla in modo chiaro di un problema essenzialmente politico creato dalla Sindaca e di cui non si riesce ad inquadrare le ragioni.

A dirlo esplicitamente è il sindaco di Silanus Gian Pietro Arca: «faccio rilevare che la collega Motzo ha sollevato l'incompatibilità dell'unico candidato alla presidenza al momento di procedere all'elezione, senza alcun preavviso e senza aver posto nessun dubbio in tal senso nella precedente riunione nella quale avevamo discusso della candidatura. Porre il dubbio dell'incompatibilità è assolutamente legittimo e se ci avesse informato avremmo rinviato la riunione e chiesto una verifica tecnica. Invece – spiega Arca - ha portato a sorpresa sul tavolo la questione, con tanto di riferimenti normativi, e poi è andata via dichiarando di non voler partecipare al voto né per la presidenza né per il cda. La forma vale quanto la sostanza e non ci si comporta così dentro un contesto territoriale – sottolinea - È chiaro che c'è un problema politico, anche se noi ne ignoriamo le motivazioni».

E sono proprio le modalità di azione della sindaca bolotanese ad essere al centro delle diverse riflessioni poste dai primi cittadini. Se già il presidente pro tempore Luigi Daga, eletto per evitare la paralisi dell'ente dopo il passo indietro di Antonio Succu, si era espresso senza mezzi termini definendo la mossa «un intervento a gamba tesa con modalità che lasciano a desiderare», i commenti dei colleghi si pongono sulla stessa linea, non celando una certa irritazione sia per i modi utilizzati per sollevare la contestazione - che invece nel merito tutti ritengono assolutamente legittima - sia per la decisione di abbandonare subito dopo la riunione senza sostanzialmente porsi il problema di trovare una soluzione condivisa dopo aver fatto saltare l'elezione dell'unico candidato.

Ragionando sull'accaduto e ponendo la domanda che in molti continuano a fare (“a che pro si vorrebbe destabilizzare l'ente?”), la sindaca di Birori Silvia Cadeddu ha voluto ribadire che la ricandidatura di Antonio Succu era stata discussa e concordata da tutti basandosi sul fatto che il presidente uscente era riuscito “a creare un'idea di territorio condiviso lavorando sulla concertazione e riuscendo a tenere unito il gruppo dei Sindaci pur nelle discordanze che naturalmente esistono”.

Marcella Chirra, prima cittadina di Lei, ha voluto invece chiarire che dentro l'Unione del Marghine “non esiste una maggioranza e una minoranza, ma un insieme di persone che lavorano per il bene e lo sviluppo del territorio: le decisioni assunte e i progetti portati avanti - è la sottolineatura - hanno ricadute su tutti i Comuni e non ci si può permettere di paralizzare l'ente. Auspico – è il commento serafico della Sindaca - che in futuro le eventuali osservazioni vengano analizzate insieme ai colleghi”.

Insomma, la carta normativa calata con un temerario colpo di scena politico posto in essere dalla Sindaca di Bolotana a fine Agosto si è rivelata inapplicabile ed addirittura superata da successivi pronunciamenti delle autorità competenti, dando luogo a quello che a tutti gli effetti sembra uno “scivolone politico”.

Non solo, perché i rappresentanti degli altri Comuni si sono schierati tutti dalla parte di Antonio Succu riconfermando la fiducia già espressa ed eleggendolo Presidente e, alla fine, a restare a galla e a destare le perplessità maggiori tra i rappresentanti dal Marghine sono soprattutto le modalità di azione di Annalisa Motzo prima, durante e dopo la presa di posizione unilaterale.

La domanda sorge spontanea, pur restando sospesa nell'indefinito: siamo di fronte ad un eclatante caso di “suicidio politico” o vi è una questione politica di peso alla base della sempre più profonda frattura accentuata in modo ancora più evidente con la gestione di quest'ultima vicenda?

Qual è la ragione vera che ha portato la rappresentante bolotanese a porsi in una posizione di scontro aperto con il resto del territorio? E qual è il ruolo che il Comune di Bolotana – secondo per consistenza numerica nel Marghine – vorrebbe ricoprire in ambito sovracomunale e in quale l'inquadramento territoriale vorrebbe inserirsi?

Domande che forse potranno trovare qualche risposta se e quando l'Amministrazione bolotanese deciderà di spiegare le linee politiche che muovono i suoi passi fuori dai confini comunali.

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