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"Il valore di un uovo", di Flavia Trogu

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Inauguriamo oggi una nuova rubrica che darà spazio ai racconti brevi curati da Flavia Trogu. Un modo per entrare con leggerezza dentro le storie del passato, raccontate dalle nonne e rielaborate sapientemente da chi vuole conservarne il sapore autentico per non perderne i piccoli e grandi insegnamenti. 

Di seguito, "Il valore di un uovo" di Flavia Trogu

Nonna Antonia ha 87 anni ed una pelle così chiara e delicata da far invidia alle ragazze di oggi.

Mi siedo sulla poltrona di fronte alla sua, e la osservo un minuto prima di iniziare a farle qualche domanda.

Lei sorride, maliziosa, sa già cosa mi racconterà.

Sono molto curiosa di sapere come ha fatto a mantenere una pelle così giovane” - le dico.

E, come da copione, inizia a raccontarmi la sua storia...

Cara ragazza, devi sapere che ai miei tempi, e stiamo parlando di esattamente 65 anni fa, tutte queste cose che voi vi mettete in faccia non esistevano mica!

Ascoltami bene, ti racconto una cosa...

Quando avevo 16 anni, vivevo in una casa cantoniera con mia madre e i miei fratelli Paolo, Luigi e Pasqualina. Mio padre era morto giovane (disse con una nota di tristezza), e ognuno di noi aveva un compito ben preciso in casa.

Il mio era quello di aiutare mia madre in cucina, perché, se proprio lo vuoi sapere, ero molto brava!

Ma a me non piaceva mica sai!

Io volevo fare quello che faceva mia sorella Pasqualina, che, siccome era più piccola, doveva solo andare a prendere le uova due volte alla settimana a casa di Zia Luisa, una signora che che viveva poco distante da noi.

Ma mia madre non mi voleva mai mandare.

Io sapevo una cosa, che avevo sentito dire una volta da una vecchietta che era venuta a casa mia a fare non mi ricordo che, e cioè che il bianco dell'uovo crudo...come si dice...l'albume, faceva bene alla pelle.

E mia madre mi ricordo bene che le aveva detto:”con la fame che c'è un uovo vale oro, altro che metterselo in faccia!”

Ma io, siccome ero sveglia e pure furba (mica come mia sorella Pasqualina che poverina, non capiva nulla) avevo ascoltato bene e avevo deciso che avrei usato un uovo per farmi la pelle bella!

Morale della favola, il martedì successivo mia sorella era pronta per andare da Zia Luisa..peccato che le avevo fatto uno scherzo, e cioè che Zio Andrea, il marito di Zia Luisa aveva portato un cane grande per fare la guardia, e che sicuramente morsicava.

Pasqualina era un po' timorosa in generale, e dei cani aveva paura.

Così quando mia mamma le disse di andare a prendere le uova, lei finse di avere mal di pancia, perché si vergognava di dire che aveva paura, e al posto suo ci andai io.

Doveva essere molto felice dunque - le dissi

Ero felice come non mai. Dovevo prendere solo 6 uova, al tempo era cosi, era tutto contato...mica come adesso che si spreca la roba e si butta nella spazzatura.

Comunque, alla fine dei conti, siccome ero furba, avevo detto a zia Luisa che avevamo un ospite e che volevo fare bella figura, ma che mia mamma mi aveva detto di prendere solo sei uova e non sette perché non potevamo permettercelo.

Dev'essere che l'avevo intenerita, forse,perché anche se mi aveva fatto uno sguardo strano, mi aveva dato il tanto desiderato uovo.

Così felice e contenta prima di arrivare a casa l'avevo aperto, avevo bevuto il rosso, e mi ero messa il bianco in tutta la faccia!

Per quello sono così bella!

 

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