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Donne e impresa. Rita & Rita: la Casa del Sorriso

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Fare impresa, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, non è cosa semplice. Eppure qualcuno ci riesce: Rita Virdis e Rita Sulas ne sono davvero un esempio gioioso.
Chiunque abbia avuto l'occasione di entrare nel loro piccolo regno, un laboratorio di sfiziosi dolci di ogni genere, di ottima pasta fresca, oltre che dell'insuperabile Seada,  ben conosce l'atmosfera ilare che vi si respira e che in un attimo penetra nella carne dell'ignaro cliente per infondere un inaspettato quanto inspiegabile buonumore.
Dall'incontro e dalla conversazione con Rita e Rita traspare, oltre ad una grande voglia di vivere, la tenacia, la forza, il coraggio e la determinazione di due Donne normalmente straordinarie, che hanno scelto di affrontare il lavoro e tutte le difficoltà che naturalmente s'incontrano, con una sana positività e con l'immancabile sorriso che illumina i loro visi, altamente contagioso per chiunque entri nel loro raggio d'azione.
Un approccio al mondo che è un insegnamento di vita, un esempio di cui tutti abbiamo bisogno, specialmente in questi tempi di profonda depressione, non solo economica, e di perdita di ogni speranza per il futuro.
La Casa della Nonna nasce in un paese come Bolotana, in cui la sola idea di avviare un'impresa è di per sé un'impresa, e festeggia quest'anno i dieci anni di attività. 
Rita e Rita ci raccontano la loro storia e noi la proponiamo nella speranza di tramettere la stessa grande fiducia nel futuro.

Partiamo dal principio: quando avete iniziato la vostra attività?

Abbiamo iniziato nel 2003, dopo lunga e penosa malattia. A questa idea avevamo pensato infatti molto tempo prima, ma non avevamo la disponibilità economica per poterla realizzare. Quando è saltata fuori la legge 37 con i contributi de minimis, allora abbiamo pensato davvero di poter trasformare un sogno in realtà. Così abbiamo iniziato a seguire tutte le riunioni per tentare di capire come funzionasse. È stato un periodo lungo, ma non ci siamo mai scoraggiate!

Il finanziamento della legge 37 vi ha consentito di coprire il costo totale dell'avvio dell'attività?

Assolutamente no. Abbiamo ottenuto un finanziamento di 20 mila euro che ci ha consentito di acquistare un minimo di macchinari, quelli di cui non potevamo fare a meno. Abbiamo iniziato con un locale proprio modesto, con i mobiletti di plastica, quelli sui quali poggi le cose e cadono i ripiani.

Siete partite veramente dal niente?

Si! Pensa che abbiamo iniziato la nostra attività in autostop! Per richiedere i preventivi per i macchinari, siamo andate a Nuoro in autostop! Per pagare i primi macchinari, con contanti al seguito, siamo andate in autostop! Anche per la prima firma dal notaio ci siamo servite dell'autostop!
Non avevamo i soldi neanche per pagare l'invito alla popolazione che abbiamo fatto per l'inaugurazione!
I nostri familiari hanno creduto in noi e ci hanno aiutate. Non avevamo i soldi neanche per comprare la prima merce! Ma avevamo talmente tanta voglia e tanta adrenalina che riuscivamo a superare le difficoltà anche scherzandoci su, senza scoraggiarci.

Quanti anni avevate quando avete iniziato?

Avevamo 33 anni. Ma ci sono voluti 2 anni per riuscirci. La società l'abbiamo costituita l'anno prima dell'avvio. Pensa che abbiamo pagato il dovuto alla Camera di Commercio senza aver neanche iniziato a lavorare.
E, per una bella casualità, abbiamo aperto l'8 Marzo, il giorno della Festa della Donna!
Una giornata bellissima, emozionante: siamo state letteralmente invase da fiori e oggettini di ogni tipo. Sono venute tantissime persone e la strada qua di fronte era davvero stracolma. Una dimostrazione d'affetto da parte del paese inaspettata e bellissima.

Poi questa è una bella posizione per un negozio come il vostro?

Si, assolutamente. Siamo vicinissime alla piazza e al centro storico, in una posizione accessibile anche agli anziani che si muovono a piedi. Viene anche un signore che ha 100 anni! Ciò che ci piace è che i clienti si trattengono con noi, invitiamo loro il caffè, e spesso diventa un luogo d'incontro e di socializzazione.

Immagino abbiate incontrato anche qualche difficoltà, o no?

Difficoltà tante. Però la difficoltà maggiore era quella del non riuscire ad “acchippire”. Il primo periodo avevamo quasi vergogna di aprire perché la vetrina era sempre vuota. Non facevamo in tempo a riempirla che si svuotava subito!

Beh, questa è una bella difficoltà però! C'è da dire che prima di voi in paese non esisteva un'attività di questo tipo, giusto?

No, non esisteva. Anche per questo è stata finanziata. Noi vendiamo pasta fresca, pasticceria, dolci tipici, gastronomia. Siamo le uniche a Bolotana.

Anche quest'anno avete partecipato alla Sagra della Seada, che avete vinto per diverse edizioni. La manifestazione ha davvero un ritorno dal punto di vista economico? E sopratutto, la seada di Bolotana si può acquistare fuori da Bolotana?

Dal nostro punto di vista la Sagra ha funzionato. Forse quest'anno un po' meno a causa della crisi, ma c'è moltissima gente che, nelle settimane successive, è venuta da fuori a comprare le nostre seadas.
Poi bisogna anche dire che la Sagra è nata così, un po' per scherzo, dall'incontro di tre produttori, noi, Gigi Pitzalis e Giovanni Nieddu. Ci siamo detti: “abbiamo l'olio, abbiamo il miele, ma perché non ci uniamo e facciamo la sagra della seada?”.
Bisogna anche riconoscere un grosso merito al Sindaco di Bolotana, che non si è lasciato sfuggire l'idea e si è attivato immediatamente per realizzarla. Così è nata la Sagra.
Possiamo e dobbiamo ancora migliorarla. Il paese di Bolotana devo capire che questa manifestazione può essere un momento di promozione e una opportunità di  benessere per tutti. Coloro che hanno un'attività devono partecipare attivamente, sfruttando la giornata al massimo, anche inventandosi qualcosa.
Quest'anno è stato bellissimo vedere tutte le associazioni di Bolotana collaborare per la riuscita della manifestazione.
Per quanto riguarda la commercializzazione, il nostro è un prodotto artigianale e non si trova quindi nei negozi. Non è un prodotto industriale e noi pensiamo che sia proprio questa la chiave del successo, considerato che molte persone, da tutta la Sardegna, vengono a Bolotana ad acquistarlo.
Non vogliamo che diventi un prodotto industriale. In molti ci dicono che dobbiamo ingrandirci, comprare un capannone e fare i grandi numeri. Ma La Casa della Nonna si chiama così non a caso: usiamo veramente le ricette della nonna, quelle casalinghe. Ed è una grande soddisfazione quando le donne anziane tornano per comprare per esempio i ravioli, e ci dicono che sono proprio come quelli fatti in casa.

E gli ingredienti?

Beh, per esempio per la Sagra, ci siamo scapicollate per trovare i limoni non trattati, che ci servivano in grande quantità. E non ci siamo arrese finché non li abbiamo trovati, perché non volevamo il limone trattato che trovi in qualsiasi supermercato. Se facciamo i ravioli, non usiamo gli spinaci congelati. Cerchiamo i prodotti dell'orticello vicino. Stiamo molto attente nello scegliere le materie prima, perché è da queste che dipende il gusto genuino del prodotto finito.

Siete riuscite ad aprire un'attività con un finanziamento modesto. Com'è che altri non ce la fanno???

Nel nostro paese non c'è abbastanza spirito imprenditoriale, ci si scoraggia troppo facilmente. Le trafile burocratiche sembrano ostacoli insormontabili, mentre invece nella pratica è tutto molto più semplice. Molti poi iniziano un'attività e sperano di avere una ricaduta economica immediata.
Vuoi sapere il nostro incasso del primo anno? Allo scadere dell'anno, ci siamo premiate con 20  euro la settimana. Il nostro primo stipendio frutto di 12/14 ore di lavoro al giorno. Le entrate c'erano, ma bisognava stare attente, dovevamo pagare i debiti, i fornitori... ma non abbiamo mollato.

Il lavoro ora procede bene?

Si, anche se di certo non ci siamo arricchite. Però non abbiamo debiti e di questo andiamo molto orgogliose. Siamo un'attività sana.


Non si saranno arricchite Rita e Rita, ma la loro esperienza arricchisce noi tutti e rende orgogliosa l'intera comunità di Bolotana.

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