Tempesta o ciclone: voglio aprire da subito una polemica

Michele Piras
30/09/2015
Politica
Condividi su:

"Voglio aprirla oggi una polemica, sperando che nulla di grave accada nelle prossime 48 ore ma con di fronte a me i bollettini del servizio meteo e i comunicati della protezione civile che parlano di "fenomeni importanti e potenzialmente molto pericolosi" che potrebbero verificarsi nelle prossime ore in Sardegna.

Perché trovo inaccettabile che in questi giorni si sia polemizzato con i sindaci o con la protezione civile solo perché - di fronte a bollettini che mettono paura - hanno assunto le misure precauzionali del caso.

Il fatto che un'allerta meteo da codice rosso possa essere declassata nel volgere delle ore, quindi far risultare (ex post) superflui i provvedimenti di chiusura di scuole e uffici, non può diventare un capo di accusa per chi fa il proprio dovere in una condizione del tutto allucinante.

I cambiamenti climatici hanno reso ordinario ciò che abbiamo sempre ritenuto straordinario: tempeste, tifoni e "bombe d'acqua", particolarmente in determinati periodi dell'anno mettono a nudo le fragilità del nostro territorio e la molteplicità degli abusi commessi dalla mano dell'uomo.

La verità è che ancora in troppi fanno finta che così non sia: piangono ipocritamente di fronte ai disastri e poi girano lo sguardo dall'altra parte quando si tratta di ricordare la dura realtà, ovvero che la speculazione e l'incuria continua, che dall'alluvione del 18 novembre a oggi la Sardegna ha avuto solo briciole e nessun intervento strutturale, che non c'è uno straccio di piano organico per la messa in sicurezza del territorio.

E di fronte a questa realtà è davvero vergognoso che non divenga oggetto di un atto di accusa forte chi ha la responsabilità primaria di curare il territorio, quindi in definitiva di garantire il diritto delle persone a vivere in sicurezza e senza il terrore che un tifone, una tempesta, un ciclone possa fare male, devastare e uccidere, come purtroppo è già successo.

E mi riferisco a un governo nazionale che - al di la degli impegni presi - è scomparso. E non è tollerabile che queste cose si sussurrino, quando si dovrebbe iniziare ad urlare, perché non è pensabile che una regione intera, per giorni, possa vivere con gli occhi rivolti al cielo, nella paura di perdere tutto".

Leggi altre notizie su IlMarghine.net
Condividi su: