MACOMER. Arriva a stretto giro la risposta dell'Assessora alla Cultura di Macomer Tiziana Atzori, chiamata in causa dalla lettera aperta della Dottoressa Piras, che ha raccontato la sua esperienza da spettatrice della Stagione Teatrale del Cedac spostata, dopo la chiusura del Teatro Costantino, al Padiglione Tamuli.
“Abbiamo lavorato per garantire la Stagione Teatrale: a scegliere il Padiglione Tamuli non è stato il Comune ma il Cedac, al quale abbiamo offerto tutto l'apporto necessario per dotare la sala del necessario per ospitare gli spettacoli - dice l'Assessora – attuando tutte le manutenzioni e gli interventi utili: la sala è riscaldata, presto anche le sedie saranno adeguate e anche per il palco si sta cercando di provvedere. Certo, il Padiglione Tamuli non è un teatro, ma neanche un capannone da fiera: si tratta di una sala espositiva che ha ospitato negli anni decine e decine di manifestazioni culturali di livello”.
L'Assessora sottolinea quindi il lavoro fatto per garantire a Macomer un cartellone teatrale di grande spessore:
“A differenza di altre cittadine, abbiamo fatto in modo che Macomer non perdesse la tappa del Circuito Cedac: ci spiacciono le lamentele ma registriamo comunque che queste sono minoritarie rispetto alla totalità degli spettatori – prosegue Atzori - la Cultura, quella con la C maiuscola, prescinde dai templi, dai pizzi e dai merletti, la Cultura è tale anche quando la si fa per strada, perché ciò che conta è il contenuto. Quello che la signora Piras paga non è il corrispettivo di un bene materiale; non è la comodità di una sedia imbottita ( che comunque garantiremo); non è il calduccio di un riscaldamento ( che comunque abbiamo garantito). Quello che la Signora paga, è il contributo per quelle compagnie che portano la cultura ovunque anche nei luoghi più marginali e talvolta scomodi. Questa è Cultura con la C maiuscola” conclude.