"Gli Insegnanti Non Sono in Vendita": al Liceo di Macomer i Docenti rinunciano al Bonus di Merito per Protesta

Giulia Serra
06/07/2016
Attualità
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MACOMER. Altro che "buona scuola": la Legge 107 del 2015 continua a collezionare manifestazioni di dissenso e disapprovazione. 

Ad esporsi questa volta sono i docenti del Liceo G.Galilei di Macomer, che hanno deciso di manifestare platealmente la propria contrarietà al nuovo sistema del Bonus per Merito introdotto dal Governo Renzi nella Legge che ridisegna i contorni della Scuola Pubblica Italiana, e lo fanno rinunciando a quella che definiscono una "paghetta", che evidentemente mortifica la dignità di chi nel mondo della scuola vive e lavora. 

Ospitiamo volentieri di seguito il documento, a firma della RSU dell'Istituto Manola Ruiu, con il quale gli insegnati spiegano le ragioni della protesta:

 

"Da RSU dell’Istituto, scrivo a nome della maggioranza dei docenti del Liceo “G. Galilei” di Macomer, che con la presente si dichiarano nettamente contrari al sistema di valutazione introdotto dalla L. 107/15 e perciò hanno deciso di rinunciare al bonus del merito e di devolvere quei soldi alla scuola, destinandoli all’acquisto di libri di testo e sussidi didattici per gli studenti.

La cosiddetta “buona scuola” infatti comporta uno sterile aumento della competizione individuale tra i docenti, determina una forte spinta alla gerarchia interna e rischia di trasformare la scuola pubblica in un’azienda, spingendo i docenti a uniformare la didattica.

Da professionisti dell’istruzione quali sono, i docenti vogliono essere giustamente retribuiti, non “premiati”!

Le retribuzioni della scuola risultano palesemente inadeguate rispetto ai ruoli, alle responsabilità e ai lavori svolti, ben lontane dalle medie europee e internazionali. Appare fin troppo chiaro che il “bonus” viene strumentalmente utilizzato per scavalcare e accantonare tutto ciò ed è un tentativo di frantumare la categoria docente, mettendo gli uni contro gli altri, svilendo la collegialità e minando la collaborazione.

Con la presente, i docenti intendono esprimere tutta la loro contrarietà rispetto a un sistema di premialità privo di legittimità contrattuale e di oggettività, che va con decisione respinto al mittente.

Gli insegnanti non sono in vendita!

Chi ha diritto al bonus e non lo percepirà per scelta farà forse capire a qualcuno che la scuola pubblica non ha bisogno di paghette, ma ha la necessità di un dignitoso e adeguato trattamento economico (vedi rinnovo dei contratti e scatti di anzianità).

Chi rinuncerà al bonus in denaro lo farà per tutti quei docenti, precari e non, che non lo potranno mai pretendere, non perché non lo abbiano meritato ma perché sono stati impegnati, in silenzio e con impegno, “solo” nelle attività didattiche, quelle di cui purtroppo non si potrà mai avere riscontro reale e oggettivo". 

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