Frutteti, vigneti, pascoli distrutti; incidenti stradali; periferie sottosopra. Eâ il report dellâinvasione dei cinghiali.
Un fenomeno fuori controllo che sta diventando unâemergenza: in dieci anni (2005 - 2015) il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600mila a oltre 1milione nel 2015.
Lo dice Coldiretti Nuoro Ogliastra, che quotidianamente registra nuove denunce da parte di soci danneggiati dalla visita dei cinghiali in azienda.
âIl numero dei cinghiali è in forte crescita anche nel nostro territorio â sostiene Simone Cualbu, presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra â. Ormai non si tratta più solo di un problema circoscritto al mondo agricolo perché stanno invadendo anche le periferie dei paesi e sono un pericolo costante per gli automobilistiâ.
Da un dossier presentato nei mesi scorsi dalla Coldiretti è emerso che nel 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali, in cui hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite.
Ad agosto si sono verificati due incidenti stradali in meno di 5 giorni nel Nuorese con due giovani finiti allâospedale san Francesco di Nuoro.
âEâ un problema che denunciamo da anni senza riscontrare ascolto dal mondo politico â ricorda Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra -. La situazione però è sempre più grave, sia dal punto di vista dei danni economici sia sul fronte delle sicurezza delle persone. I nostri uffici sono a disposizione per accogliere le denunce degli agricoltori e pastori. Anzi lanciamo un appello affinché lo facciano tutti i danneggiati perché solo in questo modo emergerà in modo palese la gravità della situazione che si sta vivendo in campagnaâ.
âSiamo ad un livello critico â prosegue il direttore â e per affrontarlo servono nuovi strumenti legislativi. Come Coldiretti ribadiamo la richiesta lanciata dalla nostra Confederazione, per una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca lâindispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Lâobiettivo dellâattività agricola e di allevamento, infatti, non è di ottenere risarcimenti (che peraltro non coprono che una piccola parte del danno, senza tenere in considerazione la perdita di quote di mercato né il valore del prodotto trasformato), ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatoriâ.