I lavoratori sardi ex esposti all'amianto degli stabilimenti chimici della Sardegna, iscritti allâAssociazione Italiana Esposti allâAmianto AIEA, Sabato 26 Novembre alle ore 9.00 si ritroveranno ad Ottana, presso lâHotel Funtana e Donne, per fare un bilancio della loro azione, sulla strada dei diritti negati in base alla legge 257 del 1992 e per ottenere giustizia.
Allâassemblea parteciperanno i massimi esponenti dellâAiea Nazionale con la Presidente Maura Crudeli, il vice Presidente Mario Murgia e la Presidente Regionale Sabina Contu. Parteciperanno inoltre lâAssociazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro e la CGIL Provinciale, lâon Michele Piras, primo firmatario dellâemendamento in discussione alla camera sulla legge di stabilità finalizzato al riconoscimento per i lavoratori di Ottana dei benefici previsti dalla 257 del 1992, Daniele Cocco e Daniela Forma impegnati in questi mesi per la costituzione del tavolo tecnico Regionale e per lâadeguamento della sorveglianza sanitaria.
Lâesposizione allâamianto, solo nellâultimo ha colpito in modo inesorabile decine di famiglie, lasciando dietro di se dolore e morte, altri sono malati e vivono gli effetti devastanti provocati dallâamianto sulla loro pelle, di fatto un calvario, da un ospedale allâaltro alla ricerca e nella speranza della guarigione.
Un calvario continuo senza soste per loro e per i loro familiari. Niente è più come prima, lâangoscia e il terrore è diventata ormai la compagna inseparabile, di centinaia di lavoratori e lavoratrici, che nella loro vita lavorativa sono stati esposti e hanno inconsapevolmente respirato lâamianto.
I veri responsabili godono di una sorta di immunità , avvallata da una relazione sottoscritta nel 2003 tra dirigenti aziendali dellâENI e tecnici dellâINAIL. A Ottana è stato negato, quanto invece altri lavoratori di stabilimenti analoghi hanno ottenuto per legge, la stessa legge però non vale nella nostra isola.
I lavoratori Sardi hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo, troppi sono morti senza assaporare la gioia di diventare nonni, molte vedove sono state costrette a subire interminabili ed estenuanti trafile, i tribunali con i loro tempi assurdi continuano a palleggiarsi decisioni e alla fine chi chiede giustizia rischia di non esserci più allâatto della sentenza.
E quando la sentenza dopo anni e anni viene dichiarata, assistiamo allâennesimo atto, dagli istituti di stato come lâINPS, del ricorso in appello e qualora non basti a quello in cassazione. Può un lavoratore, una vedova, sostenere tutto questo? La debolezza determinata dalla situazione familiare, la condizione economica di confrontarsi con stuoli di avvocati chiamati a difendere, Istituti importanti come lâINPS e lâINAIL incute timore e terrorizza le vittime di questo sistema e cosi per molti lâunica strada è la resa.
La nostra azione è finalizzata a sostenere e a sconfiggere la debolezza individuale attraverso la nostra lâassociazione, in modo da dare a tutti gli stessi diritti. Su questo terreno abbiamo chiesto alle strutture preposte uno sforzo straordinario, finalizzato alla tutela della salute attraverso la prevenzione, abbiamo chiesto e chiediamo maggiore sensibilità ai medici di famiglia affinché gli esami, per stabilire preventivamente lo stato di salute non debbano essere implorati ma addirittura agevolati.
Abbiamo chiesto che venisse modificato il protocollo sanitario per gli ex esposti, stiamo ancora aspettando che il tavolo venga convocato dallâassessore Regionale alla Sanità . Purtroppo e questo, davvero ci dispiace dirlo, nonostante le nostre sollecitazione, constatiamo che i tempi della politica non coincidono con I tempi dei malati, per questi anche volendo, le proroghe sono bandite.