A Ottana gli ex Esposti all'Amianto della Sardegna in Assemblea per fare il punto della situazione

AIEA Sardegna
23/11/2016
Attualità
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I lavoratori sardi ex esposti all'amianto degli stabilimenti chimici della Sardegna, iscritti all’Associazione Italiana Esposti all’Amianto AIEA, Sabato 26 Novembre alle ore 9.00 si ritroveranno ad Ottana, presso l’Hotel Funtana e Donne, per fare un bilancio della loro azione, sulla strada dei diritti negati in base alla legge 257 del 1992 e per ottenere giustizia.

All’assemblea parteciperanno i massimi esponenti dell’Aiea Nazionale con la Presidente Maura Crudeli, il vice Presidente Mario Murgia e la Presidente Regionale Sabina Contu. Parteciperanno inoltre l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro e la CGIL Provinciale, l’on Michele Piras, primo firmatario dell’emendamento in discussione alla camera sulla legge di stabilità finalizzato al riconoscimento per i lavoratori di Ottana dei benefici previsti dalla 257 del 1992, Daniele Cocco e Daniela Forma impegnati in questi mesi per la costituzione del tavolo tecnico Regionale e per l’adeguamento della sorveglianza sanitaria.

L’esposizione all’amianto, solo nell’ultimo ha colpito in modo inesorabile decine di famiglie, lasciando dietro di se dolore e morte, altri sono malati e vivono gli effetti devastanti provocati dall’amianto sulla loro pelle, di fatto un calvario, da un ospedale all’altro alla ricerca e nella speranza della guarigione.

Un calvario continuo senza soste per loro e per i loro familiari. Niente è più come prima, l’angoscia e il terrore è diventata ormai la compagna inseparabile, di centinaia di lavoratori e lavoratrici, che nella loro vita lavorativa sono stati esposti e hanno inconsapevolmente respirato l’amianto.

I veri responsabili godono di una sorta di immunità, avvallata da una relazione sottoscritta nel 2003 tra dirigenti aziendali dell’ENI e tecnici dell’INAIL. A Ottana è stato negato, quanto invece altri lavoratori di stabilimenti analoghi hanno ottenuto per legge, la stessa legge però non vale nella nostra isola.

I lavoratori Sardi hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo, troppi sono morti senza assaporare la gioia di diventare nonni, molte vedove sono state costrette a subire interminabili ed estenuanti trafile, i tribunali con i loro tempi assurdi continuano a palleggiarsi decisioni e alla fine chi chiede giustizia rischia di non esserci più all’atto della sentenza.

E quando la sentenza dopo anni e anni viene dichiarata, assistiamo all’ennesimo atto, dagli istituti di stato come l’INPS, del ricorso in appello e qualora non basti a quello in cassazione. Può un lavoratore, una vedova, sostenere tutto questo? La debolezza determinata dalla situazione familiare, la condizione economica di confrontarsi con stuoli di avvocati chiamati a difendere, Istituti importanti come l’INPS e l’INAIL incute timore e terrorizza le vittime di questo sistema e cosi per molti l’unica strada è la resa.

La nostra azione è finalizzata a sostenere e a sconfiggere la debolezza individuale attraverso la nostra l’associazione, in modo da dare a tutti gli stessi diritti. Su questo terreno abbiamo chiesto alle strutture preposte uno sforzo straordinario, finalizzato alla tutela della salute attraverso la prevenzione, abbiamo chiesto e chiediamo maggiore sensibilità ai medici di famiglia affinché gli esami, per stabilire preventivamente lo stato di salute non debbano essere implorati ma addirittura agevolati.

Abbiamo chiesto che venisse modificato il protocollo sanitario per gli ex esposti, stiamo ancora aspettando che il tavolo venga convocato dall’assessore Regionale alla Sanità. Purtroppo e questo, davvero ci dispiace dirlo, nonostante le nostre sollecitazione, constatiamo che i tempi della politica non coincidono con I tempi dei malati, per questi anche volendo, le proroghe sono bandite.

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