MACOMER. Ancora scontro politico sul tema dell'accoglienza Migranti.
Il Consigliere Regionale Marcello Orrù risponde al Deputato Michele Piras, mentre la Candidata al ruolo di Sindaco di Macomer per il Movimento Cristiano Forza Popolare Gina Falchi ( le cui dichiarazioni solo qualche giorno fa hanno sollevato un vero e proprio polverone) rincara la dose rispondendo sia al documento dei Giovani Democratici sia all'intervento di Michele Piras.
Di seguito, integralmente, la nota stampa a firma del Consigliere Orrù e quella a firma di Gina Falchi.
“Il netto no di Gina Falchi, nostro candidato a sindaco a Macomer, ha aperto un dibattito importante e in queste ore sono arrivati tanti consensi alla nostra posizione, improntata su fermezza e determinazione a dire no a questi modelli di falsa accoglienza, e tante richieste di candidature nelle nostre liste in vista delle comunali di Macomer del prossimo anno. Quanto al deputato Michele Piras si risparmi le sue predicozze morali ed eviti di citare a vanvera il papa e di strumentalizzarlo per le sue battaglie talebane e di estrema sinistra. Se proprio lui è d'accordo alle fallimentari politiche su immigrazione gli consiglio di inoltrare apposita domanda e ospitare i migranti a casa sua anziché scaricare il problema sui macomeresi e sulle amministrazioni locali”.
Marcello Orrù, Consigliere regionale
Presidente Movimento Cristiano Forza Popolare
LA RISPOSTA DI GINA FALCHI AI GIOVANI DEL PD E AL DEPUTATO PIRAS
È sconfortante constatare la mancanza di onestà intellettuale da parte dei «giovani del Pd» davanti ad una posizione chiara e concreta, quale quella espressa con la nostra opposizione allo sfruttamento umano, ossia ad un’accoglienza finta e interessata. Ma del resto è tipico della stessa
moribonda politica piddina nazionale e regionale stravolgere il senso della realtà, con rovesciamenti degni delle ambientazioni orwelliane.
Mi si accusa di violenza, ma la vera violenza è quella di coloro che, come i «giovani del Pd» e del’on. Piras, promuovono un risentito attacco personale contro chi ha “la sola colpa” di declinare le problematiche del territorio in modo non coincidente con le loro opinioni o coi loro interessi.
Non smentisco quanto affermato nei giorni scorsi, e anzi lo ribadisco fermamente. Siamo ben contenti di accogliere i veri rifugiati politici, quelli che veramente fuggono dalle guerre, ma sappiamo benissimo che ogni giorno approdano nel nostro Paese migliaia di persone, i cui flussi sono indotti e pilotati dalla criminalità e dagli interessi di molteplici sfruttatori. Questa «accoglienza» non è altro che un modo disumano per fare soldi sulla pelle delle persone.
Trovo allarmante che i «giovani del Pd» pensino di risolvere il problema dello spopolamento della nostra città mediante l’importazione di esseri umani. Mi sconcerta constatare come, per loro, la comunità locale, con le sue specificità, il suo passato, le sue tradizioni, sia tanto insignificante da poter essere sostituita da altri, e come, per i suddetti «giovani», ciò che conta non sia la tutela della nostra popolazione, ma i dati Istat che dovrebbero attestare l’invarianza numerica delle persone
presenti sul territorio. Tutto ciò vuol dire che, per il Pd, gli uomini sono interscambiabili, e il cittadino macomerese, con le sue peculiarità culturali, storiche e religiose, non è meritevole di alcuna salvaguardia. È tanto più grave che queste tesi, e la violenza in esse implicita, siano
sostenute da chi, proprio in nome della nostra comunità, vorrebbe governare il territorio.
Io pongo un problema, che è quello dell’assenza di lavoro, che non può certo risolversi con la politica della falsa accoglienza, la quale produce un lavoro temporaneo a vantaggio di pochi amici delle varie coop private coinvolte, che si trovano a gestire un business economico realizzato,
questo sì, sulla pelle degli immigrati.
Piuttosto invece, perché non si pensa a programmare e ad attuare serie politiche per la famiglia e per il lavoro? Con politiche di sostegno concreto al lavoro e alla famiglia si incentiverebbero le nascite dei bambini sardi. O forse, con la crisi del lavoro, alimentata dalla fallimentare politica nazionale, a cui quella regionale è pericolosamente e vilmente asservita, non ci si è resi conto che fare figli è diventato un lusso per pochi? Che i nostri giovani li vorrebbero fare, i figli, ma non avendo un lavoro ed essendo i servizi in favore della famiglia ormai ridotti all’osso, ciò è diventato impossibile? E questo cos’è, se non privare il cittadino di un suo sacrosanto diritto?
Il problema si risolve a monte, con politiche serie e mirate per dare risposte concrete ai macomeresi. Invece i giovani piddini paiono poco interessati a che il territorio resti popolato di macomeresi o che i nostri figli, immigrati all’estero per trovare un lavoro, possano fare ritorno a casa; tanto i nuovi abitanti li vanno a prendere in Africa, così abbiamo risolto il problema. La sostituzione etnica è servita.
È avvilente constatare che si pensi di risolvere il problema dell’assenza di lavoro con quello derivante dai centri di accoglienza, il cui business agevola solo la speculazione e la tratta degli schiavi. Mentre Macomer e il Marghine necessitano di politiche concrete e serie di rilancio delle
attività produttive, quelle che il PD in questi anni, e in particolar modo negli ultimi tre, non ha garantito.
Nascondere con il buonismo e la carità di circostanza il business che si cela dietro l’accoglienza è quanto mai grave: ecco alcuni dati facilmente reperibili nel DEF del 2017. La spesa prevista per l’accoglienza dei migranti è per il 2017 di 4,213 miliardi di euro. Un migrante adulto costa
al giorno 35 euro, un minore 45. Il pocket money destinato al migrante, ossia la quota di denaro giornaliera destinata per le necessità personali, è di 2.50 euro. Il resto finisce in mano ai privati e alle cooperative che gestiscono l’accoglienza. Quindi 35 migranti su 100 fanno 3.500 mila euro
al giorno, al mese 105.000 euro, che in un anno diventano 1.277,5 milioni di euro. Questo è sì sfruttamento degli esseri umani.
I Comuni possono e debbono ribellarsi a questo sistema, e tutelare la propria libertà decisionale sul piano amministrativo del proprio territorio.
E dal momento che a questa Sinistra piace tanto citare la Bibbia, voglio chiudere ricordando un episodio biblico, quello della torre di Babele. La Babele, ossia la confusione, generata dalla commistione di lingue e culture diverse. A questo servono gli immigrati e il multiculturalismo imposto dall’alto, a disgregare un popolo che prima o poi perderà la propria identità e la propria cultura, ossia non sarà più un popolo, ma una commistione di individui singoli, spaesati, indifferenti, i quali non potranno più far sentire alcuna voce comune contro il potente di turno.
A questa politica devastante noi, nel rispetto dell’uomo e della sua dignità, ci opponiamo fermamente.
GINA FALCHI, CANDIDATA SINDACO DI MACOMER PER IL MOVIMENTO CRISTIANO FORZA POPOLARE