Migranti nel Marghine: ecco come hanno Deliberato i Comuni sull'Adesione allo SPRAR

Giulia Serra
05/07/2017
Attualità
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Nel giorno della notizia, per molti versi inattesa (era Iglesias il luogo indicato inizialmente), dell'individuazione di Macomer come luogo che ospiterà il Cpr della Sardegna , ossia il Centro di Permanenza per i Rimpatri, presumibilmente nel Carcere di Macomer, vediamo come i Comuni del Marghine si sono espressi sull'adesione alla Rete di Accoglienza SPRAR.

Precisiamo, anzitutto, cosa sono i Cpr, che il Ministero dell'Interno guidato da Marco Minniti ha deciso di aprire in ogni Regione d'Italia : altro non sono che gli ex Cie, centri di Identificazione ed Espulsione, strutture nelle quali vengono trattenuti i migranti irregolari in attesa di vedersi riconosciuto il diritto d'asilo o il rimpatrio.

Pensati come più piccoli rispetto ai precedenti Centri, i Cpr dovrebbero essere distribuiti su tutto il territorio nazionale e, secondo quanto dichiarato dal Viminale, sorgere “fuori dei centri abitati ma vicino ad ‘hub’ di comunicazione stradale”. 1.600 posti disponibili in totale e un percorso di giudizio per i richiedenti asilo più breve ( nei Cie la media era di circa 2 anni ) vista l'abolizione di un grado di giudizio per i ricorsi.

Tra le novità introdotte con il decreto del Febbraio scorso, la possibilità per i Comuni di impiegare i richiedenti asilo, su base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali.

 

Torniamo invece alla Rete Sprar che, come sappiamo, è quel sistema che dovrebbe consentire una accoglienza diffusa, progettata dal basso ed in grado di scongiurare l'ipotesi dell'arrivo in massa dei Migranti e quindi la creazione dei CAS, i Centri di Accoglienza Straordinaria.

Come si sono espressi i Consigli Comunali dei paesi del Marghine sul tema?

Come già abbiamo raccontato, il Consiglio di Macomer, all'unanimità e riunendosi di tutta fretta il giorno della Festa di Sant'Antonio a fronte anche di quanto stava accadendo presso l'ex Motel Agip, aveva votato compatto per l'adesione alla Rete Sprar.

A ruota, hanno aderito alla Rete il Comune di Borore ( con un solo voto contrario), di Birori, di Bortigali, di Silanus (9 voti favorevoli, 3 astenuti).

A deliberare all'unanimità contro l'adesione è stato invece il Consiglio Comunale di Lei guidato dalla Sindaca Marcella Chirra, che ha spiegato che il suo Comune non ha i servizi minimi per poter accogliere degnamente delle persone.

Anche Dualchi e Noragugume dovrebbero essere per la non adesione, ma ufficialmente i Consigli Comunali non si sono espressi nel merito.

Domani il tema sarà affrontato invece a Sindia nel corso della riunione del Consiglio : il Primo Cittadino Luigi Daga, in sede di riunione dei Sindaci presso l'Unione dei Comuni, aveva espresso rammarico per la mancata unità del territorio di fronte ad una problematica di dimensioni epocali.

Impossibile invece capire quale sarà la posizione della nuova Amministrazione di Bolotana : l'adesione allo Sprar, tema trattato nel corso di una partecipata assemblea pubblica, ha visto materializzarsi in sala le posizioni di favorevoli e contrari all'accoglienza. Una spaccatura da non sottovalutare visto che, come dichiarato più volte dalla Sindaca Annalisa Motzo, dovrà essere la comunità bolotanese ad esprimersi nel merito e ad indirizzare le scelte del Comune. Con quali strumenti verrà interpellata la cittadinanza sulla complessa questione è argomento di cui certamente si parlerà nelle prossime settimane.

Ricapitolando: 5 i Comuni che hanno votato per l'adesione allo Sprar, 3 quelli su posizione contraria (solo 1 espressosi ufficialmente), 1 in procinto di esprimersi e uno di cui ancora non si conoscono le intenzioni.

In questo quadro di disgregazione territoriale s'inserisce la notizia odierna dell'individuazione di Macomer come città che accoglierà il Centro di Permanenza per i Rimpatri : diversi dai CAS certo, ma pur sempre “discutibili” per le modalità di gestione, non troppo dissimili dal carcere visto che prevedono la limitazione della libertà personale, e se si pensa alle tante polemiche e denunce pubbliche sul mancato rispetto dei diritti umani che queste strutture, chiamate Cie fino a pochi mesi fa, hanno prodotto.

 

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