Da Bolotana al Burkina Faso per costruire una Scuola: Lara e il cuore di un'Africa da scoprire

Giulia Serra
14/10/2017
Attualità
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Cosa ci può essere di più entusiasmante del sorriso e della vitalità di un bambino?

Difficile da dire, specie se si è trascorso qualche tempo in Africa, in quel continente culla degli interrogativi più profondi di una intera umanità.

A Lara Ninniri è bastato un solo mese per farsi conquistare dal fascino misterioso di una terra maltrattata da secoli eppure così essenziale e viva: un tempo breve per un'esperienza che stravolge certamente quei canoni “occidentali” con i quali siamo abituati a guardare il mondo.

Un viaggio, il suo, che parte da Bolotana e che porta, come vedremo, numerosi elementi provenienti dal paese del Marghine

“Ho sempre sognato di andare in Africa - ci dice Lara, 21 anni e gli occhi luccicanti di chi ha ancora fresche nella mente immagini, suoni, colori e profumi dalla potenza straordinaria – e finalmente quest'anno ci sono riuscita grazie all'Associazione Song-Taaba, che da anni realizza progetti per lo sviluppo dei villaggi del Burkina Faso. Questa volta l'obiettivo da raggiungere era costruire la Scuola. Per farlo, l'Associazione ha organizzato piccoli eventi di autofinanziamento per raccogliere i fondi necessari e anche il paese di Bolotana ha contribuito acquistando i biglietti della lotteria” ci dice entusiasta ed anche un po' emozionata, sottolineando che l'apporto dato dai volontari giunti dall'Italia era certo quello di aiutare gli abitanti del posto a costruire l'edificio, ma sempre seguendo i metodi tradizionali del luogo, senza imporre tecniche o modalità costruttive estranee.

Ma cosa si prova a toccare con mano la vita di un villaggio Africano?

“Sono andata lì nel cosiddetto periodo delle piogge e quello che ho visto è un paesaggio meraviglioso, quasi rigoglioso, mozzafiato, non arido come potevo immaginare. Ma il primo impatto, all'arrivo nella capitale di notte, è stato quello della desolazione, della tristezza potrei dire: baracche buie, che sembravano abbandonate e vuote e strade dissestate. Poi il giorno successivo, quasi per magia, tutto era vivo, pieno di colori e di persone impegnate in tante attività. Quando siamo arrivati al villaggio, beh... mi sono emozionata davvero, perché abbiamo incontrato loro, con gli occhi grandi e pieni di gioia: i bambini, la vera meraviglia di quella terra”.

Così Lara ci racconta di queste creature speciali, che sono il motore del villaggio, che lavorano nei campi come gli adulti e si occupano dei fratellini, così responsabilizzati ed estranei alla dimensione dell'infanzia tipica del nostro mondo, ma in grado di trasmettere una serenità naturale, quasi endemica.

E ancora, la nostra giovane volontaria si sofferma sulle grandi criticità del Continente Africano, l'acqua potabile ed il cibo: “mi ha sconvolta vedere con i miei occhi l'acqua che gli abitanti bevono, è indescrivibile”. E poi il cibo, legato al raccolto agricolo, che non basta mai: “C'è la fame, quella vera” ci dice ancora. E le malattie, tante legate proprio alle carenze di alimentazione, e la lebbra e la piaga dell'AIDS.

Criticità enormi che non offuscano però la bellezza pura di quei luoghi lontani, nei quali, ci dice ancora “non hanno niente di ciò che per noi è importante, dalle case all'energia elettrica, ma sembra quasi che non ne abbiano bisogno: lì le cose importanti sono quelle essenziali e ci si accontenta di quelle piccole, che quando ci sono danno luogo alla felicità vera. In Africa ho trovato una serenità sconosciuta al nostro mondo”.

E poi lo stupore del vedere le diverse religioni convivere pacificamente, naturalmente, fianco a fianco senza alcuna violenza.

Per chiudere, ci racconta dell'esperienza del Cinema al villaggio: “grazie ad un gruppo elettrogeno portato appositamente dall'Associazione e alla donazione di un video proiettore, il cinema è arrivato al villaggio e la meraviglia e la felicità e di giovani e piccini nel guardare le proiezioni è qualcosa di stupendo. L'appuntamento settimanale è diventato così atteso che anche gli abitanti dei villaggi vicini non mancano all'evento”, ci dice Lara con un filo di emozione e un po' di malinconia.

“La semplicità, la generosità e l'essere grati di tutto: il modo diverso di vedere il mondo, che ti fa vedere tutto in modo ragionevole. Il loro sguardo, che apre ad una visione nuova del tutto”: questo, ci dice la giovane bolotanese, è il grande insegnamento riportato a casa dal continente africano.

Una giovane che torna a casa sicuramente arricchita da un'esperienza resa possibile grazie proprio all'attività dell'Associazione Song-Taaba, che ha tra le sue fondatrici un'altra Bolotanese di nascita, Caterina Piu, che insieme al marito ha dato vita al progetto per lo sviluppo dei villaggi rurali in Burkina Faso.

Storie che s'incontrano e nuove speranze che nascono, con l'obiettivo di aiutare i villaggi ad essere autonomi attraverso la formazione tecnica dei suoi giovani. Belle storie di sostegno ed apertura, in senso propositivo, verso un continente troppo spesso depredato e poi abbandonato.

Tra i vari contributi giunti in Africa in quest'ultimo viaggio, c'è anche quello della famosa Pizzeria Il Salsero di San Teodoro, anch'essa di radici bolotanesi, che ha inviato magliette per tutti gli abitanti del villaggio.

In alto, alcuni scatti realizzati a kanougou da Lara Ninniri.  

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