La denuncia di FIU: "L'E.I. progetta la costruzione di un villaggio per l'addestramento militare"

Fronte Indipendentista Unidu
28/01/2014
Comunicati Stampa
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Entro pochi anni la Sardegna perderà trenta paesi a causa dello spopolamento. Paesi storici che hanno resistito per secoli alla peste, alle invasioni piratesche, agli assedi piemontesi verranno spazzati via dall’incuria e dalla morte per asfissia dell’amministrazione italiana.

In compenso l’Esercito italiano rispolvera un vecchio progetto per la costruzione “del primo villaggio per l’addestramento negli abitati elaborata dalla 14^ Direzione Genio Militare, datata 29/09/2000, codice di priorità “Alta”)”.
Si avete capito bene, mentre i nostri paesi rischiano l’estinzione l’Esercito italiano costruirà un villaggio in stile balcanico e mussulmano da bombardare a ripetizione nel corso degli addestramenti militari.

Il Fronte Indipendentista Unidu denuncia l’utilizzo della nostra terra da parte dello stato italiano come piattaforma militare.

Il Fronte Indipendentista Unidu sostiene apertamente e senza ambiguità il lavoro indefesso dei comitati popolari che in tutti questi anni si sono battuti contro la presenza delle basi militari denunciandone le gravissime conseguenze su economia, ambiente e salute.

Il Fronte Indipendentista Unidu esige che le risorse previste per la realizzazione del villaggio (circa dieci milioni di euro), vengano immediatamente destinate alla bonifica dei siti inquinati da decenni di bombardamenti, sperimentazioni e smaltimenti illegali e che vengano versati un fondo cassa regionale creato ad hoc.

Il Fronte Indipendentista Unidu ricorda a tutti gli elettori indipendentisti che non ci si può battere contro la presenza delle basi militari in Sardegna e sostenere elettoralmente partiti alleati con il PD, ovvero con quella forza politica che in ogni sede ed occasione ha sempre sostenuto la militarizzazione della nostra isola.

Il Fronte Indipendentista Unidu chiede il voto a tutti i sardi contrari all’occupazione militare della nostra terra e propone le seguenti misure urgenti per fermare ed incominciare a smantellare la presenza militare tout cour nella nostra isola:

- Ricorso in tutte le sedi legali e istituzionali, nonché in ambito internazionale, per la chiusura immediata dei poligoni di tiro di Quirra, Teulado e Capo Frasca. Il ricorso deve portare nei tribunali internazionali competenti le istanze della Sardigna come parte lesa, a causa dei danni provocati dall’occupazione sessantennale (per la provincia di OT la questione dell’ex base USA nel Limbara, per La Maddalena riguarda G8 e l’ex base), e per il rispetto dell’obbligo di bonifica da parte dello Stato italiano e il risarcimento alle popolazioni colpite;

- Stesura e realizzazione di Progetti di riconversione delle aree belliche dismesse ad uso civile (presidi di tutela ambientale e ricerca);

- Politica di forte contrasto ad ogni colonizzazione militare, a partire dalle carceri, radar, caserme, ecc;

- Abolizione in scuole e Università di corsi di legalità e workshop arruolativi funzionali all’idea dell’occupazione militare come portatrice di prosperità e sviluppo;

- Divieto alle forze armate e di polizia di presenza alle giornate dell’orientamento universitario per le ultime classi delle superiori;

- Organizzazione di una campagna pubblica coordinata con gli Uffici Scolastici Provinciali sui danni economici, ambientali e sociali dell’occupazione militare nell’isola di Sardigna;

- Politica di forte contrasto e denuncia verso l’invasività delle esercitazioni militari.
 

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