La sinistra indipendentista sarda persegue con coerenza la politica della convergenza indipendentista da diversi anni. Tuttavia, lavorare per lâunità politica delle diverse componenti dellâindipendentismo non significa proporre minestroni con chiunque si auto-professi âindipendentistaâ, âsovranistaâ, o dichiari di agire per il âbene dei sardiâ. Ormai è pieno di aspiranti tronisti della politica o di politici trombati che si dichiarano, in un modo o nellâaltro, appartenenti allâarea indipendentista. Per piacere, non confondiamo le acque e facciamo pulizia. Lâindipendentismo è una cosa seria e richiede lavoro, radicamento e soprattutto coerenza. à impensabile accettare di discutere proposte di unità da parte di figure macchiettistiche e truffaldine che screditano lâideale e il progetto indipendentista, come è impensabile sedersi al tavolo delle trattative elettorali con lâattuale dirigenza del PSd'Az. I dirigenti di questo partito hanno completamente svenduto lâimportante patrimonio storico del sardismo e hanno offeso la stessa coscienza di molti sardisti, perseguendo una politica trasformista e opportunista e avallando, negli ultimi anni, alcuni fra i più vergognosi provvedimenti della giunta Cappellacci. Fra i provvedimenti nemici degli interessi del nostro popolo i consiglieri regionali sardisti il 2 agosto scorso hanno votato insieme a tutti i partiti italiani una legge scandalosa, che in teoria dovrebbe servire a sanare alcuni centri abitati sorti abusivamente su terreni gravati da uso civico, ma che invece dà alle singole amministrazioni comunali la possibilità di cancellare a propria discrezione gli usi civici dalle terre, aprendo le porte a nuove speculazioni edilizie. Tutto questo senza alcun freno su territori vastissimi, di grande pregio ambientale e da millenni patrimonio collettivo delle nostre comunità . Perché gli indipendentisti dovrebbero sedersi a trattare con lâattuale gruppo dirigente del PSd'Az? Soltanto perché questo partito ha come simbolo la bandiera dei quattro mori? Non ci sembra una ragione sufficiente. La costruzione del fronte unito elettorale dellâindipendentismo è perseguibile, ma è necessario ridare la parola ai cittadini che credono in questo progetto, ai comitati che difendono i nostri territori dal continuo saccheggio delle multinazionali, agli intellettuali che hanno dato dignità e lustro alla nostra cultura e alla nostra lingua. Di questo si parlerà a microfono aperto e in maniera realmente democratica e paritaria a Ghilarza il prossimo 8 settembre alle 10:00 del mattino nella Torre aragonese. Lâassemblea sarà un reale luogo politico di democrazia diretta e partecipata e non uno spot o un esercizio di pettegolezzo. Lo ripetiamo: lâindipendenza è una cosa seria e richiede partecipazione e coerenza, non improbabili avventurieri o trasformisti opportunisti!