"La centrale a carbone peggiora la qualità ambientale e sanitaria"

Il gruppo di intervento giuridico onlus risponde a Clivati

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
03/03/2014
Comunicati Stampa
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La riconversione al carbone della centrale termoelettrica di Ottana (NU) «dovrà includere valutazioni, ora effettivamente non considerate, come quella sul “successo riproduttivo della popolazione di Gallina prataiola” tema per cui la Società si è già attivata per cercare i più aitanti Galli disponibili nei pollai del territorio».

Così ha parlato Paolo Clivati, imprenditore milanese titolare della centrale termoelettrica attraverso la Ottana Energia s.p.a. in relazione all’esito della procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (direttiva n. 2011/92/UE; decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.; deliberazione Giunta regionale n. 32/33 del 7 agosto 2012) conclusasi con la deliberazione Giunta regionale n. 4/36 del 5 febbraio 2014.

La Regione ha ritenuto opportuno assoggettare il progetto a procedura di V.I.A. e la colpa sarebbe della Gallina prataiola (Tetrax tetrax), secondo il nostro imprenditore Clivati.

Il provvedimento regionale conclusivo della procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. dice altro:

- “il progetto non prevede l’utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti emessi dal camino della caldaia, in particolare di NOx e SO2";

- "pur essendo previsto, in conseguenza della riduzione della potenza termica, un minor rateo emissivo, rispetto all’assetto attualmente autorizzato, dei principali macroinquinanti emessi (quali polveri totali, ossidi di zolfo, ossidi di azoto e monossido di carbonio), la conversione a carbone determina una variazione nelle emissioni del camino della caldaia con riferimento a polveri fini (PM10 e PM2,5), microinquinanti (tra i quali metalli), e anidride carbonica, nonché aggiuntive sorgerti di polveri (diffuse e convogliate) conseguenti allo stoccaggio/movimentazione del carbone. La mancata quantificazione di tali emissioni riferite al caso specifico e confrontate con dati di monitoraggio dello stato attuale, nonché la mancata applicazione delle migliori tecnologie disponibili per l’abbattimento degli inquinanti, non permette di escludere impatti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana";

- "è previsto un aumento rispetto alla situazione attuale del quantitativo di rifiuti prodotti durante l’esercizio dell’impianto, costituiti principalmente da ceneri leggere e pesanti”.

Insomma, la realizzazione del suo progetto di conversione della centrale all’utilizzo del carbone avrebbe sensibilmente peggiorato la qualità ambientale e sanitaria dell’area interessata.

Il buon imprenditore Paolo Clivati ha perso un’occasione per tacere.

Rispetti la legge, l’ambiente e la salute pubblica.

L’unico carbone che vedrà sarà quello che gli porterà la Befana…..

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