Nonostante la responsabile decisione di Ottana Energia di congelare il progetto di riconversione della centrale elettrica, constatiamo che Coldiretti provinciale non perde occasione per strumentalizzare i fatti con polemiche sterili e pretestuose, queste sì da bocciare fermamente.
1) Non esiste alcuna âlobby del carboneâ, bensì una nostra totale contrarietà ad ideologici no a prescindere. Basta rileggere i comunicati stampa. La nostra posizione è chiara: sostegno alle attività industriali ed allâoccupazione, sostegno al terzo polo energetico ed alla filiera chimica regionale. Tutto nel pieno rispetto delle normative ambientali.
2) à del tutto infondato e strumentale continuare con il ritornello del âricattoâ occupazionale: lâazienda ha optato per un passo indietro responsabile così da poter giustamente coinvolgere i nuovi Governi regionale e nazionale in scelte che riguardano il futuro industriale del centro Sardegna, scelte che la stessa azienda intende condividere con tutto il territorio, nessuno escluso.
3) à assurdo evocare contraddizioni inesistenti in chi propone da un lato progetti industriali e dallâaltro la costituzione di parchi regionali. à lampante a chiunque che allâinterno delle aree industriali si localizzano fabbriche e centrali, così come è evidente che in aree di interesse naturalistico come il Gennargentu si possono promuovere parchi e aree protette. Anche un bambino comprende che un modello non esclude lâaltro, perché lâintegrazione tra comparti economici ed ambientali e tra i diversi sistemi produttivi è la carta vincente per puntare allo sviluppo.
Anziché perdere tempo in polemiche sterili su progetti che sono ancora sulla carta, e sui quali peraltro lâazienda ha fatto un passo indietro, chiediamo ai vertici provinciali di Coldiretti che accusano altri di incoerenza di spiegare qual'è la loro posizione nel merito di fatti più concreti.
Per esempio che cosa pensano della grande centrale a carbone esistente a Porto Torres? E di quella nuova programmata? Si stanno opponendo a queste realtà ? A Fiume Santo infatti non solo esiste già una centrale a carbone â peraltro molto più grande di quella solo ipotizzata nel Nuorese â ma tutte le forze sociali, economiche e politiche del territorio spingono per realizzarne una nuova.
E inoltre che cosa pensano dellâistituzione di unâarea protetta nel Gennargentu, idea che noi stiamo riportando allâattenzione dellâopinione pubblica e che potrebbe offrire unâoccasione per il rilancio delle nostre zone interne?
Ribadiamo inoltre un principio per noi sacrosanto: un progetto di questa portata deve essere necessariamente sottoposto a Valutazione Impatto Ambientale, e valutato da tecnici regionali superpartes. Per ora è stato sottoposto a verifica di Via, ed il Savi, Servizio regionale preposto per legge a valutare i progetti, ha giustamente rilevato una serie di osservazioni, ritenendo opportuno sottoporre lâiniziativa a VIA. A nostro parere questo è il modo corretto di procedere: applicare le procedure previste dalla normativa ambientale. Il passo indietro compiuto dallâazienda ora azzera tutto.
Una considerazione finale: finora chi si è espresso, a sfavore del progetto, legittimamente, ma a prescindere, non ha proposto soluzioni alternative allâattuale ipotesi di riconversione, né ha valutato le conseguenze delle decisioni assunte. Le nostre organizzazioni con responsabilità si pongono invece questo quesito: che effetti provocherebbe una mancata riconversione sullâarea industriale e sulle 42 aziende ed i 619 lavoratori diretti ed indiretti che ancora vi operano? à noto infatti che Terna ha posto un ultimatum ad Ottana Energia, ed il Governo, per scongiurare la chiusura, ed in assenza del promesso gas metano, ha indicato di procedere alla riconversione a carbone senza se e senza ma. La mancata riconversione può condurre pertanto al disastro. Non si tratta quindi di barattare posti di lavoro con la salute, bensì di valutare tutti gli aspetti della vicenda con forte senso di responsabilità ed equilibrio, avendo ben presente le conseguenze delle soluzioni adottate.