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Manovra Regionale: l'agricoltura sarda riceverà meno soldi dello scorso anno

Copagri critica la destinazione al comparto di appena lo 0,14% della spesa prevista

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Solo lo 0,14% delle risorse previste dalla manovra finanziaria 2015 andrà a favore dell'agricoltura.
Copagri Sardegna sottolinea luci e ombre della nuova manovra regionale che continua a presentare debolezze strutturali importanti: le risorse manovrabili sono esigue (salva la possibilità di reperirne di nuove con l’attivazione di un mutuo finalizzato alle infrastrutture), prevale la spesa corrente rispetto a quella destinata allo sviluppo produttivo. Le risorse comunitarie, inoltre, dovrebbero integrare e non sostituire la spesa regionale.

RISORSE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA

Secondo le tabelle presentate dall’assessore della Programmazione al settore agricolo sarebbero destinati 284 milioni di euro. Nella cifra, però, sono compresi i fondi del PSR 2014-2020 per la quota del 2015. Ma i fondi comunitari hanno sempre rappresentato risorse aggiuntive e non sostitutive per il settore. Il PSR, inoltre, si muove all’interno di una rigida griglia disposta dalla Commissione europea, lasciando pochi margini di manovra per le Regioni e comunque non può rispondere a tutte le esigenze dell’agricoltura sarda. Queste vanno coperte integrando, senza sovrapposizioni, le risorse europee con quelle del bilancio ordinario da destinare perlopiù ad alcune azioni di carattere strutturale.

Esaminando la proposta di  bilancio ordinario, tolte le somme destinate alla agenzie agricole, all’ARA/APA, ai consorzi di bonifica, per gli interventi legati direttamente alla produzione si prevede una spesa di poco superiore ai 12 milioni di euro, pari allo 0,14% del totale delle entrate complessive di bilancio. Una previsione che contrae ulteriormente la risibile spesa dello scorso anno.

Copagri sottolinea come non sia accettabile che il bilancio trascuri in questo modo il comparto agricolo contraendo significativamente:
1. le risorse destinate ai consorzi fidi agricoli a fronte della forte capitalizzazione operata a favore dei consorzi fidi di altri settori;
2. le somme necessarie al sostegno dei piani di avviamento e dei programmi di attività delle Organizzazioni dei Produttori (OP) visto che la maggiore debolezza dell’agricoltura sarda è data dalla mancata aggregazione delle produzioni e da una insufficiente attività di penetrazione sui mercati;
3. il sostegno alle Organizzazioni professionali agricole che da sempre svolgono una funzione democratica di mediazione tra la base produttiva e le istituzioni.

Copagri non può che esprimere un giudizio fortemente negativo e l’amarezza rispetto a una manovra che contrasta e stride con le reiterate dichiarazioni della Giunta sul ruolo che, anche nei momenti di crisi, può utilmente svolgere il settore agricolo per la ripresa dello sviluppo in Sardegna.

LE RICHIESTE

Copagri sottolinea l'esigenza di rimpinguare i pochi capitoli consolidati in questi ultimi anni e più precisamente:
• Aiuti alle Organizzazione dei Produttori (OP) riconosciute;
• Contributo alle Organizzazioni professionali agricole regionali;
• Contributi alle cooperative agricole di garanzia e ai consorzi fidi;
• Spese per la stipula di convenzioni con i centri di assistenza agricola.

Nel contempo Copagri confida nella destinazione di risorse per:
• il ripristino del credito di esercizio agevolato,
• l’attivazione della legge sul microcredito (L.r. n.40/2013) il cui finanziamento è inspiegabilmente scomparso;
• il finanziamento della continuità territoriale delle merci, tema sparito dall’agenda politica;
• il proseguo degli aiuti stabiliti per la cerealicoltura dalla L.r. n. 15/2010.

Infine l'associazione chiede che il fondo specifico per le infrastrutture sia destinato in quota parte anche alle infrastrutture agricole perché anche il mondo delle campagne ha necessità di importanti interventi infrastrutturali (strade rurali, bonifiche eternit, interventi per continuità territoriali merci, etc).
In conclusione, sebbene Copagri abbia da tempo preso atto positivamente dell’accordo tra la Regione e lo Stato sul patto di stabilità (si è trattato, in effetti, di un notevole passo in avanti), pensa che forse si potranno spendere maggiori risorse, ma non sarà il comparto agricolo a beneficiare di questo cambiamento.

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