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Epatologia Macomer. L'accorato appello di un paziente: “Ridateci il servizio”

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Sembra essere una battaglia solitaria quella portata avanti da G.M., paziente bolotanese affetto da Epatite C, che da mesi denuncia ( leggi l'art. precedente ) la gravissima situazione che si configura come una preoccupante carenza sanitaria dovuta alla chiusura dell'unità di Epatologia del Distretto Sanitario di Macomer.

Una situazione che si trascina dall'Ottobre del 2013, con un solo riavvio momentaneo nel Febbraio del 2014, durato però pochi mesi.
Un'assenza che causa non pochi problemi ai circa 600 pazienti del Marghine, in quanto la patologia in questione necessita di controlli a scadenza semestrale, con un monitoraggio regolare.

Ho saputo – ci dice G.M – che a Nuoro è possibile monitorare l'evoluzione della malattia del fegato con il Fibroscan, un metodo all'avanguardia che può limitare il ricorso alla biopsia. Per poter fare questo esame è però necessaria l'impegnativa dell'epatologo. Qui nasce il problema: i pazienti del Marghine non hanno più un epatologo di riferimento. E il medico di base non può sostituirlo.”

Una situazione paradossale che, nonostante i vari appelli ad intervenire, nessuno si è curato di risolvere.

Nei paesi del Marghine – continua G.M. - non c'è un epatologo, non si può fare il Fibrosan e non si può accedere a quei medicinali che potrebbero debellare al 100% il virus dell'Epatite C. Siamo forse pazienti di serie B?

L'appello lanciato da G.M. è rivolto ai pazienti tutti, affinché facciano sentire la loro voce, e a tutti i Sindaci della zona, ed in particolare al Sindaco di Macomer, perché intervengano per trovare una soluzione ad una carenza che incide pesantemente nella vita di molti cittadini del Marghine e che ne determina una inadeguata assistenza sanitaria.

Speriamo che, almeno questa volta l'istanza non cada nel vuoto.

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