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Lavoratori sardi in mobilità: interpellanza al Ministro del lavoro

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"Migliaia di lavoratori sardi che hanno perso il posto di lavoro, dai primi dell'anno e nei prossimi mesi in numero sempre maggiore, resteranno privi di alcuna forma di sostegno al reddito.

Un vero disastro sociale che rischia di precipitare definitivamente nel baratro una regione come la Sardegna, profondamente segnata dalla deindustrializzazione, dalla disoccupazione e da tassi di inattività fortissimi.

A fronte di inaccettabili ritardi nel reperimento delle risorse necessarie per pagare le indennità di mobilità in deroga, in assenza di una organica politica del lavoro e di alcun piano per la Rinascita economica e sociale dell'Isola, i lavoratori subiscono anche la beffa del regime di tassazione separata delle indennità percepite in ritardo, quasi che questa fosse una loro responsabilità". 

Così dichiara Michele Piras, che ha depositato oggi l'interpellanza al Ministro del lavoro che pubblichiamo di seguito:

Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministro dell’ Economia
Per sapere – premesso che:

in Sardegna sono oltre 17 600 Lavoratori in mobilità in deroga in attesa da oltre 15 mesi per veder loro riconosciuto il saldo delle indennità spettanti per l’annualità 2014;
in ragione del D. L. n. 83473 ( lavoro economia ) del 1° Agosto 2014, attraverso il quale sono state introdotte disposizioni più stringenti in materia di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, a far data del 1° Settembre 2014 oltre 4 mila si ritroveranno privi di qualsiasi copertura;
con il D. L. n. 86486 del 4 Dicembre 2014 si è provveduto ad assegnare alle Regioni e Province autonome ulteriori risorse finanziarie di cui nello specifico alla Sardegna la somma di €21.641,344;

Successivamente l’Inps ha provveduto a mettere in pagamento due mensilità per i lavoratori in mobilità in deroga relativamente ai mesi di Gennaio – Febbraio 2014;
In data 5 Febbraio 2015 l’INPS interrompe i pagamenti a causa dell’esaurimento dei fondi. Ne è derivato che allo stato attuale solo il 40% dei lavoratori aventi diritto sono stati pagati, il restante 60% attende ancora oggi;

allo stato attuale i 17600 lavoratori in mobilità in deroga non risultano aver percepito le indennità relative all’anno 2014 ed in particolare, come previsto dal decreto interministeriale del 1° agosto, nelle modalità di cui all’articolo 3 lettere A e B dello stesso. Vale a dire 5 mesi+3 per coloro che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per almeno tre anni anche non continuativi e 7 mesi+ 3 per coloro che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per un periodo inferiore ai tre anni;
Nelle condizioni di cui alla lettera A dell’articolo 3 del decreto risultano esser oltre 4 mila dei 17600 mila lavoratori, lasciando gli stessi privi di ogni forma di sostegno del reddito;

Si segnala inoltre il meccanismo legato all’applicazione di una tassazione IRPEF separata, applicata all’atto del pagamento delle due mensilità, fatto che rappresenta una beffa per lavoratori che non hanno alcuna responsabilità del ritardo nei pagamenti;
Considerato il consistente rischio che le nuove disposizioni determinino un aggravio della già grave condizione sociale dell'Isola, regione che registra allarmanti tassi di disoccupazione, superiori a quelli medi nazionali e tassi di inattività elevatissimi;
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Quali sarebbero le iniziative che si intendano adottare per risolvere la drammatica situazione in cui versano i 17 600 lavoratori della Sardegna che aspettano da 15 mesi di incassare quanto loro dovuto;
Entro quali termini, con certezza, saranno disponibili tali fondi e quali siano le coperture previste per riconoscere ai lavoratori in mobilità tutto l'ammontare delle indennità arretrate;
Se reputi di dover intervenire per risparmiare ai lavoratori in questione - già duramente colpiti dalla crisi e dall'impoverimento - l'applicazione della tassazione Irpef del 23% sulle mensilità 2014;
Quali strategie intenda attivare, in raccordo con le Istituzioni locali e nel rispetto delle prerogative dell'Autonomia speciale, per favorire un Piano organico di Rinascita economica e sociale dell'Isola.

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