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Il 1°Maggio nel Centro Sardegna si è perso nel deserto Post Industriale

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Si festeggia oggi La Festa dei Lavoratori.
Istituita in Italia nel 1891, la ricorrenza del 1° Maggio contiene in se il ricordo della forza rivoluzionaria delle battaglie operaie: tra tutte, quella condotta per conquistare un diritto fondamentale quale l'orario di lavoro fissato in 8 ore.

Narrazioni che si perdono nella storia, trascinandosi come un flebile ricordo annebbiato, il cui senso sembra svanire nella realtà odierna.

La Festa del Lavoro che non c'è ha perso inevitabilmente la spinta ideale originaria.

Nel Centro Sardegna, nel deserto che progressivamente avanza e predomina, gli operai non li vedi più.

Nella Cattedrale Industriale che era la Piana di Ottana-Bolotana i piazzali sono vuoti, i capannoni abbandonati, le strade solitarie.

L'aria è ancora insana, quello si. Se ti fermi qualche ora in quei luoghi desolati, in gola ti si ferma uno strano sapore, sgradevole e irritante.

Il sogno industriale, calato dall'alto, imposto ed infine sposato acriticamente da un intero territorio, è oggi l'incubo dal quale svegliarsi appare impossibile.

Il nulla che rimane ha le sembianze di un mostro della fantasia dalle dimensioni spropositate: fabbriche chiuse, casse integrazioni decennali giunte ad esaurimento, campi improduttivi, saperi dimenticati e forse perduti per sempre, giovani e meno giovani in fuga alla ricerca di un futuro negato, immobilismo generalizzato ed uno stato di attesa di cosa non si sa.

La Festa del Lavoro appare lontana, lontanissima. Anche le battaglie lo sono, lontanissime. Anche la Classe Operaia.

Oggi qui non si lotta. Ci si trascina nell'inevitabile stanchezza collettiva.

Agli operai di Ottana Polimeri, caduti nel dimenticatoio dopo la fine del presidio, va il nostro pensiero.
Tutti giovani e tutti specializzati, sono solo l'ultima vittima di un sistema che non regge più ma che, pur di non perdere gli ultimi resti di soldi pubblici, ostenta a fasi alterne ancora una vitalità improbabile.

Si parlerà a breve di Essenzialità, e sembrerà che tutto possa riniziare.

Di lavoro vero invece qui non si parla più.
La dignità, le lotte, i diritti, la produzione, lo sviluppo, la modernità: la sabbia del deserto deve aver inceppato gli ingranaggi.

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