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Inceneritore di Macomer. Tutela del territorio e incarico ad un legale: il Consigliere Ledda chiede chiarimenti

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente l'interpellanza presentata dal Consigliere di minoranza Giuseppe Ledda sulla questione dell'Inceneritore di Tossilo e sulla decisione dell'Amministrazione Comunale di rivolgersi ad un legale per tutelare l'immagine del territorio.

Interpellanza sui contenuti, le finalità e le modalità di adozione della deliberazione della Giunta comunale n.  75 del 28.03.2015 avente per oggetto “tutela dell’ambiente, delle produzioni agro-alimentari e dell’immagine del territorio: affidamento di incarico giuridico/legale”.

 

Le chiedo con la presente interpellanza di riferire in Consiglio comunale sulle motivazioni che hanno indotto la Giunta da Lei presieduta ad adottare la deliberazione  in oggetto che appare fortemente contraddittoria nei suoi contenuti ed inopportuna nelle sue modalità di adozione.

 

Poiché la Giunta comunale ha tenuto la sua consueta riunione settimanale il giorno 27.3.2015, adottando ben sette deliberazioni, credo sia indispensabile chiarire che cosa abbia indotto la stessa Giunta a riconvocarsi il giorno successivo di sabato – in contemporanea con la manifestazione indetta da diverse associazioni ambientaliste e gruppi politici di fronte ai cancelli dell’inceneritore di Tossilo - facendo appositamente rientrare in sede il segretario comunale, con ulteriore aggravio di costi oltre a quelli derivanti dall’incarico ad un legale. Non posso  esimermi dal rimarcare come tale scelta di adottare la delibera con le suddette modalità, sia stata generalmente interpretata, anche dagli organi di informazione, come un palese tentativo di sottrarsi al confronto, di imporre - con la minaccia di ritorsioni in sede legale - una sorta di bavaglio a tutti coloro che, legittimamente  e con argomentazioni degne di considerazione, esprimono riserve sulla scelta di mantenere in esercizio per almeno altri 20 anni un impianto pericoloso per la salute e per le nostre produzioni agroalimentari.

 

Chiedo che il Consiglio comunale possa riflettere sul fatto che le minacce alle risorse del territorio ed alla sua immagine non vengono da “una pressante campagna mediatica che dedica al tema Tossilo attenzione e spazi inusuali” ma dal fatto che si voglia perpetuare la presenza di un impianto che precise e chiarissime disposizioni di legge ritengono incompatibili con le produzioni agroalimentari di pregio. Cito in particolare il decreto legislativo n. 228 del 18.5.2001 che, nel fissare all’art. 21 le norme per la tutela dei territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, stabilisce che tale tutela da parte dello Stato delle Regioni e degli Enti locali si realizza in particolare con  “la definizione dei criteri per l'individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti”. Credo che un’amministrazione comunale che davvero abbia a cuore l’ambiente, la salute dei cittadini e le produzioni agroalimentari, dovrebbe essere in prima linea nel rivendicarne il rispetto, anche in considerazione del contributo dato in passato dalla Città al sistema regionale di trattamento dei rifiuti, accogliendo nel proprio territorio sia l’inceneritore che la discarica.

 

Sempre per restare all’inquadramento legislativo del problema – che è poi quello che maggiormente dovrebbe interessate il legale incaricato dalla sua Giunta – sottolineo che l’art 216 del Testo Unico sulle leggi sanitarie classifica ,  su indicazione del Consiglio Superiore della Sanità, gli inceneritori fra gli impianti insalubri di 1^ classe, cioè tra quelli potenzialmente più pericolosi per la salute e per l’ambiente, a causa delle ripercussioni derivanti dalle loro emissioni.

 

Le chiedo se non ritenga che sia una  conferma di tale pericolosità, il fatto che il Dipartimento di Nuoro dell’ARPAS, avendo rilevato durante un sopralluogo sugli impianti di Tossilo la presenza nelle vicinanze di bestiame al pascolo e di persone intente alla raccolta di funghi, con una comunicazione inviata in data 12.1.2009 al Comune, agli Assessorati dell’Ambiente della Regione e della Provincia,alla ASL di Nuoro,  al Consorzio Industriale di Macomer, alla Tossilo S.p.A, abbia sollecitato l’adozione di provvedimenti idonei, ritenendo che “debba essere precauzionalmente evitato sia il pascolo che la raccolta di qualsivoglia organismo destinato all’alimentazione umana e animale, in quanto i terreni suddetti potrebbero essere potenzialmente interessati da ricadute di contaminanti emessi dai camini dell’impianto”. Poiché Lei rivestiva all’epoca il ruolo di commissario straordinario della ASL, è auspicabile che voglia riferire al Consiglio le sue valutazioni su tale missiva ed i provvedimenti eventualmente adottati. Ciò anche alla luce del comunicato stampa emesso della ASL di Nuoro, sempre  sotto la sua guida,  il 21.5.2010, col quale veniva annunciato “il progetto di ricerca sull'incidenza dei tumori della popolazione del Distretto sanitario di Macomer dov'è presente un grosso inceneritore”; progetto poi rimasto purtroppo sulla carta. Sottolineo come in tale comunicato della ASL si affermi esplicitamente che “il fine è quello di conoscere l'eventuale relazione tra esposizione a fattori cancerogeni (diossine soprattutto, la cui presenza è già stata accertata) e l'insorgenza di neoplasie maligne”.

 

Richiamo inoltre integralmente i contenuti della mia precedente interpellanza del 16.3.2015 sullo stato della salute pubblica in Città – purtroppo ancora non discussa dal Consiglio comunale – per sottolineare che, contrariamente alle affermazioni tranquillizzanti che si cerca di veicolare, il Marghine presenta i peggiori dati tendenziali dell’intera ASL, sia in termini di mortalità assoluta, sia per l’incidenza dei tumori tra le cause di morte e che vi sono elementi, che andrebbero approfonditi, che inducono a ritenere che la ns. città presenti un quadro ancor più preoccupante.

 

E’ evidente che in un contesto sopradescritto, il Comune di Macomer - che deve svolgere  un ruolo primario nella vicenda -  non può commettere l’errore di chiudersi al dialogo. Inoltre,  considerata la valenza dei temi in discussione, decisioni di tali rilievo non possono essere demandate alla sola maggioranza del Consiglio comunale - che peraltro rappresenta solo un terzo di coloro che hanno votato alle ultime elezioni comunali -  ma è auspicabile siano assunte solo dopo il più ampio confronto e col più largo consenso. Nell’eventualità che permangano insanabili differenziazioni, sarebbe doveroso chiamare i cittadini a pronunciarsi in forma diretta attraverso lo strumento del referendum consultivo, previsto dallo Statuto comunale e del quale il Consiglio stesso ha chiesto la piena operatività – approvando su mia proposta e con voto unanime un’apposita mozione in data 18.12.2013  -  sollecitando la Giunta (a tutt’oggi ancora inadempiente) a predisporre il regolamento attuativo.

 

Nel pregarla di inserire la presente interpellanza nell’ordine del giorno della prossima riunione del consiglio comunale, porgo cordiali saluti.

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