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I lavoratori di Ottana Polimeri: " Vogliamo risposte dalla Regione e dal Governo Nazionale"

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Nei giorni scorsi i lavoratori di Ottana Polimeri – in CIGS dal Novembre 2014 – si sono riuniti in assemblea nel posto simbolo della protesta, “il presidio della tenda”, fuori dallo stabilimento, per analizzare lo sviluppo della loro vertenza, anche alla luce delle ultime esternazioni sulla stampa.

L'ultimo incontro in Regione ha confermato la scelta dell'imprenditore di rilancio della produzione attraverso una riduzione di costi rispetto al passato che permetterebbe una competitività del PET, materia per l'imbottigliamento dell'acqua con quote di consumo molto alte in tutta Europa e particolarmente alta in Italia, la nazione del vecchio continente con il maggior mercato, dove non è attualmente presente un sito produttivo.

Gli appuntamenti con l'assessorato all'Industria e con lo stesso Presidente Pigliaru sono stati periodici ma alla lunga sembrerebbe poco produttivi, perchè l'orientamento dell'esecutivo regionale non appare determinato nel sostenere la linea che l'imprenditore e i lavoratori hanno dichiarato di voler perseguire. Aleggia sempre l'ipotetico progetto del BIOPET, che è all'attenzione dell'azienda.
L'esecutivo regionale e non solo, sono impegnati nella redazione del piano energetico, dimenticandosi però che nella Media Valle del Tirso non ha senso pensare ad alternative produzioni energetiche se la chimica è finita e solo se la ripresa produttiva dell'attività di Ottana Polimeri permetterebbe di creare condizioni di attrazione per le altre attività che potrebbero ricostruire il polo chimico della Sardegna Centrale.
I lavoratori vogliono ricordare che la ripartenza di Ottana Polimeri comporterebbe – con l'indotto e la parte dell'impianto ENI necessaria alla produzione della materia prima basilare, il PX – alla ripresa lavorativa di circa 400 unità, per cui la domanda che i lavoratorisi fanno è una: “ Si sta facendo qualcosa, abbastanza o nulla  per far cedere ad ENI l'utilizzo di un impianto – quello di Sarroch – ormai fermo, per far ripartire la filiera sarda del Pet? Uno stabilimento realizzato con i denari dei contribuenti.

Non intendiamo assistere inerti alla fine di una produzione, alla chiusura di un sito, all'ennesima distruzione (evitabilissima) di centinaia di posti di lavoro (i nostri) che potrebbero riprendere a creare ricchezza in un territorio stravolto dalla tragedia sociale.

Vogliamo risposte rapide e chiare dalla Regione e dal Governo Nazionale!

Da oggi riprende la mobilitazione!

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