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ESCLUSIVO. Tossilo sapeva di produrre Diossina: ecco il documento del Direttore che denunciò i problemi strutturali della Linea 2

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MACOMER. L'impianto di Incenerimento di Tossilo produce o no Diossina?
Una domanda che ci poniamo in molti, ma che qualcuno forse preferirebbe ignorare: tra i tanti, anche i controllori, i quali, come abbiamo constatato, seguendo pedissequamente le norme ( contenute nell'Autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Nuoro), non eseguono analisi specifiche per rilevare la presenza di Diossine e Furani negli scarichi in uscita dal Depuratore di Macomer, nonostante nell'impianto confluiscano le acque reflue e i rifiuti liquidi dell'Inceneritore.

Le Diossine non sono previste dalla Legge ( il depuratore è autorizzato a trattare reflui urbani ) e quindi non le cerco. Un ragionamento che non fa una piega.

Talvolta capita però che a “scappare” non siano le sostanze pericolose, ma i documenti. Nel caso specifico, uno che ci consente di “entrare” dentro l'impianto di Incenerimento di Tossilo.

Siamo infatti in grado di pubblicare un documento davvero esclusivo, fino ad oggi riservatissimo, datato 2002 e firmato dall'allora Direttore Tecnico dell'Impianto di Tossilo, l'Ingegnere Filippo Isgrò ( che parrebbe essere stato sostituito nell'incarico poiché non avrebbe accettato di usufruire dei servizi del Laboratorio di Fisia Italimpianti, le cui analisi, come si legge nel documento, il Direttore valutava inaffidabili).

Si tratta della “Relazione Tecnica 1° Trimestre del 2002” che l'Ingegnere inviò alla Società Tossilo S.p.A., al Presidente del C. di A. Lorenzo Macis, all'Amministratore Delegato Massimo Cortese e al Consorzio Industriale.
Non siamo invece in grado di affermare con certezza che il documento arrivò negli uffici competenti di Regione e Provincia.

Iniziamo dalla Linea 1 di Incenerimento. Scrive l'Ingegner Isgrò:

“Nel Gennaio 2002 è stato ultimato l'impianto del sistema di dosaggio dei carboni attivi. Ciò ha consentito di procedere alle prove di funzionamento della linea.[...] la soluzione adottata ha effettivamente consentito di contenere la presenza di PCDD e PCDF (Diossine e Furani) riportandoli all'interno dei valori previsti dall'allegato 2 del DM 503/97. […] Superati i problemi relativi alle concentrazioni delle diossine, rimanevano quelli relativi alla presenza dei picchi di CO (Monossido di Carbonio) al di fuori dei limiti previsti dalla richiamata norma. Malgrado ripetute prove e vari interventi sulle condizioni di combustione della linea, il fenomeno non si è potuto risolvere”.

Quindi, parafrasando, fino al 2002, la Linea 1 sforava i limiti di emissione di Diossine e Furani. Anche dopo il 2002 rimangono invece i picchi di Monossido di Carbonio.

Vediamo invece la situazione della Linea 2:

“...la linea è stata fermata nel Settembre del 2001 ed è rimasta ferma per tutto il periodo iniziale del 2002” - si legge nel documento - “Non è stato possibile effettuare alcuna prova di funzionamento in quanto la fluidizzazione del letto non ha mai funzionato. In ogni caso, l'eccessiva presenza di diossine nelle emissioni atmosferiche avrebbe imposto una fase di verifica e di prove molto più cauta e con maggior controllo. I problemi strutturali della linea non hanno consentito di procedere in questa direzione”.

Problemi strutturali dunque, evidentemente noti, che determinavano picchi di Diossina nelle emissioni in atmosfera.

Ma andiamo avanti nella lettura del documento: scrive l'Ingegner Isgrò che nel 2001, oltre alla SGS (società di riferimento della Tossilo), altre 2 società avevano ricevuto l'incarico dall'amministratore delegato della società, signor Cortese, di effettuare le analisi sulle emissioni in atmosfera: Erga e Fisia Italimpianti.

Erga aveva fornito un rapporto non completo, scrive l'Ingegnere, ma nonostante questo risulta una fatturainspiegabilmente superiore a quella dell'azienda di riferimento della Tossilo”. Insomma, Erga produce analisi inattendibili ma viene pagata di più.

La Fisia Italimpianti invece effettua due analisi, nel Marzo e nel Maggio del 2001.
La prima, scrive Isgrò, totalmente inaffidabile. E la seconda?: “se il sottoscritto direttore avesse assunto come valide le risultanze di quell'analisi, alla luce di quanto poi riscontrato dalle successive verifiche, si sarebbero determinate gravi situazioni di inquinamento atmosferico in quanto non si sarebbe più intervenuti per eliminare la presenza di diossine nelle emissioni. Inoltre sarebbero stati falsati i dati di imput per il progetto dell'impianto di abbattimento degli Nox in fase di appalto da parte del Consorzio”. 

Una situazione, quella registrata in questo documento del 2002, per niente rassicurante: ad una condizione esistente di grave problematicità strutturale dell'impianto di incenerimento dei rifiuti si somma infatti l'opacità e l'inaffidabilità dei risultati delle analisi commissionate dalla stessa Tossilo S.p.A.

Se la cautela e la prudenza che spinsero l'Ingegnere Isgrò ad effettuare una verifica su quanto dichiarato da Fisia Italimpianti evitò in quell'occasione una ulteriore grave situazione di inquinamento, cosa è successo dopo la sua sostituzione, “peraltro senza preavviso”, alla direzione tecnica dell'impianto?

E la 2^ Linea di incenerimento, nella quale si registravano importanti problemi strutturali, ha ripreso a funzionare normalmente? Ha subito interventi in grado di sanare il malfunzionamento che determinava emissioni di Diossina fuori controllo? E a chi sono stati affidati i compiti di controllo e verifica delle emissioni?

Infine, se il processo di incenerimento produce Diossine e Furani, come è possibile che la Tossilo S.p.A. abbia potuto convogliare per decenni i suoi reflui al Depuratore Consortile, classificato fino ad oggi come impianto di trattamento di acque reflue urbane e quindi assolutamente NON IDONEO a trattare questa tipologia di sostanze pericolose? 

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