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Micro-Accoglienza Diffusa: sui Migranti il Marghine punta sulla Pianificazione Intelligente

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MACOMER. Che un po' ovunque, a macchia d'olio, si stia diffondendo nella nostra società un pensiero deformato intriso di un razzismo spicciolo è ormai un dato di fatto: l'epocale fenomeno delle Migrazioni che l'Europa dovrebbe ma non è capace di gestire è stato trasformato, in un quadro di disinformazione strutturata costruita ad arte, in una sorta di guerra irrazionale che fomenta l'odio verso il diverso e fa leva su una paura scientemente instillata tra i meandri vuoti della ragione.

In una condizione di questo tipo, affrontare l'Emergenza che bussa alle porte del Mediterraneo è divenuto quindi sempre più complicato e, per certi versi, politicamente svantaggioso.

Anche per questa ragione ciò che si sta muovendo nel territorio del Marghine assume un rilievo di tutto rispetto e si colloca a pieno titolo su una dimensione di alto livello politico: il processo di Pianificazione Intelligente innescato e fortemente voluto dal Sindaco di Macomer e Presidente dell'Unione dei Comuni del Marghine Antonio Succu parte dalla convinzione che per non essere travolti dagli eventi e per non subire le scelte discutibili calate dall'alto, occorra arrivare preparati, creando tutte le condizioni per predisporre un'Accoglienza degna di questo nome in grado di evitare quelle tensioni sociali che potrebbero destabilizzare i piccoli paesi del territorio.

La strada individuata è quella della Micro-Accoglienza Diffusa, che investe tutte le forze sociali operanti nel Marghine e le pone di fronte alla sfida dell'offrire servizi essenziali e porre le basi per un'azione coordinata che mira all'integrazione reale degli ospiti.

Un modello di accoglienza in grado di prendere in contropiede quello predisposto dallo Stato Italiano che, per gestire l'emergenza, individua nei territori dei grandi non-luoghi nei quali “rinchiudere” centinaia e centinaia di persone ( ricordiamo che anche il Carcere di Macomer era stato individuato a tal scopo) : una strategia che si è dimostrata, oltre che approssimativa, decisamente controproducente.

Ieri, nello spazio delle ex Caserme Mura di Macomer, si è tenuto un interessante incontro informativo e conoscitivo sul tema.

Un'affollata sala ha ascoltato gli interventi di chi quotidianamente lavora a stretto contatto con quel vastissimo mondo che genericamente chiamiamo dei “Migranti”: sfollati, rifugiati, richiedenti asilo che, oltre le definizioni, sono in primis esseri umani giunti in terra ferma dopo indicibili traversie, ai quali occorre riconoscere quantomeno il diritto alla vita e alla dignità.

Oltre ai numeri relativi alle masse in movimento nel mondo ( tra questi, impressionate il numero di quasi 10 mila Richieste di Asilo per minori non accompagnati nel solo anno 2015 ), ai fondi messi a disposizione dall'Europa per la gestione (3,8 miliardi, dei quali 315 milioni per l'Italia), i giovani e appassionati relatori dell'incontro si sono soffermati anche sul racconto di esperienze concrete di Accoglienza Diffusa: tra queste, interessante la testimonianza di Maria Arca, giovane macomerese che sta sperimentando oltremare la complessa sfida della gestione del fenomeno migratorio e che, con un approccio davvero appassionato, ha proiettato sul pubblico presente l'arricchimento sociale e culturale derivante dall'esperienza della micro-accoglienza.

Presente all'incontro anche la dottoressa Angela Quaquero, delegata della Regione Sardegna per il tema Migranti, la quale ha manifestato grande entusiasmo per l'iniziativa organizzata dal Comune di Macomer e ha chiuso l'incontro dichiarando: “l'accoglienza diffusa è sicuramente molto più difficile da attuare, ma è in grado di arricchire molto di più territori che la mettono in pratica. Noi condividiamo e appoggiamo questo approccio propositivo”.

In sala, oltre agli attori che operano sul sociale e ai semplici cittadini, erano presenti i sindaci e i rappresentanti dei Comuni del Marghine. Tutti, oggi, sono uniti ed impegnati per raggiungere un comune obiettivo: quello di predisporre una piattaforma organizzativa in grado di governare un fenomeno epocale facendo ciascuno la propria parte.

Se è vero che il Marghine viene considerato troppo spesso, a torto o a ragione, come un territorio periferico di scarso interesse, è vero anche che oggi, su questo tema di rilevante interesse e di importanza strategica, sta svolgendo un ruolo di primo piano in Sardegna, dimostrando di avere tutte le carte in regola per poter pensare ed agire in una prospettiva di futuro da costruire. 

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