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Inceneritore di Tossilo: “la Sentenza del Tar è una vittoria del Territorio, trasmetteremo gli atti alla Corte dei Conti”

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MACOMER. “Una vittoria dei cittadini e del territorio”: così è stata letta la Sentenza del Tar Sardegna che ha bloccato la costruzione del Nuovo Inceneritore di Tossilo da chi quel ricorso lo ha presentato, e cioè il Comitato Non Bruciamoci il Futuro, l'Associazione Zero Waste e l'Unione dei Comuni della Barbagia, riunitisi ieri per una Conferenza Stampa a Macomer.

Raccogliamo oggi – ha detto Franca Battelli il frutto di un lavoro costante portato avanti per anni col quale abbiamo sempre denunciato l'illegittimità degli atti ( annullati dalla sentenza) per la costruzione del Nuovo Inceneritore. A questo punto auspichiamo che si possa riprendere il discorso sull'alternativa già proposta da tempo: quella di riconversione del Sito di Tossilo in un centro di riciclo, anche per evitare che gli operai possano definitivamente perdere il posto di lavoro”.

Se la Regione, come in molti sembrano prospettare, deciderà di presentare Ricorso al Consiglio di Stato – dice Mauro Aresulo farà con una procedura d'infrazione comunitaria aperta, e questo sarebbe gravissimo: se così fosse, procederemo a trasmettere gli atti alla Corte dei Conti, perché pensiamo che sia giusto chi ha responsabilità paghi anche di persona procedimenti che sono assolutamente inaccettabili. Siamo anche dispiaciuti che l'Amministrazione di Macomer sostenga di aver vinto, avendo sempre sostenuto la costruzione del Nuovo Inceneritore, mentendo sul fatto che l'inceneritore non inquini. Tra le altre cose, il Tar annota anche l'eccessivo costo dell'opera ( circa il 30 % in più di quanto previsto nel Piano Rifiuti ), e questo ci appare molto grave”.

Mariangela Barca, Sindaca Sarule ha ringraziato il Comitato NbF per aver dato gli strumenti alle Amministrazioni per poter mandare avanti le battaglie dei cittadini nonostante il tentativo dei poteri forti di contrastare questa attività: “l'Inceneritore è un tema di territorio e va in contrasto con la sua vocazione agricola e pastorale. Ora lavoriamo per le alternative concrete all'incenerimento”.

Il Sindaco di Gavoi Cugusi si è soffermato invece sulle incongruenze alla base della scelta di fare un nuovo grande impianto: “la Sardegna Centrale soffre di Spopolamento, la Differenziata è il Futuro, viviamo di agroalimentare, perché costruire un impianto di quel tipo? Spero che la Regione non presenti il ricorso, ma aggiorni il Piano Rifiuti seguendo le norme vigenti e ascoltando i territori”.

Ester Satta, Sindaca di Olzai, pone l'accento sulla vittoria incassata dai territori e dice: “noi Sindaci abbiamo assolto al nostro compito, quello di portare avanti le istanze del territorio, contro una Regione sorda che ha seguito una linea non condivisa e sconsiderata rispetto al nostro modello di sviluppo”.

La questione della salute è stata invece affrontata dai due rappresentanti dei Medici per l'Ambiente Vincenzo Migaleddu e Domenico Scano, che hanno ribadito il ruolo di terzietà svolto dall'ISDE nell'analisi anche della vicenda di Tossilo.

I dati Sanitari e Ambientali sono stati ovviamente sacrificati nella Sentenza, che è appunto amministrativa – ha precisato il Presidente Migaleddu - ma i dati sulle emissioni sono dichiarati nel Progetto del Nuovo Inceneritore, e andavano a raddoppiarsi: il nuovo impianto avrebbe dovuto emettere 435.493.682 Nm3/anno contro i 207.931.680 del vecchio inceneritore. La legge prevede il limite di emissione per m3 ma non limita il numero dei m3 per anno e ciò significa che l’inceneritore di Tossilo avrebbe aumentato comunque la quantità degli inquinanti nonostante le migliori tecnologie impiegate e ciò avrebbe determinato un incremento degli impatti ambientali e sanitari nel territorio circostante. Lascia perplessi che istituzioni deputate alla tutela della salute non colgano questo semplice ragionamento”.

ISDE – continua Migaleddu - nelle sue Osservazioni alle procedure VIA ( che alleghiamo qui integralmente) aveva calcolato prudentemente un incremento di almeno il 10% delle emissioni di NOx e SOx ( Ossidi di Azoto e Ossidi di Zolfo) e del 13% delle emissioni di Diossine e Furani”.

Avevamo anche sottolineato altre criticità:

  • che una struttura semplice della ASL insisteva nell’interpretazione omissiva relativamente al preoccupante andamento temporale dell’incremento del tasso di mortalità generale (M+F) per tutte le cause, per patologie tumorali e cardiovascolari nel distretto di Macomer;

  • la scarsa collaborazione della ASL con altre importanti strutture aziendali che hanno accesso al Registro Cause di Morte (ReCaM) e quindi ad altri indicatori di verifica quali le SDO (Scheda di dimissione ospedaliera) e i referti di anatomia patologica, particolarmente quando si tratta di patologie tumorali;

  • l'atto di indirizzo Europeo che prevede praticamente la dismissione degli Inceneritori entro il 2020.


Non si può escludere ogni ragionevole dubbio sui rischi per la salute collettiva dovuti dalla presenza degli Inceneritori – dice Domenico Scano – Nell'interpretazione politica le finalità dell'indagine del Centro Epidemiologico sembrano essere quelle di non suscitare allarme piuttosto che far emergere i potenziali rischi: il nostro rigore scientifico è finalizzato invece a verificare se effettivamente i rischi connessi all'inceneritore siano tali da condizionare la tutela della salute e questo rischio è già valutato da una vastissima letteratura scientifica internazionale, ed è certo che l'incenerimento produce sostanze mutagene e cancerogene. ISDE sostiene che l’aspetto importante da sottolineare è in assoluto il problema del rischio accettabile, sia per gli adulti (su cui i limiti di legge sono sempre calcolati), ma soprattutto sui bambini e gli organismi in accrescimento che possono avere una suscettibilità totalmente diversa.

Il rispetto dei limiti di legge è spesso utilizzata come sinonimo di "assenza di rischio". Tuttavia le leggi vigenti considerano una soglia legalmente "accettabile" di inquinamento, e sono perciò in chiaro contrasto con le evidenze Scientifiche , che non prevedono nessuna soglia sotto la quale si è al sicuro.

ISDE non demonizza l’evoluzione tecnologica e industriale né il progresso delle infrastrutture - conclude Scano -  ma va cambiata l’unità di misura per valutarli:  questa unità non può più essere un PIL che non tenga conto del benessere dell’uomo e dell’ambiente che lo ospita.

 Abbiamo già evidenze scientifiche che sono in grado di farci dire basta inceneritori.


 

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