Una crisi profonda e un settore in ginocchio: la Sardegna delle campagne scenderà in Piazza domani mattina a Cagliari per portare le rivendicazioni di una economia reale schiacciata da una congiuntura che ne sta minando la sopravvivenza.
Con il prezzo del latte ai minimi storici e una siccità che perdura da mesi i conti, alla fine, non tornano.
Per questo il Movimento dei Pastori Sardi ha deciso di portare fino a Cagliari, centro della politica regionale, le ragioni di un comparto che rappresenta l'ossatura di un'isola che non vuole soccombere.
Il Corteo muoverà i suoi passi da Piazza Marco Polo (Fiera), dove alle 9 è previsto il raduno dei manifestanti che giungeranno in Città da ogni parte della Sardegna.
L'appello alla mobilitazione, diffuso dal Movimento Pastori, si rivolge non solo ad allevatori ed agricoltori, ma anche agli artigiani, agli operai, agli studenti e agli amministratori comunali: il fine è quello di chiedere all'unisono un intervento urgente per la difesa del patrimonio zootecnico della Sardegna.
“Le campagne – scrivono i Pastori in un comunicato - stanno vivendo una crisi drammatica che rischia di travolgere l’economia e la vita sociale delle aree interne della Sardegna, già oggi investite dalla crisi economica e demografica.
La crisi dell’allevamento ovino è determinata da due fattori principali: la crisi del prezzo del latte, crollato del 50% nel giro di due anni e il crollo del 40% del valore delle carni.
Le calamità naturali stanno facendo il resto. La siccità ha messo in ginocchio tutte le aziende della Sardegna e gli incendi che devastano le campagne oggi mettono in pericolo uomini e animali.
Il prezzo del latte oscilla oggi da 0,50 a 0,60 centesimi al litro, cioè molto al di sotto dei costi di produzione. Gli allevatori non sono più in grado di soddisfare i bisogni alimentari delle greggi.
Per queste ragioni, si chiede che la Regione Sardegna stanzi, in via di urgenza, risorse pari a un quintale di mangime a capo.
Il Movimento dei Pastori Sardi chiede inoltre che si proceda urgentemente al risarcimento dei danni causati dalla calamità naturale.
Altri provvedimenti e azioni sono necessarie, al fine di dare tregua e sollievo alle aziende. Per questo, il MPS chiede:
1. Il blocco immediato delle cambiali agricole;
2. L’interruzione dei procedimenti di Equitalia;
3. L’azzeramento dei pagamenti INPS;
Si chiede inoltre all’Amministrazione Regionale di:
1. Procedere con solerzia alla liquidazione di tutte le pratiche relative al Piano di Sviluppo Rurale (PSR)
2. Anticipare al mese di settembre- ottobre il pagamento delle nuove pratiche relative al PSR e alla Politica Agricola Comunitaria (PAC), così come fatto da altre Regioni in Italia.
Il MPS chiede alla politica sarda di rispettare gli impegni presi nel 2014 sulla infrastrutturazione delle aziende e del territorio: Sviluppare progetti per la produzione di energia elettrica in azienda; Portare l’acqua potabile in tutti gli ovili; Viabilità e la creazione di centri di raccolta, refrigerazione e conservazione del latte diffusi in tutta la Sardegna. Questi sono alcuni degli impegni presi dall’Amministrazione regionale e poi dimenticati.
Occorre inoltre che la società e la politica sarda facciano un salto di qualità nella capacità di governo e di pianificazione del settore agro-pastorale.
Le crisi ricorrenti fanno comprendere che dobbiamo avere la capacità di ripensare il modo in cui in Sardegna la vocazione agro-pastorale deve integrarsi con il turismo e la cultura.
Il pastoralismo non è un semplice comparto economico ma parte centrale del tessuto sociale e culturale della Sardegna.
La società e la politica Sarda devono fare proprio questo concetto: il pastore ha e può avere una funzione centrale nella gestione del territorio, nella conservazione del paesaggio, nel controllo delle campagne.
Il pastoralismo è dunque un patrimonio della Sardegna che va salvaguardato e protetto e non lasciato in balia delle crisi del mercato globale e locale.
Tutti noi – come sardi, come amministratori, come pastori – possiamo crescere insieme se impariamo a considerare le greggi e le mandrie non come un mero capitale economico di proprietà esclusiva del pastore. Le pecore sono un capitale di storia e di cultura affidato ai pastori, un patrimonio di tutti i sardi da proteggere e salvaguardare.
Questa idea, da oggi, dovrà guidare le politiche agricole regionali”.
La manifestazione si concluderà in via Roma davanti al Consiglio Regionale, dove una delegazione sarà ricevuta dal Presidente del Consiglio, dai Capo- Gruppo e dal Governatore Pigliaru congiuntamente all’Assessore all’Agricoltura.