MACOMER. L'Unione dei Comuni del Marghine, all'unanimità, ha deciso di finanziare l'apertura di un Centro Antiviolenza che svolgerà attività di ascolto, tutela legale, affiancamento e consulenza psicologica e sociale: un servizio a sostegno non solo delle tante, troppe donne vittime di violenza, ma anche dei loro figli, che nei casi di violenze domestiche assistono ai maltrattamenti subendo la cosiddetta “violenza assistita”.
Lo stanziamento dei primi 15 Mila Euro di fondi della Programmazione Plus permetterà la realizzazione di un Centro con apposita sede a Macomer che offrirà una presenza garantita per 5 giorni a settimana, un numero di telefono attivo 24 ore su 24 e un soggetto gestore di comprovata esperienza nel settore.
L'Unione dei Comuni guidata dal Presidente Antonio Succu spezza dunque gli indugi e finanzia con propri fondi di Bilancio la realizzazione di un Centro Antiviolenza nel Marghine: una scelta importante che rientra in un quadro d'azione più ampio, figlio della spinta propulsiva esercitata dagli Assessorati alle Politiche Sociali dei diversi Comuni (occupati, non a caso, in gran parte da donne) che da 3 anni lavorano su più fronti per la sensibilizzazione al tema e per costruire una “rete di protezione” a tutela di tutte quelle donne che vivono situazioni di difficoltà.
Si accende così anche nel Marghine una potente luce pubblica su una problematica a diffusione sempre più capillare e lo si fa mettendo in campo uno strumento essenziale per spezzare quella complessa ed articolata “spirale della violenza” che inchioda donne di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali.
Se già con la ratifica della Convenzione di Istanbul il Governo Italiano si è dotato di un Piano d'Azione Straordinario che prevede un sistema integrato di politiche orientate alla salvaguardia e alla promozione dei diritti umani delle donne e se anche la Regione Sardegna ha adottato in questi anni una serie di interventi a sostegno delle vittime di violenza, con la recente Deliberazione del 3 Ottobre 2017 la Giunta Regionale ha deciso, a fronte della gravità del problema, di potenziare i Centri Antiviolenza nell'Isola (attualmente sono 8) stanziando risorse per circa 170 mila Euro: in attesa che il piano regionale diventi operativo, il Marghine si porta avanti e sceglie di modificare la propria programmazione del PLUS destinando i 15 Mila Euro di fondi impegnati per la prevenzione nelle scuole per l'apertura del Centro.
Una scelta che agevolerà le donne vittime di violenza del territorio del Marghine che oggi, per poter usufruire dei servizi di supporto e tutela, sono costrette a rivolgersi ai Centri di Nuoro e Oristano, ma che non dovrebbe pregiudicare le attività di sensibilizzazione nelle scuole, destinatarie del Progetto Ministeriale.
La dotazione finanziaria messa a disposizione dall'Unione per l'attivazione del Centro Antiviolenza potrebbe addirittura essere rafforzata: grazie ad un lavoro certosino di verifica e ricognizione dei Fondi Plus, si sarebbero trovate infatti risorse aggiuntive che andrebbero a sommarsi ai 15 Mila Euro già impegnati.
I tempi per l'avvio del Centro, al netto delle procedure burocratiche, saranno brevi: “speriamo di riuscirci entro il mese di Novembre” - dice l'Assessora e Vice Sindaca del Comune di Silanus Rita Morittu.
C'è però un quadro più ampio di azioni messe in campo nel territorio per combattere la piaga della violenza sulle donne: in questo rientra, per esempio, “Con_fini di genere. Teorie e pratiche oltre gli stereotipi”, il progetto che partecipa al Bando indetto dal Ministero delle Pari Opportunità per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione ed al contrasto alla violenza di genere.
Un progetto che vale 120 Mila Euro e che mira al coinvolgimento attivo dei giovani delle scuole del territorio: Macomer Comune Copofila e ben 17 i partner coinvolti, tra cui i Comuni di Birori, Borore, Bortigali, Bolotana, Lei, Silanus, Sindia, l'Università di Sassari, il Centro Antiviolenza Onda Rosa di Nuoro, la cooperativa Crisalys, il Cedac e tutti gli Istituti Scolastici.
A realizzarlo, condividerlo e metterlo a disposizione del territorio in modo assolutamente gratuito è Maria Arca, giovane macomerese trapiantata a Torino e specializzata nella progettazione sociale: “leggere i dati forniti dal Centro Antiviolenza di Nuoro mi ha reso consapevole del fatto che la violenza di genere non è solo prerogativa dei grandi centri urbani e che anche nel Marghine il problema è molto diffuso - dice la Arca – per questo mi sono sentita in dovere di mettere a disposizione le mie competenze per provare a ricercare ed ottenere le risorse economiche necessarie a consapevolizzare l’intera popolazione e fare prevenzione nelle scuole”.
Un progetto che è stato sposato e portato avanti con entusiasmo dalla Vicesindaca di Macomer Rossana Ledda, che ha lavorato per costruire un partenariato che permettesse la partecipazione al bando: “abbiamo lavorato sia sulla prevenzione che sull'aiuto concreto verso le donne, cercando di garantire il massimo impegno per una causa così importante ed auspichiamo di poter assicurare una certa continuità affinché il Plus possa agire con efficacia, coscienza, etica ed efficienza verso le fasce più deboli del Marghine” - dichiara Rossana Ledda, promotrice tre anni fa con Silvia Fadda, ex Assessora di Bolotana, ed Erica Violanti, Assessora di Birori, del Tavolo degli Assessori del Sociale.
In attesa dei risultati del bando ministeriale, il contributo degli Assessorati ai Servizi Sociali dei 10 Comuni del Marghine nell'ambito dell'Unione continua: la prossima apertura entro l'anno del Centro Antiviolenza a Macomer è infatti uno dei risultati raggiunti insieme ai Sindaci nell'ambito della programmazione dei Fondi del PLUS, le risorse dedicate alle politiche del sociale.