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Le insidie della 129 Nuoro-Macomer, il racconto di Paola: "quella strada è una trappola"

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Non riesce a trattenere le lacrime al pensiero di quei giovanissimi ragazzi, Francesco e Matteo Pintor, che su quella maledetta curva del Km 64 della 129 Nuoro-Macomer hanno perso la vita il giorno di Natale: Paola Deriu, poco più che trentenne, su quello stesso tratto ha vissuto un'esperienza che oggi può fortunatamente raccontare, ma che di certo la fa sentire vicina a quel dramma, ultimo di tanti, che ha lasciato tutti attoniti.

Sono le lacrime di chi ha provato sulla sua pelle la pericolosità di quel percorso, divenuto tristemente noto per il numero spropositato di incidenti: per questo accetta di raccontare la sua storia, unendosi ai tanti appelli per mettere in sicurezza la Trasversale.

Era una tarda mattina del Marzo del 2016 e una pioggia leggera cadeva sul centro Sardegna da qualche giorno. Paola, alla guida della sua Lancia Ypsilon, percorreva il tratto della Trasversale che separa Orotelli da Bolotana, suo paese natale.

«La strada era viscida, era stata appena riasfaltata, io avevo la macchina nuova e viaggiavo ad una velocità moderata, circa 70 Km orari. All'ingresso della curva ho sentito le ruote posteriori perdere aderenza e tirare di lato, quindi ho controsterzato e credo di aver istintivamente toccato il freno. La macchina si è girata al contrario ed è finita sul guard rail. Ho pensato, in quell'attimo, che avrei dato un bel colpo alla fiancata della macchina nuova, ma non avevo considerato un fatto decisivo: il guard rail non era fissato col cemento, ma semplicemente conficcato nella terra. L'impatto quindi lo ha divelto, abbattendolo quasi completamente e facendolo cedere a livello stradale, trasformandolo in una sorta di rampa di lancio per la macchina, che ha praticamente preso il volo schizzando in alto, ribaltandosi per poi finire di traverso sulla carreggiata».

Un racconto dettagliato il suo, che ripercorre una dinamica che forse è diventata un incubo impossibile da scacciare via: oltre il comprensibile shock, la cicatrice nella testa e i danni alla cervicale, resta la rabbia mai sopita per la mancata messa in sicurezza di una strada divenuta in questi anni un tragico teatro di morte.

«Ho deciso di non percorrerla più, non mi fido – dice ancora - quella strada ha bisogno di interventi seri: alcune curve hanno una pendenza anomala che porta a perdere il controllo della macchina. Certo, ci saranno anche gli automobilisti distratti, quelli che la percorrono ad alta velocità o dopo aver consumato alcool, questo non si può negare, ma il numero di incidenti degli ultimi anni è davvero insostenibile e parla chiaramente di una strada disseminata di troppe trappole».

Trappole che diventano croci e croci che diventano tragedie per le famiglie e per le comunità: nonostante questo, fino ad oggi, non si è riusciti ad ottenere degli interventi basilari per garantire un minimo di sicurezza ai tanti che su quell'arteria transitano quotidianamente.

«Mi chiedo come sia possibile che, a fronte di tanti morti, di tante giovani vite spezzate, la strada continui ad essere così pericolosa: se a morire fosse stato il figlio di qualcuno che conta, ci sarebbe stato lo stesso immobilismo? - è la provocazione di Paola, che racconta come le persone comuni si ritrovino disarmate di fronte alle autorità che dovrebbero e potrebbero prendere dei provvedimenti - Ho provato anche a procedere legalmente contro l'Anas – ci tiene a sottolineare - in particolare per la questione del guard rail che, non essendo fissato in modo stabile, invece di contenere ha aggravato l'incidente, ma un'agenzia specializzata mi ha sconsigliato di avviare la causa: sono casi frequentissimi e pare non ci siano molte possibilità di spuntarla».

La prossima settimana il tema della sicurezza sulla Trasversale Sarda sarà al centro del tavolo tecnico convocato dall'Assessore ai Lavori Pubblici Balzarini, al quale siederà una delegazione di sindaci del Nuorese e l'Anas: dal territorio la richiesta di un intervento urgente è unanime.

«Vorrei che finalmente si affrontassero i problemi e si trovassero delle soluzioni – conclude Paola – o almeno ci spero. Oggi la fiducia, data la situazione, vacilla, ma staremo a vedere».

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