BORTIGALI. Lungo, articolato e dai tratti spiccatamente umani in quell'incipit “alla solitudine di un Sindaco di paese”: è lo sfogo affidato a Facebook da Francesco Caggiari, il Primo Cittadino di Bortigali che ieri ha deciso di rompere il silenzio e condividere le sensazioni di chi, da rappresentante territoriale dello Stato, si ritrova suo malgrado a vedersi indicato come responsabile di un qualcosa che, calata dall'alto, non può che applicare.
La questione, non certo di poco conto, è quella che ha tenuto col fiato sospeso le amministrazioni, le associazioni e le comunità di mezza Italia con l'avvicendarsi del Carnevale e dei suoi immancabili festeggiamenti.
A stravolgere e complicare le diverse organizzazioni è stata l'applicazione dell'ormai famoso Decreto Gabrielli sulla sicurezza, che ha imposto direttive stringenti per l'organizzazione di manifestazioni pubbliche dopo gli incidenti verificatisi nella piazza di Torino in occasione della finale di Champions League.
Misure che, applicate nei piccoli Comuni, possono creare davvero grossi problemi a chi organizza gli eventi, per quanto piccoli possano essere e spesso proprio in ragione di questo.
A Bortigali alla fine si è deciso, di fronte all'impossibilità di avere tutte le regolari autorizzazioni, di annullare la sfilata dei Carri ed è questo ad aver scatenato le polemiche nel paese.
A raccontarlo è lo stesso Sindaco, che scrive:
“in data 31 gennaio l'ufficio tecnico del comune ha ricevuto un paio di telefonate da parte di funzionari del commissariato di Macomer, i quali facendo proprie le direttive ricevute dalla questura competente per territorio in tema di sicurezza pubblica ( vedasi decreto Gabrielli ) e ci chiedevano in particolare quali manifestazioni si era in procinto di organizzare a Bortigali per il Carnevale, quali autorizzazioni avessimo già rilasciato, su che basi lo avessimo fatto e se fossero state convocate/espletate le commissioni comunali di pubblico spettacolo. I funzionari inoltre ci sensibilizzavano sull'opportunità di non concedere autorizzazioni senza aver ottemperato a quanto prescritto dalla normativa vigente. Ho subito informato dei fatti il direttivo della Pro Loco, che ha provveduto ad annullare la sfilata del 10/02/2018”.
Inoltre, racconta ancora Francesco Caggiari ricostruendo i fatti, “in seguito alla richiesta da parte di un'associazione culturale del paese che intendeva organizzare i balli in una sala di proprietà del comune priva però delle necessarie autorizzazioni per lo scopo, ho espresso, di concerto con il Responsabile dell'ufficio tecnico, parere negativo”.
Una situazione che, chiaramente, ha creato un malumore diffuso a Bortigali e della quale il Sindaco è diventato il capro espiatorio, nonostante si sia attivato, come lui stesso racconta, presso l'Unione dei Comuni per chiedere una interlocuzione con il Prefetto ed interpellando l'Anci Sardegna per capire come affrontare una questione così spinosa.
Difficile però, alla prova dei fatti, far passare all'interno della comunità l'idea che non vi erano le condizioni per fare gli eventi e così si è finito per accusare il Sindaco di avere delle responsabilità dirette. Per Francesco Caggiari, amministratore al secondo mandato che, ad onor del vero, ha sempre difeso caparbiamente in tutte le sedi e si è costantemente fatto portavoce delle istanze della sua Bortigali, è quasi un'offesa: “credo che le persone con un po' di sensibilità possano capire lo stato di frustrazione, la delusione mista a rabbia, la voglia di abbandonare la barca, perché il Sindaco lo si fa in sinergia con il paese e con i suoi abitanti, non contro”.
Quasi una scollatura dolorosa quella descritta nel lungo post, che evidentemente colpisce prima di tutto l'uomo che l'amministratore, ma alla quale comunque segue anche un'analisi razionale, perché il rischio reale è che nei piccoli borghi si perdano anche gli eventi e le manifestazioni che le caratterizzano, spesso legate alla tradizione e all'identità.
“Credo che la sicurezza vada rispettata, ma credo anche, e ne sono convinto, che la stessa vada tarata alle realtà locale in cui viene espletata” - chiarisce Caggiari.
Un tema forte ed essenzialmente politico quello lanciato pubblicamente dal Sindaco, perché l'applicazione uniforme di norme così stringenti sulla sicurezza può svuotare i luoghi, svilirli e privarli degli spazi di espressione e di rappresentazione di se stessi. Sempre in sottrazione dunque, finanche nella libertà di vivere in serenità momenti di aggregazione e divertimento come quelli del Carnevale.