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Il Tar stronca gli ambientalisti: il Piano dei Rifiuti è valido, l'Inceneritore di Tossilo era previsto

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Una sentenza pesante, che delinea una stroncatura integrale dei ricorsi presentati dal Comitato "Non Bruciamoci il Futuro", dall'Associazione "Zero Waste Sardegna" e dai Comuni di Olzai, Sarule, Arzana e Gavoi: è quella pubblicata due giorni fa dal Tribunale Amministrativo della Sardegna che riguarda il Piano Regionale dei Rifiuti approvato nel 2016 dalla Giunta guidata da Francesco Pigliaru e che coinvolge il progetto per la costruzione del contestato nuovo Inceneritore di Tossilo a Macomer
I ricorrenti chiedevano l'annullamento del nuovo Piano regionale dei Rifiuti e di tutti gli atti  conseguenti in quanto la sua approvazione, non sottoposta alla procedura di VAS (valutazione ambientale strategica), sarebbe stata illegittima. 
In particolare, le contestazioni riguardavano il Caso Macomer, con l'inceneritore di Tossilo che nel  precedente piano del 2008 veniva indicato come una piattaforma da utilizzare per un periodo transitorio (in attesa della realizzazione dei 2 poli di trattamento al nord e al sud dell'Isola) ma che,  con l'approvazione del nuovo Piano, viene potenziato con addirittura la costruzione di un nuovo impianto che brucerà il doppio delle tonnellate di rifiuti, andando ad incidere ancor di più sulle  condizioni ambientali del territorio. Una situazione completamente diversa che, secondo i Comitati  e i Comuni barbaricini, richiedeva una nuova procedura di VAS. 
Il motivo non è fondato - scrive il Tar nella sentenza, argomentando la stroncatura col fatto che il  piano del 2008 prevedesse già il potenziamento dell'impianto di Tossilo - non vi sono sufficienti elementi per sostenere che la valutazione ambientale strategica sul piano del 2008 non ha annoverato anche le ricadute ambientali connesse all’impianto di Macomer e alla decisione di potenziarlo”. 
Non solo, perché il Tribunale boccia anche tutte le altre contestazioni: quelle sul “difetto di istruttoria” vengono bollate come “non pertinenti o comunque generiche”; quelle del mancato coinvolgimento dei soggetti competenti in materia ambientale e dei Comuni non “merita accoglimento” sia perché la proposta di piano era stata pubblicata sul sito Sardegna Ambiente ( anche se il Tar ammette che non risulta la pubblicazione della proposta di aggiornamento), sia perché il protocollo d’intesa tra ANCI Sardegna e Consiglio delle Autonomie Locali nell'ambito dell'aggiornamento del piano regionale dei rifiuti non è mai stato stipulato.
 “L’art. 199, comma 1, cit., pur prescrivendo un generico dovere di sentire gli enti locali, non indica  le specifiche modalità attraverso le quali si debbano acquisire le opinioni delle amministrazioni interessate dal piano o programma” - sentenzia il Tar.  

Per leggere la sentenza integrale, clicca qui

 

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