MACOMER. Percorreranno ben 146 chilometri per giungere alla nuova destinazione e partiranno proprio da quella cittadina del centro Sardegna dove, da anni, il dibattito sul tema della gestione dei rifiuti scuote ed infiamma gli animi vista la presenza ventennale in loco del contestato inceneritore della Tossilo S.p.A. e la costruzione, ex novo, del nuovo impianto che brucerà 60 mila tonnellate di rifiuti all'anno.
Loro sono gli imballaggi misti che rispondono al codice CER 150106, ovvero il vetro e le lattine di alluminio derivanti dal sistema di raccolta differenziata cittadina, il cui esercizio è stato aggiudicato, nel 2014, dalla Ciclat Ambiente di Ravenna e la cui gestione diretta è stata affidata alla ditta associata Ambiente Italia s.r.l. di Bodio Lonnago.
La selezione dei rifiuti valorizzabili prenderà la strada che li porterà da Macomer sino alla zona industriale di Macchiareddu, in provincia di Cagliari, dove si trova l'impianto della Eco San Sperate, società cooperativa che si occupa della ricezione e della lavorazione finalizzata alla valorizzazione di alcune porzioni dei rifiuti solidi urbani e che ha presentato al Comune l'offerta più vantaggiosa per il ritiro di quelli macomeresi: la cooperativa di San Sperate ha offerto 22 euro più Iva per ogni tonnellata di rifiuto differenziato conferito nel sua piattaforma. Il viaggio fino a Macchiareddu è però a carico del conferitore e quindi del Comune di Macomer.
La decisione, si legge nella determina a firma del dirigente del settore tecnico, rientra nelle iniziative che il Comune, in accordo con la ditta Ambiente Italia, vuole intraprendere per realizzare un miglioramento quantitativo e qualitativo della raccolta differenziata e che, in questo caso, dovrebbe portare in dote un vantaggio economico per l'ente e avere ricadute positive in termini di riconoscimento della premialità da parte della Regione.
Iniziativa lodevole ovviamente per avviare quel ciclo virtuoso che si fonda sul riutilizzo dei materiale selezionati, peccato che gli imballaggi dovranno attraversare mezza Sardegna per giungere a destinazione quando invece avrebbero potuto muoversi dentro uno spazio di pochi chilometri per giungere alla piattaforma di rifiuti della Tossilo s.p.a. dove, oltre ai due vecchi forni d'incenerimento ormai dismessi e al nuovo mega forno in fase di costruzione, da ben 4 anni c'è un impianto di selezione meccanica degli imballaggi rimasto inutilizzato e che avrebbe dovuto separare plastica, alluminio e materiali ferrosi.
Finanziato dalla Regione Sardegna, costato circa 1 milione di euro e di proprietà del Consorzio Industriale di Tossilo, non ha mai emesso neppure un vagito e resta lì, immobile e silenzioso, come un manifesto impietoso di una quantomeno illogica gestione del ciclo dei rifiuti in quell'angolo di Sardegna dove la logica dell'incenerimento ha preso il sopravvento anche su un razionale utilizzo di ciò che si ha a disposizione.
Alcuni mesi fa, durante una visita alla piattaforma macomerese, l'Amministratore Unico della Tossilo S.p.A. Mario Rubattu, rispondendo ad alcune domande, ci aveva spiegato che l'impianto di selezione non è mai entrato in funzione per problemi di tipo societario e aziendale e che i macchinari, non si capisce perché, sono comunque privi del sistema di selezione basato sul colore e non rientrano dunque negli standard stabiliti dal Conai.
Oggi, con la frazione di differenziata corrispondente a vetro e lattine (dal valore di 22 euro a tonnellata) che da Macomer prende la via per Macchiareddu per essere valorizzata, emerge nella sua incredibile stortura la contradditorietà del sistema di gestione del rifiuto di Tossilo.
Su tutto, si possono evidenziare due dati:
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i posti di lavoro che la piattaforma di selezione e valorizzazione dei materiali riciclabili avrebbe potuto garantire;
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il vantaggio economico di cui il Comune di Macomer, e quindi i cittadini tutti, avrebbe potuto godere se il rifiuto valorizzabile, piuttosto che essere spedito a Macchiareddu con le relative spese di trasporto che incideranno pesantemente sull'operazione, fosse stato conferito e valorizzato nella piattaforma di selezione realizzata con fondi pubblici regionali a Tossilo e mai entrata in esercizio.