NUORO. La Conferenza territoriale dell'ASSL di Nuoro ha bocciato la Programmazione Attuativa Locale per il triennio 2019/21.
Venerdì mattina i Sindaci dei distretti sanitari che fanno capo a Nuoro si sono riuniti per la seconda volta per esprimersi sulla riorganizzazione sanitaria che coinvolge direttamente le strutture locali di Macomer, Siniscola e Sorgono, investite da un rischio depotenziamento in nome del “sempreverde” risparmio economico.
Le rassicurazioni attese dai vari distretti per scongiurare di imboccare la strada tortuosa del depauperamento e, in alcuni casi, dello smantellamento vero e proprio di alcuni servizi, non sarebbero arrivate nonostante la presenza della dottoressa Grazia Cattina, direttrice dell'area socio sanitario di Nuoro.
Per questo i Sindaci hanno scelto di non dare fiducia al Piano Attuativo Locale.
Tanti anche questa volta i primi cittadini che hanno scelto di non partecipare all'assemblea: su 52, solo 19 si sono presentati all'appuntamento fissato dalla Presidente della Conferenza Silvia Cadeddu, Sindaca di Birori.
Numero legale raggiunto per un pelo e discussione serrata nel merito delle tante, troppe criticità segnalate in più occasioni, in particolare dai distretti di Macomer e Siniscola.
Su proposta della Presidente, la conferenza ha invece scelto di stralciare il punto all'ordine del giorno sull'approvazione del piano sanitario regionale, in quanto si è ritenuto che il parere vada acquisito in seno alla conferenza Regione – Enti Locali.
Il parere negativo espresso invece sulla programmazione locale, che non ha un carattere vincolante e quindi non avrà conseguenze dirette sulla riforma sanitaria nel suo complesso, esprime un inequivocabile campanello dall'allarme a livello politico, mandando un segnale chiaro di non condivisione di un progetto di riorganizzazione che non ha saputo, evidentemente, dare risposte esaustive ai tanti problemi reali di cui soffre il servizio sanitario nella sua dislocazione locale.
«In sostanza – commenta la presidente Silvia Cadeddu – le istanze promosse dai vari distretti sanitari non hanno trovato attuazione dentro la programmazione locale. Questo significa che non ci sono le soluzioni attese da più parti per salvare i distretti dal depotenziamento».
Una bocciatura che comunque i presenti alla conferenza non hanno espresso in modo unanime: se la maggioranza ha votato contro il piano, una parte ha preferito astenersi lasciando aperto uno spiraglio di fiducia per la risoluzione dei problemi sottoposti all'ATS.
NEL MARGHINE. Se la posta in gioco è quella di un ulteriore depauperamento delle strutture sanitarie locali, la richiesta che il territorio del Marghine ha portato all'assemblea è stata quella di potenziare il poliambulatorio di Macomer, chiedendo interventi specifici: anzitutto l'Oncologia - reparto che Ignazio Piras, Presidente del distretto macomerese, definisce “una struttura d'eccellenza” - le cui attività di erogazione della medicina Chemioterapica s'intende trasferire a Nuoro; il Laboratorio di Analisi, dal quale è stato già sottratto da un anno circa la immunoenzimatica, trasferita a Nuoro nonostante i circa 30 mila esami prodotti in un anno e che ora corre il rischio di essere trasformato in un semplice centro prelievi. Ancora, il reparto di la Riabilitazione, attualmente con gravi carenze di organico che ne inficiano il buon funzionamento, e la Medicina Specialistica, con l'assenza per esempio da quasi un anno di un epatologo.
Le richieste avanzate dai Sindaci del Marghine non hanno trovato un riscontro nella programmazione locale e la dottoressa Cattina non è riuscita a rassicurare i suoi interlocutori rispetto alla possibilità di non depotenziare il poliambulatorio macomerese.