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Macomer. Al via i corsi della Scuola sovracomunale di musica G.Verdi

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MACOMER. La Scuola sovracomunale di musica G. Verdi di Macomer ha aperto le danze lo scorso Lunedì 26 Novembre.

Forte dei suoi venti anni di attività, l'istituto avvia il nuovo anno con ben 107 iscrizioni all'attivo, confermando una tendenza che ha portato in pochi anni a raddoppiare il numero degli allievi che frequentano i suoi corsi.

Aperta, senza vincoli d'età, a chiunque intenda perfezionare le proprie capacità o avviare un percorso del tutto nuovo cimentandosi per la prima volta nel mondo della musica, la scuola macomerese ha saputo in questi anni ampliare l'offerta didattica, passando dall'insegnamento limitato a soli pochi strumenti ad un'ampia gamma di materie: chitarra classica ed elettrica, violino, clarinetto, pianoforte, canto lirico e moderno, tromba, arte scenica, batteria, flauto e organetto.

Tra le attività svolte si annovera anche la preparazione specifica per poter sostenere l'esame del conservatorio e l'organizzazione di master class guidati da esperti di una particolare disciplina.

Nata come scuola sovracomunale, l'istituto ha conservato negli anni questa specificità ed è in grado di svolgere le sue attività direttamente nelle sedi dei Comuni che vi aderiscono, evitando agli allievi il disagio degli spostamenti e lo status da pendolari. A far parte del circuito sono oggi i Comuni di Bolotana e Sindia.

In una logica di inclusione, condivisione e crescita, la Giuseppe Verdi accoglie anche le persone con diverse forme di disabilità, che possono in questo modo confrontarsi con una disciplina artistica in grado di arricchire e migliorare la qualità della vita.

Sotto la guida del nuovo direttore Antonello Mura – che ha sostituito nel ruolo Giovanna Demurtas – si apre dunque un nuovo anno: “l’affermazione e la crescita della scuola – dice Tiziana Atzori, in qualità sia di presidente della scuola che di assessora comunale all'istruzione e alla cultura – ci riempie di orgoglio ed è la prova che la musica è un importante patrimonio culturale e che, se si investe sulla qualità, i risultati arrivano”.

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