Partecipa a IlMarghine.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La stangata arriva da Roma: tagli sui contributi ai Comuni delle Zone Interne. Da Macomer parte la rivolta: “ci rifiutiamo di tagliare servizi e aumentare le tasse, ci obbligano alle dimissioni”

Condividi su:

 

MACOMER. Tra le pieghe della Legge Finanziaria 2019 approvata dal Parlamento italiano il 31 Dicembre c'è sorpresa che difficilmente farà felici i suoi destinatari: si tratta di un taglio corposo che colpirà in maniera diretta le casse dei Comuni e che inciderà sull'erogazione dei servizi essenziali.

A scovarla, attraverso lo studio degli atti, sono stati gli Amministratori Comunali di Macomer e la loro preoccupazione, dovuta alla consapevolezza di dover stravolgere il bilancio già predisposto per l'anno appena iniziato, ha preso la forma di un vero e proprio grido di allarme lanciato ieri mattina in una apposita conferenza stampa.

La misura in questione riguarda in particolare tutti quei Comuni nei quali le seconde case sono numericamente irrisorie e quindi, neanche a dirlo, colpirà maggiormente quelli dell'interno della Sardegna, gli stessi che combattono quotidianamente per tentare di arginare la piaga dello Spopolamento.

Il Governo Lega-M5S ha deciso infatti di tagliare il contributo compensativo, erogato dal 2014, riconosciuto ogni anno a tutti i Comuni italiani a seguito del minor gettito dovuto all'abolizione dell'Imu sulla prima casa e alla sua sostituzione con la Tasi.

Andiamo per ordine: nel 2014, con un apposito Decreto “Disposizioni urgenti in materia di Finanza Locale” volto al superamento delle situazioni di crisi finanziaria degli enti locali e a garantire l'equilibrio e la stabilità dei bilancio, il Governo attribuì un contributo pari a 625 milioni di euro da spalmare a titolo compensativo su tutti i Comuni che, con l'abolizione dell'Imu sulla prima casa e con la sua sostituzione con la Tasi su tutti gli immobili, avevano subito un minor gettito.

Il contributo compensativo, del quale godono circa 1.800 Comuni d'Italia, ha subito negli anni una progressiva riduzione, passando dai 625 milioni iniziali ai 300 milioni del 2018. Oggi, con la nuova manovra approvata a Capodanno, la cifra subisce un ulteriore taglio, fermandosi a 190 milioni di euro all'anno. Questo il comma incriminato della Legge Finanziaria:  “Comma 892. Per ciascuno degli anni dal 2019 al 2033, a titolo di ristoro del gettito non più acquisibile dai comuni a seguito dell'introduzione della TASI di cui al comma 639 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, è attribuito ai comuni interessati un contributo complessivo di 190 milioni di euro annui da destinare al finanziamento di piani di sicurezza a valenza pluriennale finalizzati alla manutenzione di strade, scuole ed altre strutture di proprietà comunale”.

Questo il quadro generale. Dalla lettura del comma si evince, oltre il taglio, anche un particolare da non trascurare: il vincolo sull'utilizzo del contributo concesso, la cui gestione è in capo al Ministero dell'Interno.

Torniamo ora al caso particolare, ossia quello del Comune di Macomer, dal quale ieri è partita la denuncia sulle ripercussioni che la scelta governativa avrà a livello locale, per capire in pratica gli effetti del taglio.

Quella che potrebbe sembrare ad uno sguardo superficiale un'inezia, in realtà non lo è affatto. Vediamo perché: “nel 2018, Macomer ha ricevuto un contributo pari a 680 mila euro – spiega il sindaco Antonio Onorato Succu e l'intera somma è stata destinata alla spesa corrente, che significa interventi di assistenza sociale, politiche per gli anziani, manutenzioni, strade, verde pubblico, cultura e sport. Il 14 dicembre – prosegue ancora - abbiamo approvato in sede di Giunta lo schema di bilancio preventivo 2019 e siamo riusciti, grazie al risanamento dei debiti degli anni precedenti, ad apportare importanti novità, con la riduzione della pressione fiscale e la programmazione di importanti investimenti sul decoro urbano, sul verde pubblico, sul sociale e le attività culturali. Lo dovevamo discutere in Consiglio a metà gennaio ma ora, a causa di questa sorpresa di capodanno, occorrerà stravolgere tutto”.

La manovra nazionale taglia infatti di circa il 60% il contributo compensativo Imu-Tasi, vincolando la quota concessa alla sola realizzazione di opere pubbliche.

Significa che neppure la percentuale residua che sarà effettivamente trasferita agli enti potrà essere utilizzata per la spesa corrente e quindi per l'erogazione dei servizi ai cittadini. Inoltre, come ha specificato nel corso della conferenza stampa l'assessore al bilancio Marco Manus, nella manovra vi sarebbe anche l'obbligo di un maggior accantonamento dei fondi di dubbia esigibilità per circa 50 mila euro.

La misura ha l'effetto di creare un disequilibrio del Bilancio Comunale – ha sottolineato ancora il Sindaco – e questo significa che siamo costretti a modificare quello già predisposto e che ci troviamo di fronte ad una scelta scellerata: o tagliare i servizi o aumentare le tasse. Per portare avanti la politica del reddito di cittadinanza – tuona il Sindaco Succu – si strozzano i Comuni. Non bastava la politica sempre più razzista portata avanti con il DL Sicurezza, ora arriva anche questa mazzata che costringe gli amministratori a consegnare i propri Comuni al commissario prefettizio. Perché, sia chiaro, noi non vogliamo né aumentare le tasse né tagliare i servizi. Faremo una battaglia in tutte le sedi opportune, ci rifiutiamo di governare la miseria”.

Preoccupato, l'assessore al bilancio Marco Manus, che ha voluto sottolineare gli sforzi fatti negli anni precedenti per giungere ad un bilancio in grado di implementare i servizi ai cittadini: “finalmente avevamo reperito importanti risorse per intervenire sul decoro urbano e sul verde pubblico, con uno sguardo particolare sul settore sociale e culturale, sulla pubblica illuminazione, la ristrutturazione degli immobili comunali e la manutenzione delle strade rurali. Ora invece ci ritroviamo ad un bivio, con la necessità di reperire nuove risorse per coprire i servizi. Dobbiamo assolutamente fare un'alzata di scudi e rigettare questi tagli che colpiscono noi come tantissimi altri Comuni”.

Sulla stessa linea il capogruppo di maggioranza Gianfranco Congiu: “sono due gambe di una stessa tenaglia che si stringe al collo del Comuni – ha detto – sembra che i paesi dell'interno della Sardegna siano il terreno di caccia sia dei governi regionali di centro sinistra che del nuovo governo giallo-verde. Non si può sopravvivere a queste condizioni, dobbiamo lanciare una mobilitazione popolare”.

L'assessora ai servizi sociali Rossana Ledda ha chiarito: “non siamo in grado di tagliare i servizi ai nostri cittadini e sul sociale non si possono fare tagli. Noi abbiamo governato nel nostro piccolo abbandonando la politica dell'assistenzialismo, perché puntiamo su un reddito di autonomia”.

La posizione del Comune di Macomer è dunque all'unisono: non c'è lo spazio per i tagli ai servizi e non possono essere i Comuni a pagare il prezzo delle politiche nazionali. Si preannuncia una mobilitazione e il Sindaco Antonio Succu ha chiesto al presidente dell'Anci Emiliano Deiana di convocare urgentemente un'assemblea per discutere della questione e trovare le forme per opporsi tutti insieme a tagli considerati insostenibili.

Condividi su:

Seguici su Facebook