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Covid-19. "La vergogna del Caso Silanus": il Sindaco Gian Pietro Arca denuncia un sistema sanitario fortemente astruso

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La procedura che viene adottata quando una persona contrae il Covid-19:

un medico prende in cura il soggetto positivo e, successivamente, svolge l’indagine epidemiologica al fine di individuare chi, a sua volta, deve essere sottoposto a tampone.

Nel caso in cui altri soggetti dovessero risultare positivi, gli stessi, se in numero elevato, vengono assegnati ad altri medici che provvedono ad esperire la necessaria procedura.

Il problema, come abbiamo potuto constatare in questi giorni, si manifesta nelle comunicazioni che il Servizio di Igiene Pubblica (che per quanto concerne Silanus risulta essere competente in parte quello di Macomer e in parte quello di Nuoro, e questo sulla base di una sorta di “divisione dei compiti”, che per un mio limite, non sono riuscito a capire) deve fare ai diretti interessati e a tutti gli altri soggetti, quali ad esempio il loro Comune di residenza.

IL "CASO SILANUS":

è già da qualche giorno che cerchiamo di venire a capo sulla situazione che grava su una molteplicità di nostri compaesani che si trovano in stato di isolamento, i quali, oltre a non conoscere l’esito dei test a cui si sono sottoposti il 18.09.2020, che a quanto mi è dato sapere sono già stati processati, non riescono ad ottenere la necessaria documentazione utile a giustificare il loro stato di malattia nei confronti di chi ne fa richiesta, come ad esempio il datore di lavoro.

Parlando con uno dei tanti medici, il quale ha dovuto subire i miei strali, magari incolpevolmente, ho detto lui che:

l’ATS Sardegna ha creato un sistema fortemente disomogeneo e astruso che nessuna persona di buon senso riuscirebbe a concepire”.

Per me, continuo a dirlo, il problema è la mancanza di organizzazione che molto spesso viene affidata a persone che non hanno adeguate capacità.

Qualche settimana fa, un dirigente medico, credendo forse di intimorirmi, mi ha detto che avrei risposto delle mie affermazioni in altra sede.

Ho replicato citando Cossiga:

Mi quereli, che mi diverto!”.

Non smetterò mai, anche a costo di affrontare le cosiddette pene dell’inferno, di denunciare le storture di un apparato sanitario che il cittadino più debole, purtroppo, sente sempre più distante.

Absit iniuria verbis

 

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