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Borore. Straordinario successo del Museo del Pane Rituale a Milano

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Cosa può esserci di più adatto del pane per rappresentare la provincia di Nuoro in un evento denominato Spazio Mediterraneo? È questo il senso della scelta fatta dalla Provincia partner del progetto TERRAGIR2, nell’ambito del PO Marittimo, insieme a Liguria, Toscana e Corsica per un evento che si è svolto, nei giorni scorsi, a Milano. Protagonisti i pani del Museo del Pane Rituale di Borore ed il vino cannonau.
Un evento che ha avuto come cornice l’ERNESTO MEDA LOFT ai Navigli nel quale per due giorni la provincia di Nuoro, le Province di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto,la Regione Liguria e la Corsica hanno presentato a giornalisti di settore, blogger e agenti di commercio i prodotti dei rispettivi territori alternando degustazioni, show cooking e presentazioni.
E la zona riservata alla Provincia di Nuoro ha attirato non poco l’attenzione e la curiosità degli ospiti presentando un laboratorio proposto dal Museo del Pane di Borore, presente con le signore Maria Antonietta Careddu, Giuseppina Piras e Serenella Spensatellu che ha presentato anche i dolci di sapa.
Per l’intera manifestazione nella quale non è mancato un momento informativo sulla storia del vino cannonanu (legato anche al ritrovamento presso il sito di Duos Nuraghes di Borore dei vinaccioli datati al 1500 a.c.) da parte di Gianni Lovicu di AGRIS, gli invitati hanno potuto ammirare la collezione dei pani rituali della Sardegna, di proprietà del Museo del Pane, in gran parte legati alla tradizione della Pasqua e contemporaneamente ammirare dal vivo le instancabili signore che hanno preparato i pani ed i dolci offrendoli alla curiosità dei presenti.
Così la proposta di due prodotti apparentemente comuni come il pane ed il vino si è svelata anche ai più esigenti, una scelta niente affatto scontata o peggio banale mostrando il legame con la storia, la tradizione e la cultura tramandata attraverso la capacità e la passione delle donne.
Ed è stata la conferma della validità di un museo fortemente voluto dalla Amministrazione Comunale di Borore che non è una struttura statica ma un vero e proprio centro di studio, tutela e promozione della tradizione del pane rituale che accompagna i diversi momenti della vita delle persone, delle comunità e le diverse stagioni.
I vinaccioli di Duos Nuraghes e di Toscono
I siti archeologici di Borore sono stati oggetto, in vari momenti, di operazioni di scavo e di studio da parte di archeologi italiani e americani. Da ultimo, in occasione degli scavi condotti nel 2002, sono stati rinvenuti centinaia di vinaccioli di vite (i semi contenuti in un acino d'uva), antichissimi, carbonizzati dal tempo, databili intorno al 1200 avanti Cristo, 3.200 anni fa. Questa scoperta - che ha portato alla ribalta nazionale il sito di Duos Nuraghes - oltre a dimostrare che le popolazioni nuragiche coltivavano la vite e producevano vino, ha permesso di capire che il "cannonau sardo, che fino ad oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere nato in Sardegna". La teoria storica ufficiale fino alle recenti scoperte sui vinaccioli sardi raccontava che la domesticazione della vite, nata nell'area del Caucaso e della Mesopotamia, venne trasferita progressivamente in Anatolia e in Egitto, da qui nelle isole del Mar Egeo, in Grecia e nel resto dell'Europa, infine grazie ai Fenici arrivò nel Mediterraneo Occidentale ed in Sardegna. Oggi, con le recenti scoperte archeologiche, si può affermare con certezza che con l'arrivo dei Fenici, in Sardegna la coltivazione e domesticazione della Vitis vinifera era già conosciuta.
Museo del Pane Rituale della Sardegna
A Borore è ospitato, dal 2006, il Museo del Pane Rituale, che raccoglie una selezione di pani tradizionali e pani delle feste di vari paesi della Sardegna. Nel Museo vengono svolte le attività di laboratorio della panificazione tradizionale ed artistica e per visitatori sono possibili le attività di laboratorio della panificazione con la realizzazione dei pani artistici e rituali a cura del Centro Italiano Femminile (C.I.F.) di Borore. Il Museo, inoltre, ospita annualmente il concorso di panificazione artistica "sa coccoi pintada". Al suo interno, la visita parte con la presentazione della trasformazione del grano in farina, per passare alla sala degli strumenti da lavoro (dove sono presenti attrezzi per il lavoro dei campi e attrezzi per la lavorazione domestica del grano, della farina e del pane), alla presentazione di alcuni attrezzi di lavorazione della farina e pannelli descrittivi di alcune fasi di lavorazione del pane. Infine si passa alla sala dei pani quotidiani.
Tra gli strumenti di lavoro è esposto un esemplare originale di carro agricolo. Il carro bororese era di grandi dimensioni, rispetto ad altri modelli utilizzati in Sardegna, capiente e molto robusto, adatto ai carichi onerosi (anche superiori ai trenta/trentacinque quintali). Per garantire una maggior robustezza e solidità, montava solamente la ruota piena, dal momento che quella raggiata era ritenuta molto meno resistente. Proprio alla storia di Borore, alla sua tradizione agricola e a quella del carro, è dedicato il libro "Bia 'e carros: appunti e considerazioni intorno ad un borgo rurale del Marghine", scritto nel 2002 da Sebastiano Ghisu.
 

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