BOLOTANA. “Qualcuno sostiene che con la cultura non si mangia. Bene, i Quaderni Bolotanesi sono l'importante esempio che dimostra il contrario, avendo dato alla nostra comunità un prestigio impagabile”- così Francesco Manconi, Sindaco di Bolotana, apre il convegno organizzato in occasione del traguardo raggiunto dalla rivista sarda: 40 anni di instancabile e proficua attività, tra indagini storiche, politiche e sociologiche che hanno saputo guardare alla Sardegna nelle sue più diverse dimensioni e registrare i mutamenti economici e sociali che ne hanno determinato la modernizzazione.
	Per il compleanno della rivista più longeva dell'Isola sono giunti a Bolotana alcuni tra gli intellettuali di spicco del panorama sardo, a rendere omaggio una “creazione” che ha saputo superare le fasi più critiche senza disperdersi o perdersi nella faticosa strada lunga 4 decenni, che ha voluto testardamente esserci e ha dato il proprio contributo, fondamentale, alla Cultura Sarda.
	“Il nome della rivista, Quaderni Bolotanesi, non deve trarre in inganno – ha detto Luciano Carta, appassionato studioso e storico collaboratore dei Quaderni, nel suo puntuale e rigoroso intervento – perché essa è stata capace di uscire dall'ambito locale. Una rivista aperta, che ha permesso di dare una dimensione viva e reale della società grazie all'apporto di grandi intellettuali ma anche di sconosciuti studiosi locali”.
	“Ci sono stati in questi 40 anni – ha affermato il Rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastinu – ben 401 autori, di cui 35 stranieri, che hanno consentito di superare il localismo dei Quaderni e di avere un peso a livello internazionale. Forse anche troppo – scherza il Rettore – visto che i bolotanesi che hanno scritto sono 25, ma ci sono molti studiosi che avrebbero potuto scrivere e che non lo hanno fatto”.
	Il Professor Manlio Brigaglia ha ricordato che la rivista è nata in un anno particolare, tra il 1974 e il 1975: “un anno chiave dal punto di vista storico, identificabile come quello che segna la fine del Piano di Rinascita. I Quaderni Bolotanesi hanno avuto quindi il compito di indurre una riflessione su una domanda cruciale, da dove veniamo e dove andiamo , legando quindi la tradizione alla modernità. Credo – ha aggiunto Brigaglia – che sia giunto il momento di istituzionalizzare la funzione che la rivista ha avuto fino ad ora”.
	Alberto Merler ha ricordato che i Quaderni Bolotanesi sono nati da una festa paesana, quella in onore di San Bachisio e Sant'Isidoro del 1975: “ tutti noi - dice – dovremo essere grati ai bolotanesi. I Quaderni sono una straordinaria testimonianza sociologica, una creazione “dal basso”, non solo intellettuale. La storia locale valorizzata è il significato di un movimento di popolo che si studia, riflette e scrive.”
	L'intervento di Pietrino Soddu, ex Presidente della Regione, è di quelli che lasciano inchiodati alla sedia, in un crescendo di passione politica, di valutazione lucida dell'odierno, di ricerca instancabile dell'orizzonte di senso che la classe dirigente pare oggi aver perduto.
	“Qual è oggi la Questione Sarda? Noi oggi non siamo più l'ultima regione d'Europa. Noi siamo un Popolo civile. Siamo usciti dal Medioevo e siamo entrati nel mondo moderno, ma, se non stiamo attenti, rischiamo di uscirne. Questo è il panorama che abbiamo davanti. La politica attraversa una fase difficile. La Modernità non è più sostenuta da grandi ideali, dalla certezza che il mondo sarà più giusto, che la società sarà più giusta. Non ci sono più le grandi narrazioni, solo tecnica ed individualismo. Ma l'uomo ha bisogno di riferimenti generali, ha bisogno di sogni. Dobbiamo tornare a pensare in termini ideali. La società dev'essere giusta. Questa è la frontiera che dobbiamo superare”.
	Una tavola rotonda densa di contenuti, di riflessioni e di passione attorno alla quale si è festeggiato un compleanno collettivo, quello di un'Idea, realizzata e portata avanti dall'associazione Passato e Presente e da Italo Bussa; un'Idea che, con discrezione, determinazione e fatica è riuscita ad imporsi autorevolmente nel panorama culturale sardo.
	Ad maiora!

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