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Proposta di legge per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre

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La proposta di legge presentata dai consiglieri regionali del gruppo Sardegna vera (Gaetano Ledda, Efisio Arbau, Michele Azara e Raimondo Perra) mira alla ricostituzione di un sistema organico di sviluppo del settore equino, sulla base delle prerogative e della potestà legislativa in materia di agricoltura derivanti dall’articolo 3, comma d),  dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna.

La legge, partendo dal sostegno all’allevamento mediante specifiche azioni strutturali ed organizzative, passa per la valorizzazione della produzione e coinvolge l’iniziativa sportiva, culturale, ambientale e turistica, senza dimenticare l’aspetto sociale che, trasversalmente coinvolge tutti gli altri sino all’impiego del cavallo nella terapia assistita delle persone con difficoltà fisiche, psichiche o semplicemente relazionali.

L’intervento, da più parti sollecitato, si è reso necessario in quanto nell’ultimo decennio diversi fattori ne hanno compromesso la solidità e l’organizzazione pubblica.

Oltre la crisi globale, a complicare le cose, sono intervenuti anche interventi normativi che hanno stravolto l’assetto dei punti di riferimento pubblici senza prevedere una razionale ridefinizione del vuoto istituzionale che si è venuto a determinare.

È il caso della soppressione, nel 2005, dell’Istituto Incremento Ippico della Sardegna (che non ha tenuto conto della specificità del comparto e dei peculiari compiti istituzionali del vecchio istituto), e più recentemente, a livello nazionale, della soppressione dell’ex UNIRE/ASSi (DECRETO-LEGGE 27 giugno 2012 , n. 87), le cui competenze, avocate al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (per quanto riguarda il gioco, all’Agenzia delle Dogane) sono in realtà ancora in attesa di una definita collocazione in un quadro organico di riforma del settore.

Il cavallo è un potente attivatore d’indotto e, conseguentemente, di lavoro e di specifiche professioni e mestieri. È superfluo, forse,  ricordare quanto sia presente nelle tradizioni, nelle feste, nello sport, nel tempo libero, nel turismo. Ma, in ogni caso, è nelle campagne che nasce e si caratterizza questa produzione. Per questo va riconosciuta come produzione agricola a tutti gli effetti, tanto nel caso che la sua destinazione sia quella dell’impiego sportivo o quella del turismo equestre o dell’ippoterapia o delle numerose altre possibilità d’impiego.

Per questo motivo ogni azione d’intervento pubblico a favore del settore, deve vedere l’allevamento come fase imprescindibile da tutelare per il rilancio della produzione autoctona e contrastare l’importazione crescente di cavalli, spesso di scarsa qualità, provenienti da Paesi terzi.  

In particolare:

- gli articoli che riguardano l’AGRIS mirano ad una migliore definizione dei compiti dell’Agenzia, relativamente all’incremento ippico. Riprendendo le funzioni tradizionali dell’I.I.I.S., le completano e le modernizzano nella direzione delle nuove esigenze selettive, delle pressioni mercantili e delle strategie di promozione e valorizzazione, rafforzando, inoltre, il ruolo chiave della struttura nella funzione di gestione della riproduzione equina nell’ambito regionale;

- alcune norme della proposta attengono alla formazione specialistica, tanto nelle attività di collaborazione con le Università quanto con gli enti/agenzie di ricerca, anche nella promozione e finanziamento di master post laurea che consentano alla Sardegna di recuperare, anche sotto il profilo scientifico, quel ruolo guida che nel settore ippico ed equestre che da sempre le è stato congeniale;

- non meno importanti sono gli interventi finalizzati alla formazione delle figure tecniche del settore che negli ultimi anni sono venute a mancare e che, in buona parte hanno perduto la precipua caratura culturale di antica tradizione. Si mira al loro recupero ed alla preparazione di operatori capaci di tradurre tali professionalità in un processo di modernizzazione.

Non soltanto formazione professionale, dunque, ma anche avvicinamento all’istruzione e, quindi, alle scuole mediante iniziative di conoscenza del cavallo per risvegliare quell’attrattiva che questo ha sempre esercitato nella fantasia e nelle aspirazioni dei bambini e dei giovani e che, oggi, si sta attenuando, con le giovani generazioni poco avvezze al contatto con l’animale e con la natura;

- alle giovani generazioni è rivolto  l’intervento finalizzato allo sviluppo della produzione ed all’impiego del “pony”, settore nel quale la Sardegna ha grandi possibilità di giocare un ruolo estremamente importante se si considera l’enorme numero di soggetti che vengono annualmente importati in Italia dall’estero anche a causa di una produzione nazionale irrisoria. La Sardegna ha enormi potenzialità per diventare la principale se non l’unica regione italiana in cui si alleva il pony;

- per il turismo e la cultura la presente proposta promuove e sostiene le iniziative a favore della conoscenza del territorio mediata dal cavallo attraverso il perfezionamento della rete delle ippovie, le feste pagane e religiose, la promozione delle mostre delle fiere e delle raccolte museali legate  alle tradizioni ed alla cultura del cavallo nell’Isola;

- tutte le attività ed iniziative derivanti dalle norme previste nella presente proposta, saranno ricondotte alla realizzazione di un unico Marchio di provenienza che identifichi l’origine e l’originalità sarda del settore;

- infine il ruolo assunto nel contribuire allo sviluppo di politiche sociali e di sanità pubblica come nel caso dell’impiego degli equidi (cavallo, asino e mulo) nell’ippoterapia e nell’onoterapia e nelle strutture e comunità finalizzate al recupero di numerose condizioni di disagio sociale.

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